La Boldrini va ai funerali di Civitanova Marche e, tra le contestazioni, fa annunci che finora avevamo ascoltato solo dal presidente brasiliano Lula: la povertà è un'emergenza nazionale.
Chissà se è del tutto vero, o se responsabilizzare un concetto astratto
come la "povertà" sia un modo per tacere che le tre persone che si sono
suicidate erano, oltre che "povere", letteralmente perseguitate
da esosissime richieste di INPS, Equitalia e Agenzia delle Entrate. Non
ci si suicida perché si hanno pochi soldi, ma lo si fa se c'è chi ti
chiede migliaia di euro che non hai - senza nessuna pietà. Non lo
sapremo mai.
Ma intanto, la povertà non è un problema solo in Italia o in Brasile: lo sta diventando anche negli Stati Uniti. Le ultime statistiche sono davvero da brividi, ecco qualche esempio.
- Gli americani che vivono in povertà, secondo i calcoli, sono oggi uno su sei: un livello mai più raggiunto dagli anni '60;
- Il 20 per cento dei bambini americani vive in povertà, l'ultimo dato simile risale al 1975. Ben il 57%, inoltre, vive in famiglie a basso reddito o nullo.
- Il numero di bambini che vivono con meno di 2 dollari al giorno, in USA, è arrivato a 2,8 milioni. A Detroit ben il 60% dei bambini vive in povertà.
- I senzatetto nella zona di Washington (zona considerata benestante) sono cresciuti del 23% dal 2008. Un milioni di studenti delle scuole pubbliche USA, inoltre, è senzatetto.
- Il 40% di tutti i disoccupati negli Stati Uniti lo è da almeno sei mesi; un americano su quattro guadagna meno di 10 dollari l'ora, e un lavoratore su quattro ha uno stipendio sotto il livello di povertà.
- Gli americani che vivono grazie ai buoni pasto hanno raggiunto la cifra di 48 milioni. Negli anni '70 erano 1 su 50, oggi sono 1 su 6.
La povertà non è una disgrazia, uno schiaffo del destino o una calamità naturale. La povertà ha sempre precisi responsabili, che sia in Brasile, negli Stati Uniti o a Civitanova Marche.
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