A pochi giorni dall’attacco perpetrato contro una caserma militare, i
miliziani nigeriani di Boko Haram sono nuovamente entrati in Camerun
ieri, dove hanno rapito circa 80 persone tra cui una cinquantina di
bambini, nel giorno seguente al dispiegamento da parte del Ciad di
truppe in Camerun e in Nigeria per combattere il gruppo terrorista che
sta seminando il terrore nelle regioni settentrionali dei due paesi.
Il ministro dell’Informazione camerunense Issa Tchiroma Bakary ha
detto che l’attacco e’ avvenuto nel villaggio di Mabass, a pochi passi
dal confine con la Nigeria: un gruppo di miliziani ha invaso il
villaggio, ucciso almeno tre persone, dato fuoco a decine di abitazioni e
sequestrato 80 persone, tra cui circa cinquanta ragazzi tra i 10 e i 15
anni, per poi rientrare subito in Nigeria. “Abbiamo a che fare
con persone barbare e senza legge – ha dichiarato il ministro Bakary – cui niente e nessuno può impedire di uccidere”.
Non e’ la prima volta che il gruppo islamista guidato da Abubakr
Shekau entra in Camerun: una settimana fa i miliziani hanno attaccato
una base militare nel quartiere amministrativo di Kolofata, nel nord
ovest del Paese, e sono stati respinti dalle truppe camerunensi dopo
cinque ore di combattimenti e 143 miliziani sono rimasti uccisi: una delle
peggiori perdite subite da Boko Haram oltreconfine, come riferito dalle
autorità di Yaounde.
Il gruppo islamista, che mira a istituire un Califfato nelle
regioni settentrionali della Nigeria, secondo le stime ha ucciso circa
13 mila persone dal 2009 e creato oltre un milione e mezzo di profughi.
Le sue incursioni sono cosi sanguinarie che interi villaggi spariscono
dalle mappe dopo il suo passaggio. L’assalto di dieci giorni fa alla
cittadina di confine di Baga – assalto passato abbastanza in sordina
sulla stampa mondiale a causa dell’attentato di al-Qaeda alla redazione
parigina del settimanale satirico Charlie Hebdo, ndr – ha
causato la distruzione di circa 3.700 edifici e il massacro di duemila
civili, come denuncia Amnesty International. Stando alle testimonianze
dei sopravvissuti, centinaia di persone sarebbero morte annegate nel
lago Ciad per sfuggire alla furia degli assalitori.
Ed e’ proprio a Baga, punto di confine tra Ciad, Nigeria, Niger e
Camerun, che le truppe ciadiane stanno avanzando per strapparla ai Boko
Haram e impedire gli sconfinamenti, che servono al gruppo islamista
anche per reclutare forze negli stati limitrofi. Il presidente ciadiano
Paul Biya, che giorni fa aveva annunciato l’invio di un contingente in
Nigeria, e’ stato subito minacciato di morte dai miliziani di Shekau.
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