Le milizie del generale Khalifa Haftar hanno lanciato un contrattacco a sud di Tripoli. Lo riferiscono all’Ansa fonti militari sul campo. I combattimenti proseguono violenti ad Ain Zara, punta avanzata dell’offensiva che si trova a 15km a sudest della capitale, dove le truppe di Haftar si stanno scontrando con le milizie di Misurata (che sostengono Sarraj e sono tra le meglio armate).
Duri scontri si segnalano anche nell’area dell’aeroporto internazionale verso Tripoli, che dista circa 20km. Secondo quanto si apprende, le forze di Haftar stanno tentando di convergere sull’asse di Ain Zara.
Il generale Khalifa Haftar, sembra ormai aver rotto del tutto gli indugi ed ha fatto emettere un mandato d’arresto ai danni del primo ministro del Governo di accordo nazionale libico, Fayez al Sarraj, e di alcuni ministri, riferisce l’Askanews. Ad annunciarlo è stato l’inviato dell’Onu Ghassan Salamé, il quale ai microfoni della BBC, ha affermato che i mandati d’arresto contro Sarraj e numerosi esponenti del suo governo “assomigliano più a un colpo di Stato che a un’iniziativa di lotta antiterrorismo”.
Il bilancio dei combattimenti a Tripoli, è salito intanto a 174 morti e 756 feriti, secondo quanto riferito dall’Organizzazione mondiale della Sanità.
Il governo italiano appare in piena impasse sulla crisi libica. Da un lato tramite il premier Conte auspica un cessate il fuoco in Libia e un ritiro delle forze del Libyan national army (Lna) di Haftar. Dall’altro Salvini continua a spararle grosse, completamente fulminato dalla logica da campagna elettorale permanente. “Nelle carceri libiche ci sono 500 terroristi, non vorremmo vederli arrivare via mare, sarebbe suicida aprire i porti” ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, parlando alla Camera e senza risparmiare una frecciata diretta a Conte: “Se il premier denuncia il rischio terroristi islamici, dichiarare di aprire i porti mi sembra suicida”.
Una valutazione completamente diversa sul ruolo che potrebbe svolgere l’Italia in Libia arriva, piuttosto inaspettatamente, dall’editoriale del sito specializzato Analisi Difesa, secondo il quale l’Italia “oltre ad aver ottimi rapporti con entrambi i leader rivali, ha mantenuto aperta la sua ambasciata e a differenza di statunitensi (forze speciali USA sono in fase di rientro a Tripoli) ed europei non ha evacuato i suoi militari da Misurata e Tripoli dove sono impegnati in una missione sanitaria e una di supporto alla Guardia Costiera libica, mantenendo quindi un ruolo di affidabilità e amicizia nei confronti della Libia che resta ineguagliato”. Una analisi che, alla luce dei fatti, appare fin troppo lusinghiera.
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