Dunque, giovedì pomeriggio il giudice della convalida ha tramutato il fermo di Cesare Batisti in custodia preventiva illimitata, sì illimitata. Direte voi, ma che cavolo di reato avrà commesso? Nessuno, il giudice non cita nemmeno l’infrazione amministrativa legata alla somma di denaro in eccedenza e non dichiarata che aveva con sé. Infrazione che comporta al massimo una multa. Le accuse di riciclaggio e detenzione di cocaina evocate in udienza si sono perse per strada.
Il magistrato contesta invece l’intenzione di lasciare il Paese. Battisti non aveva obblighi o vincoli di nessun tipo. Poteva lasciare il Brasile a suo rischio e pericolo quando voleva. Dunque la sua colpa sarebbe stata quella di provare a fuggire dalla libertà... per giunta con i suoi documenti! Surreale! E’ palese l’intenzione di sequestrarlo in attesa di risolvere il negoziato segreto con l’Italia. E su questo punto stamattina “O Globo” ci racconta i retroscena della losca trattativa: pare che i brasiliani chiedano la commutazione dell’ergastolo a 30 anni. Infatti il loro codice penale non prevede la pena perpetua.
Uno dei principi cardine del diritto estradizionale è quello della “doppia incriminazione”, non si può estradare qualcuno per un reato che non è previsto nel proprio codice interno. La stessa cosa vale per le pene: non si estrada in Paesi che prevedono sanzioni superiori a quelle indicate nel proprio ordinamento. L’ergastolo è una pena capitale, come la pena di morte. Si ritorna, dunque, indietro: ai tempi di Lula il governo italiano, Napolitano in testa, rifiutò di commutare l’ergastolo a 30 anni e Mattarella provò a raccontare la favoletta che in Italia di fatto l’ergastolo non c’era perché l’istituto della liberazione condizionale può mettervi fine. Peccato che non sia automatico ma discrezionale, senza qui affrontare il nodo delle pene ostative.
Il rischio è che questa volta i brasiliani possano accontentarsi di una semplice dichiarazione, di un impegno verbale e non di una commutazione effettiva. Aggiungo che anche se avvenisse, non sarebbe garanzia di nulla. E’ già accaduto che persone estradate con commutazione dell’ergastolo da Paesi che non contemplavano questa pena, una volta giunti nelle carceri italiane si siano visti ripristinare la pena perpetua dalla magistratura che aveva sancito nel frattempo l’illegittimità dell’accordo stipulato dal ministero della giustizia. L’unica vera garanzia sarebbe una commutazione a 30 anni con decreto del presidente della repubblica. Figuratevi voi Mattarella! Ma l’Italia non vorrà mai creare un precedente che l’obbligherebbe a scarcerare tutti quei prigionieri (tra cui ancora dei detenuti politici) in galera da oltre 30 anni, alcuni prossimi ai 40... Vedrete che finirà con la solita truffa!
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