Le compagne e i compagni di Bologna e di Napoli mi hanno proposto di candidarmi nei loro collegi territoriali.
A settant’anni faccio una scelta a cui non avevo mai pensato negli oltre cinquantanni di mio impegno militante.
Chi mi ha convinto? Loro, le meravigliose compagne e i meravigliosi compagni di Je so’ pazzo, che hanno avuto l’intelligenza e la determinazione di promuovere un fatto politico che in Italia non era mai avvenuto: una autoconvocazione popolare e di classe per partecipare alle elezioni.
Con loro mi hanno convinto le compagne e i compagni di Eurostop, che in gran parte si sono buttati con entusiasmo e coraggio nell’impresa, concorrendo a definire un programma che non ha tutte le nostre proposte di rottura, ma che ne ha molte e soprattutto ne ha lo spirito. Rottura con UE e NATO, stop alle privatizzazioni e ai tagli alla spesa pubblica sociale. Basta guerre, bombe e spese militari. Nazionalizzazioni a partire dalle grandi banche e ripudio della servitù usuraia del debito.
Chi lo dice oltre a Potere al Popolo?
Mi hanno convinto le assemblee, tutte senza precedenti e diffuse ovunque. In particolare ricordo da ultime quelle enormi di Bologna e Napoli, cui ho avuto la fortuna di essere invitato. In tutte le assemblee è emerso un popolo sommerso e resistente, che fa attività e lotta sociale tutti i giorni, senza quei riflettori che l’informazione di regime dedica alle dame di San Vincenzo fasciste di Casapound. E quel popolo e quei giovani hanno accolto i, e si sono uniti a, militanti e organizzazioni comuniste e socialiste che hanno, finalmente, deciso di mettere le loro forze a disposizione di un progetto diverso dai soliti, noiosi e dannosi, cartelli delle sinistre più o meno radicali.
Certo che abbiamo nel cuore e nelle menti le idee ed i progetti maturati nella lunga marcia della sinistra di popolo e di classe contro il capitalismo. Ma come disse alla Camera Andrea Costa, quando alla fine dell’800 fu eletto primo deputato socialista dai braccianti di Imola: “Io con voi, destra e sinistra qui sedute, non c’entro nulla”.
E poi mi hanno convinto le lavoratrici ed i lavoratori che non si arrendono, che da Almaviva a Ilva a Alitalia a tanti altri luoghi lottano contro i licenziamenti concordati tra governo e multinazionali, spesso con il consenso di CgilCislUil. Chi rifiuta l’alternanza scuola-lavoro gratis. Chi denuncia e combatte lo sfruttamento e l’oppressione del lavoro, imposti da leggi e complicità vergognose. Chi vuol togliere ogni fiducia a chi ha fatto o permesso leggi infami come il Jobsact, la Fornero, la Buona Scuola. Chi riesce a ribellarsi alla schiavitù del lavoro è oggi una colonna portante di Potere al Popolo. L’avanguardia di quella ripresa diffusa della lotta di classe, che è uno degli obiettivi necessari per non lasciare la Costituzione nella carta straccia.
Mi ha convinto la mia amica e compagna Nicoletta Dosio, una vita con i NOTAV, che ha risposto colpo su colpo a tutte le angherie della repressione e che ad un certo punto mi ha detto: se si condivide un progetto così coraggioso come questo, bisogna metterci la faccia. E si è candidata in Valle.
Tante cose assieme mi hanno convinto e poi all’assemblea di Napoli ho visto la commozione con cui il capo politico della lista, Viola Carofalo, seguiva i tanti interventi appassionati e le presentazioni di Francesca Fornario. Ho pensato i capi politici delle altre liste e ho misurato tutta la diversità di Potere al Popolo. Ora però, come la stessa Viola ha concluso, basta piangere. Ora sotto con le firme e... Potere al Popolo.
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