Anche oggi, lunedì 29 aprile, con il consueto zelo cui ci aveva abituato
la ministra Cancellieri, le forze di polizia hanno bloccato per alcune
ore le contrade Apa e Ulmo di Niscemi. E come di consueto la mobilità
nell’area è stata possibile solo a piedi e previa identificazione di
ciascun passante.
Con l’impiego di nutriti reparti antisommossa,
l’intervento in forze delle polizie ha ottenuto lo scopo di consentire a
un convoglio composto da numerosi mezzi e uomini di raggiungere la base
NRTF dove continua la costruzione, pardon, “la predisposizione” del
MUOS.
Nonostante fosse impedito ai cittadini di avvicinarsi,
decine e decine di mamme, nonni e attivisti No MUOS stazionavano lungo
la strada sin dalle prime ore del giorno. Si sono opposti al passaggio
con la semplice e pacifica presenza dei propri corpi lungo il percorso o
stendendosi per terra.
Dopo un lungo tira e molla, la
resistenza di attivisti e manifestanti è stata vinta e le persone
spostate di peso con la consueta grazia dalle solite mani, guantate e
non, per essere poi piantonate da numerosi agenti per persona durante il
transito del convoglio. Altri agenti, in seguito, hanno provveduto a
identificare numerosi manifestanti: una catena di montaggio della
repressione governativa in continuità con il precedente esecutivo.
Alcuni attivisti, soprattutto le mamme, hanno avviato una sorta di
dialogo con gli uomini dei reparti antisommossa e con i loro dirigenti.
Non proprio un dialogo fra sordi, ma che ottiene, al più, le solite
risposte: “ci dispiace, davvero, abbiamo famiglia pure noi, ma questi
sono gli ordini”. E ogni tanto un più raro “prendetevela con il
governo”. Già gli ordini. Governo nuovo, azioni di sempre.
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