Che sia l’effetto benefico dell’uscita dall’Unione Europea a far riflettere meglio e snebbiare le menti obnubilate dai deliri neoliberisti?
Chi lo sa. Intanto, in uno dei paesi più fermamente convinti che privatizzare e liberalizzare è bello, si sta facendo strada una idea diversa di gestione dei servizi “pubblici” (che, appunto, dovrebbero rimanere tali).
Ne parla addirittura il Financial Time, che sta dedicando all’argomento una serie di approfondimenti e di articoli.
Lo storico quotidiano economico ha iniziato a fare le pulci alle molte aziende private che gestiscono servizi essenziali, scoprendo cose interessanti.
Ad esempio, ha verificato come diverse aziende che gestiscono i servizi idrici producano più dividendi che profitti, e che una di queste abbia migliorato il proprio servizio dell’1% all’anno di media, che è molto poco.
Insomma, i colleghi del FT si sono resi conto di un fatto incredibile, quasi uno scoop: la ricerca del profitto non è compatibile con le esigenze della collettività, sopratutto in tema di servizi essenziali.
Ma dai. Ma veramente. Incredibile.
A parte le battute e l’ironia, la riflessione in atto in Gran Bretagna è interessante, e nasce da diversi spunti.
Uno di questi è la crisi in cui sta versando Carillon, una importante azienda di costruzioni che detiene appalti di costruzione e manutenzione per strade, ferrovie e prigioni. Parliamo di 43.000 lavoratori circa che stanno per diventare disoccupati.
Il crack di Carillon nasce da una situazione debitoria ormai insostenibile. Illuminanti le dichiarazioni dell’amministratore delegato: “Un grave colpo alla fiducia dell’opinione pubblica che il settore privato sia in grado di costruire infrastrutture pubbliche”.
La Gran Bretagna sta privatizzando ed esternalizzando praticamente da trent’anni: iniziò la Thatcher e proseguì negli anni ’90 e 2000 il New Labour (quanti danni, tra liberismo e guerre, ha fatto Tony Blair! – ndr –).
Certamente lo spostamento a sinistra dei laburisti con Jeremy Corbyn ha dato un forte contributo al dibattito, a partire dalle sue dichiarazioni esplicite a favore di una rinazionalizzazione di poste, ferrovie, acqua ed energia in caso di vittoria alle elezioni.
Se nella paese che il liberismo se lo è inventato iniziano a fare ragionamenti di questo tipo, forse sarebbe il caso che dalle nostre parti a qualcuno venisse un’idea simile.
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