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22/12/2019

L’intervista che Rai News 24 non ha voluto trasmettere. Presidente Assad: l’Europa è stata il principale attore nel creare il caos in Siria.

Di SANA, 9 Dicembre 2019

Il presidente Bashar al-Assad ha affermato che la Siria uscirà dalla guerra più forte di prima e il futuro della Siria è promettente in quanto la situazione è molto migliorata rispetto a qualche tempo fa. Il presidente ha sottolineato i risultati dell’esercito arabo siriano nella guerra contro il terrorismo.

Nell’intervista il presidente ha aggiunto che l’Europa è stata la principale protagonista nel caos in Siria e il problema dei rifugiati derivante da essa era dovuto al supporto diretto apportato dall’Europa al terrorismo insieme a Stati Uniti, Turchia e molti altri paesi.

Il presidente al-Assad ha sottolineato che dall’inizio della narrazione sulle armi chimiche, la Siria ha affermato di non averle utilizzate.

Il presidente ha affermato che ciò che l’organizzazione OPCW ha fatto è stato falsificare il rapporto sull’uso di armi chimiche seguendo il volere degli americani. Quindi, per fortuna, questo rapporto ha dimostrato che tutto ciò che abbiamo detto negli ultimi anni, dal 2013, è corretto. L’intervista in questione è stata rilasciata all’italiana Rai News 24 il 26 novembre 2019 e sarebbe dovuta essere trasmessa il 2 dicembre in Italia, ma la Rai si è astenuta dal trasmetterla per ragioni incomprensibili.

Di seguito è riportato il testo completo dell’intervista.

Domanda 1: Signor Presidente, grazie per averci ospitato qui. Ci spieghi per favore, qual è la situazione in Siria ora, qual è la situazione sul campo, cosa sta succedendo nel paese?

Presidente Assad: se vogliamo parlare della società siriana: la situazione è molto, molto migliorata, poiché abbiamo imparato tante lezioni da questa guerra e penso che il futuro della Siria sia promettente; usciremo da questa guerra più forti.

Parlando della situazione sul terreno: l’esercito siriano ha fatto progressi negli ultimi anni e ha liberato molte aree dai terroristi, rimangono ancora da liberare alcune aree in mano ad al-Nusra che è supportato dai turchi, si tratta della parte nord della Siria dove i turchi hanno invaso il nostro territorio il mese scorso.

Quindi, per quanto riguarda la situazione politica, possiamo dire che sta diventando molto più complicato, perché ci sono molti più giocatori coinvolti nel conflitto siriano e questo è dovuto al fatto che vogliono trascinare il conflitto e trasformarlo in una guerra di logoramento.

Domanda 2: Quando parla di liberazione, sappiamo che esiste una visione militare di questo, ma il punto è: com’è la situazione adesso per le persone che hanno deciso di tornare nella società? Il processo di riconciliazione, ora a che punto si trova? Funziona o no?

Presidente Assad: In realtà, la metodologia che abbiamo adottato per creare, diciamo, una buona atmosfera, è stata attuata attraverso quella che abbiamo chiamato riconciliazione, per le persone che vivono insieme e per quelle persone che vivevano al di fuori del controllo delle aree governative per farle tornare all’ordine, alla legge e alle istituzioni. Accettavamo l’amnistia a chiunque rinunciasse al suo armamento e obbedisse alla legge. La situazione non è complicata per quanto riguarda questo problema, se hai la possibilità di visitare qualsiasi area, vedrai che la vita sta tornando alla normalità.

Il problema non erano le persone che combattevano tra loro, la situazione non era quella che ha tentato di mostrare la narrativa occidentale. La narrativa occidentale cercava di mostrare i siriani in lotta l’uno con l’altro, in quella che hanno chiamato una “guerra civile”, e ciò è fuorviante. La situazione, non era di “guerra civile”, in realtà i terroristi prendevano il controllo delle aree e applicavano su queste le proprie regole. Senza quei terroristi le persone torneranno alla loro vita normale e vivranno insieme. Non c’era una guerra settaria, non c’era guerra etnica, non c’era guerra politica; erano terroristi sostenuti da potenze estere, che avevano denaro e armamenti e occupavano quelle aree.

Domanda 3: Non ha paura che questo tipo di ideologia si sia radicata? Sa, è stata la base della vita quotidiana delle persone per così tanti anni, in qualche modo può rimanere nella società e prima o poi tornare?

Presidente Assad: questa è una delle principali sfide che abbiamo dovuto affrontare. Quello che stai chiedendo è molto corretto. Ci sono due problemi. Quelle aree che erano al di fuori del controllo del governo erano governate da due paradigmi.

Il primo paradigma è il caos, perché non esisteva una legge, quindi le persone – specialmente le giovani generazioni – non sanno nulla dello stato, della legge e delle istituzioni.

Il secondo paradigma, che è profondamente radicato nelle menti, è l’ideologia, l’ideologia oscurantista, l’ideologia wahabita – ISIS o al-Nusra o Ahrar al-Cham, o qualunque tipo di queste ideologie estremiste terroristiche islamiste.

Ora abbiamo iniziato a occuparci di questa realtà, perché quando liberiamo un’area dobbiamo risolvere questo problema, altrimenti qual è il significato di liberazione? La prima parte della soluzione è religiosa, perché questa ideologia è un’ideologia religiosa e i religiosi siriani, o diciamo l’istituzione religiosa in Siria, stanno facendo uno sforzo molto forte in questo senso, e ci sono riusciti; sono riusciti ad aiutare quelle persone a comprendere la vera religione, non la religione insegnata da al-Nusra o ISIS o altre fazioni.

Domanda 4: Quindi, in sostanza, i chierici e le moschee fanno parte di questo processo di riconciliazione?

Presidente Assad: questa è la parte più importante. La seconda parte importante è svolta dalle scuole. Nelle scuole hai insegnanti, hai istruzione e hai il curriculum nazionale, e questo curriculum è molto importante per cambiare le idee di quelle giovani generazioni. Terzo, hai la cultura, il ruolo delle arti, degli intellettuali e così via. In alcune aree, è ancora difficile svolgere quel ruolo, quindi è stato molto più facile per noi iniziare con la religione, secondariamente si procede con le scuole.

Domanda 5: Signor Presidente, vorrei solo tornare alla politica per un istante. Ha menzionato la Turchia, ok? La Russia è stata il vostro miglior alleato in questi anni, non è un segreto, ma ora la Russia sta compromettendo con la Turchia alcune aree che fanno parte dell’area siriana, quindi come valuta questo?

Presidente Assad: per comprendere il ruolo russo, dobbiamo comprendere i principi russi. La Russia crede che il diritto internazionale – l’ordine internazionale basato su quella legge – sia nell’interesse della Russia e nell’interesse di tutti nel mondo. Quindi, per i russi, sostenere la Siria significa sostenere il diritto internazionale; questo è un punto. In secondo luogo, combattere i terroristi è nell’interesse del popolo russo e nell’interesse del resto del mondo.

Quindi, dialogare con la Turchia e fare questo compromesso non significa che sostengano l’invasione turca; piuttosto volevano avere un ruolo per convincere i turchi che bisogna lasciare la Siria. Non supportano i turchi, non dicono “questa è una buona realtà, la accettiamo e la Siria deve accettarla”. No, non lo fanno. Ma a causa del ruolo negativo americano e del ruolo negativo occidentale nei confronti della Turchia e dei curdi, i russi sono intervenuti, al fine di bilanciare quel ruolo, per rendere la situazione... non direi migliore, ma meno peggiore se si vuol essere più precisi. Quindi, in questo momento, quello è il loro ruolo. In futuro, la loro posizione è molto chiara: integrità siriana e sovranità siriana. L’integrità e la sovranità siriana sono in contraddizione con l’invasione turca, che è molto evidente e chiara.

Domanda 6: Quindi mi sta dicendo che i russi potrebbero scendere a compromessi, ma la Siria non farà compromessi con la Turchia. Voglio dire, la relazione è ancora piuttosto tesa.

Presidente Assad: No, anche i russi non hanno fatto un compromesso riguardo alla sovranità. No, guardano la realtà. Ora, ci troviamo davanti a una brutta realtà, devi esserne coinvolto per fare qualcosa... Non direi un compromesso perché non è una soluzione finale. Potrebbe essere un compromesso per quanto riguarda la situazione a breve termine, ma nel lungo termine o nel medio termine, la Turchia dovrà andarsene. Non ci sono dubbi.

Domanda 7: E a lungo termine, qualche piano di discussione tra lei e il signor Erdogan?

Presidente Assad: non mi sentirei orgoglioso se un giorno dovessi scendere in discussione con lui. Mi sentirei disgustato nel trattare con questo tipo di islamisti opportunisti, non musulmani, islamisti – è un altro termine, è un termine politico. Ma ancora una volta, come dico sempre: il mio lavoro non è quello di essere contento di quello che sto facendo o di non essere felice o altro. Non riguarda i miei sentimenti, riguarda gli interessi della Siria, quindi ovunque andranno i nostri interessi, andrò anche io.

Domanda 8: In questo momento, quando l’Europa guarda alla Siria, a parte le considerazioni sul paese, ci sono due problemi principali: uno sono i rifugiati e l’altro sono i jihadisti o combattenti stranieri che tornano in Europa. Come vede queste preoccupazioni europee?

Presidente Assad: dobbiamo iniziare con una semplice domanda: chi ha creato questo problema? Perché avete rifugiati in Europa? È una domanda semplice: a causa del terrorismo sostenuto dall’Europa – e ovviamente dagli Stati Uniti, dalla Turchia e da altri – ma l’Europa è stata il principale attore nella creazione del caos in Siria. Quindi, ciò che è andato torna indietro.

Domanda 9: Perché dice che era il giocatore principale?

Presidente Assad: poiché hanno sostenuto pubblicamente, l’UE ha sostenuto i terroristi in Siria dal primo giorno, dalla prima settimana o dall’inizio. Hanno incolpato il governo siriano e alcuni regimi come il regime francese hanno inviato armamenti. Uno dei loro funzionari, penso fosse il loro ministro degli Esteri, forse Fabius se non ricordo male ha detto “mandiamo”. Hanno inviato armamenti; hanno creato questo caos. Ecco perché molte persone trovano difficile rimanere in Siria; milioni di persone non potevano vivere qui, quindi sono dovute fuggire dalla Siria.

Domanda 10: In questo momento, nella regione, ci sono disordini e c’è un certo caos. Uno degli altri alleati della Siria è l’Iran e la situazione sta diventando complicata. Si può riflettere sulla situazione in Siria?

Presidente Assad: Sicuramente, ogni volta che ci sarà il caos, sarà un male per tutti, avrà effetti collaterali e ripercussioni, specialmente in presenza di interferenze esterne. Se è spontaneo, se parli di dimostrazioni e di persone che chiedono riforme o una situazione migliore economicamente o altri diritti, è positivo. Ma quando si tratta di atti di vandalismo, distruzione, uccisione e interferenze da parte di poteri esterni, allora no: non è assolutamente positivo è nient’altro che negativo, nient’altro che cattivo e un pericolo per tutti in questa regione.

Domanda 11: è preoccupato per quello che sta succedendo in Libano, che è il vero vicino di casa?

Presidente Assad: Sì, allo stesso modo. Certo, il Libano influenzerebbe la Siria più di qualsiasi altro paese perché è il nostro vicino diretto. Ma ancora una volta, se è spontaneo e riguarda la riforma e l’eliminazione del sistema politico settario, sarebbe un bene per il Libano. Ancora una volta, ciò dipende dalla consapevolezza del popolo libanese al fine di non consentire a nessuno dall’esterno di provare a manipolare il movimento o le manifestazioni spontanee in Libano.

Domanda 12: Torniamo a ciò che sta accadendo in Siria. A giugno, papa Francesco le ha scritto una lettera in cui le chiedeva di prestare attenzione e rispettare la popolazione, soprattutto a Idleb dove la situazione è ancora molto tesa, perché lì si combatte e successivamente si arriva al modo in cui i prigionieri vengono trattati nelle carceri. Gli ha risposto e cosa ha risposto?

Presidente Assad: la lettera del Papa riguardava la sua preoccupazione per i civili in Siria e ho avuto l’impressione che forse il quadro in Vaticano non fosse completo. Questo è prevedibile, dal momento che la narrativa principale in Occidente parla di questo “cattivo governo” che uccide la “brava gente”, come si vede e si sente negli stessi media: ogni proiettile dell’esercito siriano e ogni bomba uccide solo i civili e distrugge solo ospedali! Non uccidono i terroristi mentre prendono di mira quei civili! Questo non è corretto, non è la verità.

Quindi, ho risposto con una lettera in cui spiegavo al Papa la realtà in Siria, poiché siamo i primi a preoccuparci della vita dei civili, in quanto non puoi liberare un’area quando il popolo è contro di te. Non puoi parlare di liberazione mentre i civili sono contro di te o la società lo è. La parte più cruciale nel liberare militarmente qualsiasi area è quella di avere il sostegno del pubblico in quell’area o nella regione in generale. Questo è stato chiaro negli ultimi nove anni e non avere il sostegno è contrario ai nostri interessi.

Domanda 13: Ma quel tipo di chiamata, in qualche modo, l'ha fatta riflettere ancora sull’importanza di proteggere i civili e le persone del suo paese.

Presidente Assad: No, questo è qualcosa a cui pensiamo ogni giorno, non solo come morale, principi e valori, ma come interessi. Come ho appena detto, senza questo supporto – senza il sostegno pubblico – non puoi ottenere nulla... non puoi avanzare politicamente, militarmente, economicamente e in ogni aspetto. Non avremmo potuto resistere a questa guerra per nove anni senza il sostegno pubblico e non avremmo potuto avere sostegno pubblico mentre si stavano uccidendo civili. Questa è un’equazione, questa è un’equazione evidente, nessuno può smentirla. Quindi, ecco perché ho detto, indipendentemente da questa lettera, questa è la nostra preoccupazione.

Ma ancora una volta, il Vaticano è uno stato e pensiamo che il ruolo di qualsiasi stato – se si preoccupano di quei civili – è quello di andare alla ragione principale. La ragione principale è il ruolo occidentale nel sostenere i terroristi, e le sanzioni contro il popolo siriano che hanno peggiorato la situazione – e questa è un’altra ragione che ha portato i rifugiati che avete in Europa adesso. Non vuoi rifugiati ma allo stesso tempo crei la situazione o l’atmosfera che porteranno loro a dire “andiamo fuori dalla Siria, da qualche altra parte” e ovviamente una volta detto ciò andranno in Europa. Quindi, questo stato, o qualsiasi altro stato, dovrebbe occuparsi delle ragioni e speriamo che il Vaticano possa svolgere quel ruolo in Europa e nel mondo; per convincere molti stati a smettere di immischiarsi nella questione siriana, smettere di violare il diritto internazionale. È abbastanza, abbiamo solo bisogno che le persone seguano il diritto internazionale. I civili saranno al sicuro, l’ordine tornerà, tutto andrà bene. Nient’altro.

Domanda 14: Signor Presidente, è stato accusato più volte di usare armi chimiche e questo è stato lo strumento di molte decisioni e un punto chiave, la linea rossa, per molte decisioni. Un anno fa, più di un anno fa, si è verificato l’evento di Douma che è stato considerato un’altra linea rossa. Successivamente, ci sono stati bombardamenti, e avrebbe potuto essere anche peggio, ma qualcosa si è fermato. In questi giorni, attraverso WikiLeaks, è emerso che qualcosa di sbagliato nel modo in cui è stato raccontato il rapporto che vi accusava ha avuto luogo. Quindi, nessuno è ancora in grado di dire cosa è successo, ma potrebbe essersi verificato qualcosa di sbagliato nel riportare ciò che è successo.

Presidente Assad: Abbiamo sempre detto – sin dall’inizio di questa narrazione riguardante le armi chimiche – che non le abbiamo usate; non possiamo usarle, è impossibile usarle nella nostra situazione per molte ragioni, diciamo – ragioni logistiche.

Intervento: me ne dia una.

Presidente Assad: Una ragione, molto semplice: quando avanzi, perché dovresti usare armi chimiche?! Stiamo avanzando, perché dovremmo usarle?! Siamo in un’ottima situazione, quindi perché usarle, soprattutto nel 2018? Questo è uno dei motivi.

Secondo, prove molto concrete che confutano questa narrazione: quando usi armi chimiche – questa è un’arma di distruzione di massa, si parla di migliaia di morti o almeno centinaia. Ciò non è mai accaduto, mai – hai solo questi video di attacchi con armi chimiche messe in scena. Nel recente rapporto che hai citato, c’è una discrepanza tra ciò che abbiamo visto nel video e ciò che hanno visto tecnici e/o esperti. La quantità di cloro di cui stanno parlando: prima di tutto, il cloro non è un materiale di distruzione di massa, in secondo luogo, la quantità che hanno trovato è la stessa quantità che puoi avere in casa, esiste in molte famiglie è utilizzato per la pulizia e quant’altro. Lo stesso quantitativo esattamente. È quello che ha fatto l’organizzazione OPCW: è stato falsificare il rapporto, solo per seguire il volere degli americani. Così, fortunatamente, questo rapporto ha dimostrato che tutto ciò che abbiamo detto negli ultimi anni, dal 2013, è corretto. Avevamo ragione, avevano torto. Questa è una prova, questa è una prova concreta riguardo a questo problema. Quindi, ancora una volta, l’OPCW è di parte, viene politicizzato ed è immorale, e quelle organizzazioni che dovrebbero lavorare in parallelo con le Nazioni Unite per creare più stabilità in tutto il mondo, sono state usate come armi americane e occidentali per creare più caos.

Domanda 15: Signor Presidente, dopo nove anni di guerra, lei parla degli errori degli altri. Vorrei che parlasse dei suoi errori, se sono presenti. C’è qualcosa che avreste fatto in modo diverso e qual è la lezione appresa che può aiutare il suo paese?

Presidente Assad: Sicuramente, perché quando parli di fare qualcosa, trovi sempre degli errori; questa è la natura umana. Ma quando parli di pratica politica, hai due cose: hai strategie o grandi decisioni e hai tattiche – o in questo contesto, l’implementazione di queste. Quindi, le nostre decisioni strategiche o le nostre decisioni principali dovevano contrastare il terrorismo, portare alla riconciliazione e contrastare le ingerenze esterne nei nostri affari. Oggi, dopo nove anni, adottiamo ancora la stessa politica; siamo più aderenti a questa politica. Se avessimo pensato che fosse sbagliato, l’avremmo cambiata; in realtà no, non pensiamo che ci sia qualcosa di sbagliato in questa politica. Abbiamo compiuto la nostra missione; abbiamo implementato la costituzione proteggendo le persone.

Ora, se parli di errori nell’implementazione, ovviamente hai tanti errori. Penso che se vuoi parlare degli errori riguardanti questa guerra, non dovremmo parlare delle decisioni prese durante la guerra perché la guerra, o parte di essa, è il risultato di qualcosa avvenuto prima.

Due cose che abbiamo affrontato durante questa guerra: la prima era l’estremismo. L’estremismo è iniziato in questa regione alla fine degli anni ’60 e ha accelerato negli anni ’80, in particolare con l’ideologia wahabita. Se vuoi parlare di errori nell’affrontare questo problema: allora sì, dirò che eravamo molto tolleranti nei confronti di qualcosa di molto pericoloso. Questo è un grosso errore che abbiamo commesso nel corso di decenni. Sto parlando di diversi governi, incluso me stesso prima di questa guerra.

Il secondo problema da affrontare è venuto quando abbiamo avuto persone pronte a ribellarsi all’ordine, a distruggere proprietà pubbliche, a commettere atti di vandalismo e così via, a lavorare contro il loro paese, pronte per andare a lavorare per potenze straniere (intelligence straniere), a chiedere interferenze militari esterne contro il loro paese. Quindi, questa è un’altra domanda: da dove sono uscite, come li abbiamo ottenuti? Se mi chiedi come, ti direi che prima della guerra c’erano più di 50.000 fuorilegge che non erano stati catturati dalla polizia per esempio; per quei fuorilegge, il loro nemico naturale è il governo perché non vogliono andare in prigione.

Domanda 16: E la situazione economica? Perché parte di essa – non so se fosse una parte grande o piccola di essa – ma parte di essa ha contribuito al malcontento con i problemi della popolazione in alcune aree in cui l’economia non funzionava. È una lezione imparata da qualche parte?

Presidente Assad: potrebbe essere un fattore, ma sicuramente non un fattore principale. Alcune persone parlano dei quattro anni di siccità che hanno spinto la gente a lasciare la propria terra nelle aree rurali per recarsi in città... potrebbe essere un problema, ma questo non è il problema principale. Hanno parlato della politica liberale... non avevamo una politica liberale, siamo ancora socialisti, abbiamo ancora un settore pubblico – un settore pubblico molto grande nel governo. Non puoi parlare di politica liberale mentre hai un grande settore pubblico. Abbiamo avuto crescita, buona crescita.

Ovviamente, nell’attuazione della nostra politica, hai di nuovo degli errori. Come puoi creare pari opportunità tra le persone? Tra zone rurali e città? Quando si apre l’economia, le città ne trarranno maggiori benefici, ciò creerà più immigrazione dalle aree rurali alle città... Questi sono fattori che potrebbero svolgere un ruolo, ma non è questo il problema. Nelle aree rurali in cui si ha più povertà, il denaro del Qatar ha svolto un ruolo più reale rispetto alle città, è naturale. Li hanno pagati in mezz’ora quello che ottenevano in una settimana; e questo per loro era molto buono.

Domanda 17: Siamo quasi arrivati alla fine, ma ci sono altre due domande che voglio farle. Una riguarda la ricostruzione e la ricostruzione sarà molto costosa. Come può immaginare di permettersi questa ricostruzione, chi potrebbe essere il vostro alleato nella ricostruzione?

Presidente Assad: Non abbiamo un grosso problema con questo. Dicono che la Siria non ha soldi... no, in realtà i siriani hanno molti soldi; il popolo siriano nel mondo ha molti soldi e vuole venire a ricostruire il suo paese. Perché quando parli di ricostruire il paese, non si tratta di dare soldi alle persone, si tratta di ottenere benefici – è un business. Quindi, molte persone, non solo siriane, vogliono fare affari in Siria. Quindi, parlando di dove puoi avere fondi per questa ricostruzione, lo abbiamo già pensato, ma il problema è che queste sanzioni impediscono a quegli uomini d’affari o aziende di venire e lavorare in Siria. Nonostante ciò, abbiamo iniziato e, nonostante ciò, alcune società straniere hanno iniziato a trovare modi per eludere queste sanzioni e abbiamo iniziato a pianificare. Sarà un processo lungo.

Domanda 18: Conclusione su una nota molto personale, signor Presidente; si sente un sopravvissuto?

Presidente Assad: se vuoi parlare di una guerra nazionale come questa, in cui quasi tutte le città sono state danneggiate dal terrorismo o dai bombardamenti esterni e altre cose, allora puoi parlare di tutti i siriani come sopravvissuti. Penso che questa sia la natura umana: essere un sopravvissuto.

Intervento: e lei stesso?

Presidente Assad: faccio parte di quei siriani. Non posso essere disconnesso da loro. Ho la stessa sensazione. Ancora una volta, non si tratta di essere una persona forte o un sopravvissuto. Se non hai questa atmosfera, questa società o questa incubatrice per sopravvivere, non puoi sopravvivere. È collettivo; non riguarda una sola persona, non è uno spettacolo individuale.

Giornalista: Grazie mille, signor Presidente.

Presidente Assad: grazie.

Traduzione di Mondo Informazione Geopolitica

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