Mentre il governo sta facendo una valutazione positiva del “Piano povertà” voluto da Macron per “fondare lo Stato sociale del XXI secolo”, ad un anno dal suo lancio, l’INSEE [l’ISTAT francese] riporta nella nota pubblicata lo scorso 10 settembre che nove milioni di francesi vivono al di sotto della soglia di povertà. Si tratta del 14% della popolazione, ovvero un francese su sette abitanti. L’indagine dell’INSEE si basa sull’anno 2017 – ossia un anno prima dell’introduzione del “Piano povertà” – e mostra che le cifre sulla povertà sono rimaste pressoché invariate rispetto ai quattro anni precedenti. Tuttavia, si osserva che il numero dei lavoratori poveri sta aumentando e che il loro tenore di vita sta diminuendo.
Nelle statistiche francesi, vivere sotto la soglia di povertà significa (soprav)vivere con meno di 1.041 euro al mese da soli o con 2.200 euro in coppia e con due bambini sotto i 14 anni. Questa soglia è fissata al 60% del reddito mediano, che divide statisticamente la popolazione in due: chi guadagna di più e chi guadagna di meno di questa cifra. Ma socialmente, nella vita quotidiana, significa privarsi di frutta e verdura fresca, carne o pesce.
Ciò accade per il 27% dei francesi che si rivolgono al Secours populaire, dato evidenziato dal Barometro Ipsos-SPF 2018 che registra come “l’intensificazione della povertà in Francia stia perseguendo una tendenza inquietante”. A questo, si aggiungono le difficoltà a pagare la mensa per i figli, le bollette di luce e gas o addirittura andare in vacanza una settimana all’anno (quasi 3 persone su 10 vi rinunciano).
Dal 2013 al 2017, la povertà si è stabilmente attestata ad un livello elevato – tra il 13,8% e il 14,1% – ancor più che nel 2008, quando la crisi economica ha colpito il paese. Certo, lo studio riconosce che i lavoratori con un reddito più modesto hanno recentemente beneficiato dell’aumento del premio d’attività, grazie alla ripresa economica e produttiva nazionale che ha evidenziato anche un lieve calo della disoccupazione, ma che potrebbe arrestarsi nel prossimo futuro a causa del contesto di incertezza determinato dal rallentamento della locomotiva tedesca (uno dei principali partner commerciali della Francia), dalla Brexit e dalle minacce di una guerra sui dazi.
Tuttavia, ci sono sempre più lavoratori poveri, ignorati dalle cifre riportate pubblicamente e di cui il governo Macron (volutamente?) si dimentica. Secondo l’INSEE, il tasso di povertà tra i lavoratori è aumentato di 0,7 punti, mentre quello tra i disoccupati è diminuito dello stesso importo. Il tenore di vita di questi ultimi è di nuovo in aumento (+1,5%), ma quello dei lavoratori a reddito moderato è in calo dello 0,3%. Ciò è dovuto principalmente all’aumento del lavoro precario e interinale, anche di breve durata, che porta le persone a guadagnare poco alla fine del mese.
Il governo Macron ha accolto con favore i primi risultati del “Piano povertà”, a un anno dal suo avvio, e conferma la volontà di proseguire nella direzione tracciata. Ma secondo diverse associazioni di intervento sociale, come Alerte – ATD Quarto Mondo, Emmaus France e la Fondation Abbé Pierre, queste misure non sono sufficienti a far fronte alla perdita di potere d’acquisto da parte dei lavoratori e delle persone più povere, sulle quali ricadono inoltre in misura maggiore le conseguenze negative della riduzione dell’Aide Personnalisée au Logement e della de-indicizzazione delle prestazioni sociali in ambito medico-sanitario.
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