Giorno numero 48. L’offensiva israeliana contro la Striscia di Gaza prosegue a
minore intensità delle settimane tragiche di luglio, ma continua a
uccidere, senza sosta: nella notte sono morti due palestinesi
nel bombardamento della torre Fayrouz di Gaza City (si tratta di Badr
Hashim Abu Mnih e Yahya Abu al-Omareen, entrambi sui 20 anni), decine i feriti.
Il numero delle vittime è salito a 2.105, 10.550 i feriti.
Colpito anche il più grande centro commerciale della città di Rafah, a
sud, completamente distrutto. Raid contro la casa della famiglia
al-Ghulayni, a ovest, contro il quartiere al-Barka a Deir al-Balah e
contro il campo profughi Al Maghazi, dove una casa è stata completamente
distrutta, e contro un centro sportivo a Beit Lahiya. A Rafah distrutti
gli uffici del Ministero degli Interni, un edificio di sette piani, il
palazzo Zourab: nell’attacco sono stati danneggiati anche i negozi e le
case vicini.
Alle bombe israeliane dalla Striscia rispondono le fazioni
palestinesi che non hanno mai smesso di lanciare missili verso il
territorio israeliano, un centinaio quelli caduti ieri. Stamattina
all’alba razzi sono però arrivati anche da nord, da Siria e Libano.
I cinque lanciati dal territorio siriano, sono caduti nell’Alture del
Golan occupato, quello sparato dal Libano in alta Galilea: nessun
ferito, nessun danneggiamento. Immediati gli elicotteri militari
israeliani si sono alzati in volo al confine, ma per ora nessuno ha
rivendicato il lancio di razzi.
Sul piano diplomatico, il presidente dell’Anp Abbas balla da solo e
continua a parlare di un ritorno a negoziati che non esistono. Ieri Abbas ha incontrato al Cairo il presidente egiziano Al-Sisi per premere verso la tregua:
“Quello che ci interessa ora è porre fine al bagno di sangue. Appena il
cessate il fuoco entrerà in vigore, le due parti potranno sedersi e
discutere”. Non è chiaro discutere di cosa: israeliani e palestinesi
hanno discusso per nove giorni senza accordarsi nemmeno sul più
insignificante dei punti e non lo faranno ora.
Inutili le visite di Abbas prima a Doha e ora al Cairo. Il
presidente dell’Anp non nasconde il fastidio per l’atteggiamento di
Hamas: voci interne parlano di un Abbas particolarmente arrabbiato per
il continuo lancio di razzi verso Israele, che secondo Ramallah sarebbe
solo controproducente. Per ora Hamas risponde come al solito: “Ogni proposta che ci verrà fatta – ha detto il portavoce Abu Zuhri – sarà discussa”.
Da parte sua il premier israeliano Netanyahu – che in patria
aveva ricevuto non poche critiche per essersi seduto al tavolo del
negoziato con Hamas – non molla, e non lo farà soprattutto dopo la morte
del bambino di 4 anni, venerdì scorso. In apertura del meeting
del gabinetto di sicurezza, questa mattina, il premier ha promesso che
Margine Protettivo proseguirà fino a quando non sarà riportata la
calma: “Chiedo ai residenti di Gaza di lasciare i luoghi nei
quali Hamas conduce le proprie attività terroristiche – ha detto
Netanyahu – Ogni posto così per noi è un target. Abbiamo visto
nei giorni recenti che non c’è e non ci sarà nessuna immunità per chi
spara contro i cittadini di Israele”. “Molti paesi nella regione e in
Occidente – ha aggiunto – stanno cominciando a capire che questo è un
fronte unico perché Hamas è l’Isil e l’Isil è Hamas. Si comportano nello
stesso modo, sono nati dallo stesso albero avvelenato”.
Una dichiarazione di guerra contro tutta la Striscia, vista
l’impossibilità per i residenti a cui Netanyahu si appella di trovare
rifugio in alcun luogo: a Gaza non esistono posti sicuri, lo aveva
ripetuto anche l’Onu. Non sono sicuri gli ospedali, non sono sicure le scuole, non sono sicuri i rifugi delle Nazioni Unite.
Cisgiordania e Gerusalemme
E mentre in Cisgiordania i bambini si preparano a tornare a scuola,
sapendo che i loro fratelli gazawi di scuole non ne hanno più, distrutte
o occupate dagli sfollati, proseguono le notti di scontri. Ieri
sera un giovane palestinese del campo profughi di Shuafat a Gerusalemme
Est è stato centrato da due proiettili sparati dalla polizia
israeliana: Yahya Alqam, 20 anni, è stato colpito all’addome
due volte, vicino alla colonia di Pisgat Zeev. Secondo testimoni, la
polizia ha aperto il fuoco contro le case palestinesi in risposta a
degli spari partiti dal campo. Ora Alqam è in terapia intensiva
all’ospedale Hadassah.
Notte di arresti in Cisgiordania dove cinque palestinesi sono stati presi dalle forze militari israeliane a Nablus e Betlemme.
A Nablus, durante un raid al campo profughi di Balata sono stati
catturati Mahmoud Shteii e Rami Murshid; una terza persona è stata
arrestata ad un checkpoint volante fuori Nablus; a Betlemme arrestato
Wajih Abd al-Fattah Awawad e a Beit Fajar preso Musab Muhammad Jarad
Thawabtah.
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