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10/04/2013

Moby Prince: 10 aprile 1991 - 10 aprile 2013

La sera del 10 aprile 1991 si consuma al largo del Porto di Livorno quella che è riassunta come la “più grave tragedia che abbia colpito la Marina mercantile italiana dal secondo dopoguerra” (come recita la scarna pagina di Wikipedia). Il traghetto Moby Prince (in servizio per la compagnia Nav.Ar.Ma di proprietà della famiglia dell'armatore mascalzone latino Onorato) da poco partito da Livorno entra in collisione con la petroliera Agip Abruzzo. I motivi della collisione come spesso accade per le gravi e luttuose vicende italiane rientrano nella categoria “mistero”. Come in questa categoria viene rubricata l'intera vicenda, ancora orfana di verità e giustizia (proprio oggi ad esempio il corrieredellasera.it pubblica l'articolo intervista «Moby Prince, non fu errore umano» La contro inchiesta del figlio del capitano; sembrerebbe che ci fossero elementi per riaprire il caso, ma almeno in questa sede non si specificano, vediamo, per ora facciamo nostro il commento scritto su facebook di Loris Rispoli che da anni, insieme ad altri amici e familiari delle vittime, tiene viva la memoria e l'attenzione su questa brutta storia “riaprire un caso giudiziario significa portare alla magistratura elementi inattaccabili che mostrano il dolo di qualcuno, indicare un responsabile e denunciarlo, se si presenta aria fritta e cose risapute si fa solo esercizio grammaticale...”).
Un fatto è certo, quella sera di 22 anni fa, mentre in tanti guardavano la partita trasmessa dal Camp Nou Barcellona-Juventus (semifinale di andata della Coppe delle Coppe 1990/91) a bordo del Moby Prince morirono 140 delle 141 persone tra equipaggio e passeggeri che erano a bordo.
In questi lunghi 22 anni ci sono state inchieste giornalistiche, processi, libri, video, film, spettacoli teatrali e tantissime rose gettate in mare, ma la parola fine non è stata ancora scritta. Come Senza Soste, nel nostro piccolo, da quando siamo nati, abbiamo dato il nostro contributo per cercare di tenere viva la memoria su questi fatti sensibilizzando i nostri lettori a sentire come propria questa ingiustizia e a farsene carico come cittadinanza e dando spazio a tutti coloro che lavorano attraverso vari linguaggi e stili in questo senso (in fondo a questo articolo trovate alcuni link).
Invitiamo quindi tutti e tutte ancora una volta, al di là di una rituale retorica, a partecipare a questo ricordo collettivo che quest'anno si articola istituzionalmente in due giornate. Di seguito il programma completo. (redazione)


Mi accodo al ricordo, anche se la sensazione di trovarsi davanti a un'altra Ustica, da anni, non è più un'impressione ma una certezza.

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