Sanders ha poi fallito l'obiettivo della nomination solo perché nello statuto del partito democratico è previsto il voto di alcune centinaia di “grandi elettori” (singole persone, ma deputati, senatori, ex presidenti) che ha deciso la sorte di una gara completamente aperta tra gli elettori. Mentre nel Partito Repubblicano, che non prevede questa sorta di golden share per i notabili, Trump è arrivato fino in fondo.
Ma da dove sono spuntati fuori tutti quei sostenitori per un candidato socialista, parola che negli Usa è ancora usata come un insulto?
Da una rivoluzione sociale, lavorativa, dunque anche culturale che ha silenziosamente attraversato le generazioni giovani che, del “sogno americano” e quindi del capitalismo, hanno conosciuto solo la crisi. Quella ancora in corso e che sta galoppando versi il decimo anno.
L'articolo che qui vi proponiamo, pubblicato da un giornale reazionario come il Christian Post, scopre con autentico raccapriccio che questi giovani – i cosiddetti Millennial di cui spesso scrive, in Italia, Repubblica per giustificare le peggiori malefatte del renzismo in materia di lavoro e pensioni – sono in percentuali altissime (e crescenti) sensibili agli argomenti, alle tesi, alle citazioni del… marxismo.
Orrore, satana, penitenti agite!!
Come potete vedere da soli, dunque, non è il caso di misurare le sorti del socialismo e del comunismo con lo stato comatoso della “sinistra” italiana. La vecchia talpa è sempre al lavoro, anche dopo le catastrofi peggiori della soggettività organizzata.
Si chiamano contraddizioni, e agiscono anche quando non le consideri più.
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Uno studio asserisce che la generazione dei Millennials* si trova d’accordo più con Marx che con la Bibbia
Anugrah Kumar, Christian Post Contributor
Traduzione e cura di Francesco Spataro
29 Ottobre 2016
Un nuovo rapporto sull’atteggiamento degli americani verso il socialismo, afferma che , tra i giovani “millennials” o la cosiddetta “generazione Y” le dichiarazioni di Marx rispetto al lavoro e al diritto della popolazione al cibo, trovano più sostegno che le citazioni tratte dalla Bibbia.
Alla domanda se sono d’accordo con l’affermazione di Marx “A ciascuno secondo le proprie capacità, per ciascuno secondo i propri bisogni”, il 64% ha risposto con il “sì”, ma solo il 53% ritiene di essere d’accordo con la Bibbia che recita “chiunque non lavori, non avrà neanche diritto al cibo”; questo ciò che emerge da un nuovo sondaggio della Fondazione Vittime del Comunismo con sede nello stato di Washington D.C. in collaborazione con il sito YouGov.it.
Nel suo primo rapporto annuale, la Fondazione afferma inoltre che la ricerca, condotta su di un campione di 2300 persone, ha scoperto che molti “millennials” ritengono che il Presidente George W. Bush abbia ucciso molte più persone di Joseph Stalin.
Si stima che Stalin si sia reso responsabile di una cifra variabile fra i 20 ed i 60 milioni di morti prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale [cifra chiaramente inventata, nello stile della peggiore propaganda neocon, visto che i cittadini sovietici uccisi dai nazisti durante la II Guerra Mondiale ammonta da sola all'immane cifra di 27 milioni, ndr], eppure il 32% dei “millennials” crede che fu uccisa più gente sotto la Presidenza Bush che sotto il regime di Stalin.
Molti “millennials” sembrano comunque non avere grande familiarità con i leader comunisti; infatti, sempre secondo il sondaggio, il 42% non ha mai sentito parlare di Zedong, il 40% non sa nulla di Guevara, il 18% non ha familiarità con Stalin, il 33% non conosce Lenin, ed il 18% non sa neanche chi è Vladimir Putin [come si vede, neanche il neocon che scrive l'articolo sa molto di leader comunisti, visto che Putin può essere definito in molti modi meno che “comunista”, ndr].
Ma il 25% di quei “millennials” che sanno chi è stato Vladimir “Ilic” Lenin, né da un giudizio favorevole. Lo studio aggiunge che, mentre l’80% dei “Baby Boomers” (la generazione americana nata dopo la Seconda Guerra Mondiale tra il 1945 ed il 1964), ed il 91% degli americani più anziani credono ancora che il comunismo sia un problema nel mondo, soltanto il 55% dei “millennials” è di quest’opinione. Se il 57% degli americani in assoluto afferma che ha una visione “molto sfavorevole” del comunismo, solo il 37% dei “millennials” è d’accordo con loro. Lo studio continua individuando che il 45% dei giovani fra i 16 ed i 20 anni afferma che voterebbe per un candidato socialista, ed il 21% per uno comunista.
Infine il Capitalismo è visto favorevolmente dal 64% della popolazione sopra i 65 anni, e solo dal 42% della cosiddetta “generazione dei millennials”.
Il rapporto ha rivelato che c’è “un’accettazione crescente dei punti di vista Marxista e Socialista, in una generazione di americani più giovani, che non sono cresciuti durante la Guerra Fredda”. Se consideriamo a margine l’ampio sostegno tra i “millennials” per Bernie Sanders ed i suoi ideali – le proiezioni elettorali, per esempio hanno rivelato che vi era un trasporto maggiore per le citazioni di Sanders piuttosto che per quelle di Milton Friedman o quelle ricavate dalla Bibbia – ci rendiamo conto che il favore per il Socialismo in America sta crescendo.”
Il sondaggio rivela che più del 70% dei “millennials” è d’accordo con la seguente dichiarazione di Sanders:
“Una nazione non potrà mai sopravvivere, né moralmente, né economicamente, se così tanto continuerà ad appartenere a pochissimi e così tanti avranno quasi nulla.”
Marion Smith, direttore esecutivo della Fondazione ha dichiarato a margine del rapporto:
“Una delle preoccupazioni che la Fondazione per le Vittime del Comunismo ha avuto da sempre è che, una emergente generazione di americani ha poca consapevolezza del sistema collettivistico e della sua storia piena di ombre. Sfortunatamente questa ricerca, che avrà cadenza annuale, conferma questa inquietante e preoccupante sensazione.”
* Per Millennials, o Echo Boomers, si intendono gli appartenenti alla Generazione Y (o Net Generation o Millennium Generation), i nati quindi, tra i primi anni ’80 e i primi anni 2000 nel mondo occidentale. Questa generazione è caratterizzata da un maggiore utilizzo e una maggiore familiarità con la comunicazione, i media e le tecnologie digitali.
In molte parti del mondo, l'infanzia della Generazione Y è stata segnata da un approccio educativo tecnologico e neo-liberale, derivato dalle profonde trasformazioni degli anni sessanta.
Tratti generazionali sono la tendenza all'ottimismo verso il futuro, all'ambizione, alla tolleranza, all'intraprendenza, alla competitività, alla testardaggine ma anche al narcisismo.
Alcuni scrittori statunitensi affermano che le tendenze del comunicare della “Generazione Millenaria” sono diverse da quelle delle generazioni precedenti, e questo grazie alle nuove tecnologie digitali di cui fanno largo uso, sia nella messaggistica che nell’area dei social. Questi giovani hanno visto di buon’occhio l’elezione di Obama, ma sono stati colpiti in pieno dalla “Grande Crisi” del 2008. Gran parte di loro voterà in questa tornata elettorale per la prima volta.
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