La retorica insopportabile degli anniversari si aggrava quando si toccano città che per qualche motivo hanno a che fare con il governo in carica. E un governo che ha commissionato alla Rai una megaproduzione falsificatoria sulla famiglia dei Medici, soltanto perché il pubblico meno avvertito fosse indotto a scambiare Matteo Renzi per un discendente diretto del Magnifico, è capace di tutto.
Nel 50esimo dell'alluvione, dunque, non poteva mancare un profluvio di chiacchiere sugli "angeli del fango", quella massa sorprendente di ragazzi che corsero allora a Firenze per aiutare la città a liberarsi dalla mota e salvare il più possibile di un patrimonio culturale e artistico unico (libri, oltre a dipinti, ecc).
La retorica falsificante sta quasi tutta in quella parola – "angeli", usata già allora per "candeggiare" quanto stava accadendo – che porta gli ignari a scambiare la solidarietà attiva per cattolicesimo perbenista. E' appena il caso di ricordare che la quasi totalità di quei ragazzi trasse dall'esperienza dell'alluvione e dei soccorsi una certezza: lo Stato non era in grado di affrontare il dissesto idrogeologico del paese perché asservito strutturalmente agli interessi di un capitalismo privato particolarmente miserabile, che vede il paese come una risorsa da sfruttare per fare profitti privati senza alcuna responsabilità o rischio.
Non a caso, insomma, quella massa di ragazzi divenne, pochi mesi dopo, la struttura portante di una stagione conflittuale ben più antagonista, tutt'oggi ricordata con orrore dal regime: il sessantotto!!!
Questo video aiuta chi non c'era a informarsi meglio su cosa è avvenuto allora, su quei ragazzi, le loro ragioni, la popolazione, le forme di autorganizzazione, la voglia e forza per cambiare il mondo.
Come dicono i protagonisti, "O NINI MACCHE' ANGELI DI FANGO… DIAVOLI DELLA MOTA!"
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