Nonostante decenni di criminali bombardamenti dal cielo da parte delle “fortezze volanti” USA sulle città del Vietnam del Nord, nonostante quasi 500.000 soldati americani che erano stati inviati a combattere sul terreno, nonostante l’evidente sproporzione di uomini, forze e mezzi la resistenza del Vietnam si impose a dispetto degli strateghi delle varie accademie militari americane e delle teste d’uovo di Washington.
Una grande impresa collettiva, costata sangue, sacrifici e lutti, che trionfò grazie alla lungimiranza, alla strategia e alla tattica del Partito Comunista del Vietnam, del suo segretario Ho Chi Minh e di veri e propri scienziati dell’arte della guerra come il Generale Giap.
Una grande epopea che ebbe il sostegno entusiasta da parte di un vasto ed articolato movimento di solidarietà internazionalista a scala globale e l’appoggio materiale di paesi come l’Unione Sovietica e la Cina i quali compresero perfettamente che l’aggressione al Vietnam era una tappa della più generale lotta tra “capitalismo versus socialismo” che si combatteva in tutto il continente.
Ricordiamo la liberazione di Saigon consapevoli che – ancora oggi – al di là della narrazione dominante circa l’ineluttabilità del capitalismo e dei suoi odiosi rapporti sociali – l’Imperialismo continua ad essere una tigre di carta e che il popolo, solo il popolo, è la forza motrice della storia!
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