La Francia resta obiettivo preferito dal jihadismo sunnita. Almeno 84 persone sono rimaste uccise a Nizza da un camion di 15 metri e 18 tonnellate che si è lanciato ieri sera sulla folla in festa lungo la promenade des Anglais, poco dopo lo spettacolo dei fuochi d’artificio sul lungomare.
Dal camion zigzagante sul viale sono partite anche raffiche di mitra. L’attentatore, un francese di origini tunisine residente a Nizza è stato poi ucciso a sua volta.
Francois Hollande ha risposto richiamando i riservisti e prorogando di altri tre mesi lo stato di emergenza, misura che dà grandi poteri a polizia e magistratura, sospende alcune fondamentali garanzie di libertà, ma soprattutto si rivela estremamente inutile a contrastare una “guerra asimmetrica” che ha per teatro fondamentale Medio Oriente, Nordafrica e Africa sahariana, con “filiali” operative nelle metropoli dell’Occidente. Il collegamento appare particolarmente chiaro se si pensa che solo tre giorni fa Abu Omar al-Shishani detto Omar “il Ceceno”, numero due dello Stato Islamico, il fedelissimo ministro della guerra del Califfo al Baghdadi, è rimasto ucciso in un bombardamento americano nei pressi di Mosul, in Iraq. Notizia stavolta confermata da Amaq, l’agenzia di stampa del Califfato.
La Francia, d’altro canto, ha da sempre – e indipendentemente dal colore del governo – una particolare propensione a lanciarsi in avventure militari in ogni nuovo teatro di guerra, specie nei paesi un tempo sottoposti al suo controllo.
L’attacco ha stavolta una evidente valenza simbolica, visto che il 14 luglio è l’anniversario della presa della Bastiglia e quindi della nascita della Republique, la data di inizio della democrazia parlamentare e della modernità anche sul piano politico.
Le modalità dell’attacco, oltretutto, evidenziano l’impossibilità di confinare la guerra asimmetrica fuori dal perimetro per cui era stata pensata (paesi extraeuropei, dove applicare metodi colonialisti con nuove tecnologie militari). Un camion, infatti, è un'”arma” che gira in milioni di esemplari sulle strade d’Europa.
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