Presentazione


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14/04/2019

I Vitelloni

di Alessandra Daniele

“Ho detto ‘sarà un anno bellissimo’? Era una battuta”
– Giuseppe Conte

Quello fra Di Maio e Salvini è ormai un dialogo fra Sordi. Intesi come Alberto.

Non fatevi ingannare dall’accento: entrambi sono Alberto Sordi, o meglio suoi personaggi.

Strafottente, opportunista, reazionario, Salvini è un Sordi anni ’70-80, coll’arrogante pretesa d’essere l’unica fedele rappresentazione del popolo, l’incarnazione del senso comune. Alla guida del governo come Il Tassinaro.

Ipocrita, ignorante, arrivista, disposto a svendersi qualsiasi cosa pur di avere successo (anche letteralmente un occhio della testa) Di Maio è un Sordi anni ’50-60, dei quali infatti prometteva Il Boom.

Ed è un Alberto Sordi anche Giuseppe Conte che fa il piacione con le straniere, millantando un potere e un rango che non avrà mai. È Il Conte Max.

In comune hanno l’amore-odio per l’inglese alla Nando Moriconi – i Navigator, la Flat Tax, la Spending Review – e la megalomania – aboliremo la povertà, chiuderemo il parlamento europeo, faremo l’alta velocità Caltanissetta – Kiev.

“Cos’è un megalomane? È uno che si crede un grand’uomo, invece è un cretino ridicolo che si circonda di incapaci” – Franca Valeri, da Il Vedovo.

Pare proprio che sia impossibile avere successo in Italia senza essere Alberto Sordi. A modo loro lo erano anche Berlusconi, e Renzi, il Sordi de Il Vedovo, il cazzaro rampante caduto nella sua stessa trappola.

Sordi, Sordi, volevi solo Sordi, canterebbe Mahmood.

Se Zingaretti vuole recuperare voti dovrà calcare l’accento romanesco, e accentuare l’aria cinica e furbastra. Gli ci vorrà tutta la faccia tosta del miglior Alberto Sordi per dedicare a Greta Thunberg la marcia pro TAV, e continuare a intestare al PD una marriage equality che in Italia in realtà non esiste, perché la legge sulle unioni civili non riconosce uguali diritti sociali. E nemmeno uguali diritti civili.

Chi ha davvero a cuore le minoranze discriminate non abolisce l’Articolo 18, dando via libera ad ogni tipo di licenziamento discriminatorio.

E chi ha davvero a cuore le famiglie non pretende che le donne facciano più figli lavorando fino al 9° mese.

La versione di Alberto Sordi che meglio rappresenta la classe politica italiana resta sempre quella de I Vitelloni. “Lavoratori…”


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