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04/01/2015

Gesualdo, la grande manifestazione "No Triv"

L'anno nuovo per le lotte in Campania inizia presto. Sabato 3 gennaio l'appuntamento è nel pomeriggio a Gesualdo, paese dell'alto avellinese, sito della cava da cui dovrebbero iniziare le trivellazioni per il primo pozzo esplorativo in cerca dell'oro nero. Organizzano i comitati " No Triv" dell'Irpinia e del Sannio. E sarà bene iniziare a familiarizzare presto con questa nuova tag di lotta - "no triv" - perché promette di essere un fronte aperto di confitto sociale per i prossimi anni.

Nell'immediato, buona capacità di organizzazione e ottima propensione al collegamento con altri fronti territoriali di lotta. Perché oggi gli irpini e i sanniti non sono soli. Circa duemila persone presenti con delegazioni da tutta la Campania, ma anche dalla Puglia. Ci sono quelli dell'Assise di Bagnoli e i NoInceneritore di Giugliano, i ragazzi del centro sociale di Chiaiano e i No Immondizia di S.Arcangelo; insomma, tutta gente che di devastazione ambientale e stupri dei territori ha una buona esperienza.

Un ammirevole tentativo di unione delle lotte locali che hanno come comune denominatore la questione ambientale e la vivibilità dei territori. La legge 133 - la cosiddetta Sblocca Italia - "aiuta" molto i movimenti impegnati su questo versante. E' una legge di una violenza inaudita che, nella sua declinazione antisociale, costringe i comitati di lotta locali a fare fronte perché la legge mette bocca su tutte le questione aperte, dalle trivellazioni petrolifere al commissariamento di Bagnoli, dalle grandi opere all'alta velocità e agli appalti per nuovi inceneritori. Mai come in questo caso "Uniti si vince" o almeno si ha qualche possibilità di farlo.

Il processo di unità delle lotte è in verità già iniziato il 7 dicembre, quando le realtà del centro-sud avevano dato vita a un'assemblea a Napoli presso l'ex Asilo Filangieri per la definizione delle forme di opposizione allo Sblocca Italia. Una delle date in programma era proprio questa di Gesualdo.

Anche qui la legge 133 cambia tutte le carte in tavola. Fino a ieri esistevano forti vincoli ambientali e paesaggistici che rendevano illegali le trivellazioni. Oggi non più. Oggi si può. Si può devastare un territorio che vive soprattutto di prodotti agricoli di qualità inseguendo l'ennesimo sogno di profitto facile. Questa volta è il petrolio. Neanche fossimo in Texas, governo e amministrazioni locali promettono alle popolazioni lavoro e benessere. In cambio ovviamente della vivibilità del territorio e della terra. I media locali, intanto, per tutti i giorni precedenti, hanno terrorizzato la popolazione locale descrivendo indicibili pericoli e calate di barbari dalle città sulla pacifica Gesualdo.

Ne è nato invece un corteo assolutamente anomalo. Soprattutto per i luoghi attraversati. Non è facile immaginare un corteo antagonista, in un sabato incastonato tra il capodanno e l'epifania, arrampicarsi su stradine di montagna in un incantevole paesaggio innevato. Sciarpa e cappello d'ordinanza per tutti. Freddo che sale con lo scendere del sole. Ma ne vale la pena. E' bene vedere con i propri occhi la follia dell'ennesimo progetto speculativo. La cava che si vuole rianimare è abbandonata da decenni, situata a ridosso di splendidi promontori. Chissà quanti investimenti e quali costi per un petrolio la cui qualità e quantità è tutta da dimostrare. I costi sociali e ambientali invece saranno altissimi. E questo è l'unico dato sicuro e dimostrabile.

Il corteo parte dal paese per ritornare dopo un lungo giro montano di nuovo al centro di Gesualdo. Anche la colonna sonora è diversa dai cortei degli ultimi anni. Nel sound system dei compagni irpini la fanno da padrone i Musicanova, band napoletana degli anni settanta nel cui repertorio abbondavano i canti di lotta delle popolazioni meridionali contro l'occupazione piemontese.

In effetti il governo Renzi, insieme allo Sbloccaitalia, al Jobs Act, alla "buonascuola" e alla varie nefandezze compiute, ha anche il "merito" (diciamo così...) di essere uno dei governi più "nordisti" di sempre. Neanche nei governi berlusconiani, quelli con dentro la Lega Nord, si era assistito a una così iniqua distribuzione dei fondi nazionali. Quasi tutto al Nord e solo briciole al sud. Basta guardare i soldi stanziati per gli ammortizzatori sociali in deroga. Alla seconda regione per numero di abitanti (e di licenziati, probabilmente), come la Campania, viene destinato molto meno che, per esempio, al Veneto. Non parliamo poi dei fondi per le infrastrutture. Il sud non esiste. Il 98% dei fondi per i collegamenti ferroviari andrà da Firenze in su. Numeri che parlano da soli.

Al termine del corteo assemblea in piazza. Prendono la parola anche alcuni produttori agricoli locali. La qualità dei loro prodotti, che hanno una forte incidenza occupazionale sul territorio, sarà messa fortemente a rischio. Qualcuno sottolinea che il vero "oro nero" locale è il Taurasi, un ottimo vitigno che riscuote da sempre ampio successo. Le trivellazioni sono un salto nel buio. La qualità dell'aria, della terra e dei prodotti agricoli sono cose molto più importanti di un molto ipotetico boom economico legato al petrolio. Gli esperti poi riferiscono che - se anche si dovesse estrarlo - sarebbe comunque un petrolio di bassa qualità e quindi di scarso valore, utile solo alle lavorazioni industriali e non per distillarne benzina per auto. Insomma non ne vale la pena, se non per i pochissimi che gestiranno il business.

La lotta comunque continuerà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. A fianco delle altre. Per tutte le realtà del sud, infatti, il prossimo appuntamento è a Padula (Sa) il 18 gennaio, per l'assemblea unitaria contro lo Sbloccaitalia. Ripetere la grande partecipazione dell'assemblea napoletana sarebbe già un successo. L'inverno si preannuncia freddo e gelido. Solo le lotte sociali possono scaldarlo. Il sud antagonista è pronto quantomeno a provarci.

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