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25/04/2019

Reggio Emilia. A Casa Cervi sventata celebrazione 25 aprile con i fascisti ucraini


Nei giorni scorsi è emersa la notizia che per le celebrazioni del 25 aprile a Casa Cervi era stata invitata a parlare un’associazione vicina a gruppi nazisti ucraini.

Un’associazione che non si fa scrupolo a pubblicare sulle proprie pagine i ritratti di macellai nazisti che durante la Seconda Guerra Mondiale si resero responsabili di orribili massacri. Un associazione che si vanta di aver raccolto aiuti per i battaglioni punitivi. In definitiva un’associazione in cui ritroviamo i soliti noti, personaggi ambigui che da 5 anni fanno da megafono alla propaganda del Governo di Kiev.

In brevissimo tempo moltissimi antifascisti da ogni parte d’Italia hanno mostrato il proprio sdegno per questa surreale vicenda. Hanno fatto sentire la propria voce in maniera ferma e determinata. Alla fine gli amministratori di Casa Cervi sono dovuti tornare sui propri passi e annullare l’invito.
Tanti anni fa i fascisti sono già stati a Casa Cervi e non ci torneranno, noi continuiamo a difenderla.

Questa vicenda è l’esito evidente di una percezione distorta e annacquata dell’antifascismo. Un antifascismo che nel migliore dei casi è piegato al tatticismo. Infatti, già nel 2015 era stata posta in dubbio l’opportunità d’ospitare Gianni Pittella a Casa Cervi (sempre per il 25 aprile), dato che egli l’anno precedente era stato a Kiev a tenere un comizio di fronte ad una folla che sventolava vessilli nazisti. In quella occasione gli antifascisti evitarono di montare un caso pubblico, presentando le proprie perplessità agli amministratori di Casa Cervi. Ma queste vennero ignorate e l’evento con Pittella si svolse indisturbato. Memori di quella esperienza, questa volta gli antifascisti hanno deciso di far sentire in coro la propria voce: e le cose sono andate diversamente, è stato ritirato l’invito a chi sta con i fascisti. Per questo respingiamo tutte le accuse sul metodo adoperato per fermare questo scempio.

Questa vittoria ci gratifica per due motivi. Il primo è che nonostante le avversità in questi 5 anni è stato da più parti fatto un egregio lavoro d’informazione e sensibilizzazione sulle vicende ucraine. Si è riusciti a dare testimonianza di quello che i media mainstream cercano di nascondere, cioè che ci sia una guerra in Europa in cui si combatte contro il fascismo. Il secondo motivo è che tutti insieme abbiamo dato una magnifica dimostrazione di forza. Mobilitandoci in maniera unita e determinata siamo riusciti nel nostro intento. La nostra forza è nell’unità.

Noi non nutriamo alcun astio verso i compagni e gli amici che hanno commesso degli errori di valutazione, ma questa esperienza ci deve spronare ad andare avanti nel nostro lavoro. Per questo lanciamo un invito all’Istituto Cervi e a tutti gli antifascisti per approfondire le vicende ucraine e la dura Resistenza antifascista del Donbass. Noi da parte nostra diamo piena disponibilità a portare la testimonianza di quello che abbiamo visto e di quello che abbiamo fatto.

Di fronte al fascismo “non un passo indietro”, lo dobbiamo ai nostri morti e alle generazioni future.

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