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24/04/2019

La più brutta settimana del fascista Salvini


Il ministro dell’interno comincia a strafare e a sbroccare. Si fa fotografare con un mitra in mano, tra l’altro con l’espressione ottusa di chi si chiede: "da che parte si spara?" Poi vuole il ritorno della leva obbligatoria, solo per gli alpini aggiunge, magari padani. Poi straparla su questo e quell’altro fatto nazionale ed internazionale, ma con la stessa maestria con la quale tiene in mano il fucile mitragliatore.

Insomma, nonostante i bei sondaggi – ma l’altro Matteo insegna quanto duri poco, oggi, la bolla della gloria – per Matteo Salvini sono brutte giornate, e la settimana che si annuncia è delle peggiori. Ma non tanto per lo scandalo Siri e limitrofi… No, Salvini viene dalla scuola di Berlusconi e sa come reagire.

No, la settimana che si annuncia è pessima per il leader della Lega perché in essa ricorrono le due date che egli più odia. Il 25 aprile ed il Primo Maggio. Il fascista Salvini potrà anche mettere l’elmetto ed impugnare l’arma, cercando di non spararsi sui piedi. Potrà fuggire in Sicilia in un improbabile incontro sulla mafia, mentre il nome di un altro Matteo, Massina Denaro, viene accostato nei notiziari a quello di un suo fedelissimo.

Potrà nascondersi ovunque, ma la vittoria della Resistenza contro il fascismo e la giornata mondiale del lavoro ci saranno lo stesso e con grande partecipazione. E renderanno ridicolo il Salvini che vuole ignorarle, che vaneggia di derby tra fascismo e antifascismo, ignorando che la partita si è già giocata, l’abbiamo vinta noi e non permetteremo mai di rigiocarla.

Il fascista Salvini potrà anche nascondere la rabbia per le bandiere rosse del Primo Maggio, magari in qualche incontro di imprenditori. Ma non riuscirà a nascondere sé stesso dalla vergogna che sempre più l’accompagna, e che cresce più velocemente del suo consenso.

Sì è un brutta settimana questa per Salvini, perché di fronte a alle più grandi e belle giornate della storia del popolo di questo paese, lui sarà costretto a mostrare tutta la sua estraneità ad esse, tutta la sua miseria di piccolo crumiro reazionario gonfiato oltre ogni misura.

Ora davvero Matteo Salvini rischia di spararsi sui piedi.

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