Il presidente del Consiglio Conte ha visto oggi a Palazzo Chigi il generale Haftar, mentre è saltato all’ultimo momento l’incontro con il premier Sarraj, che a Bruxelles nel primo pomeriggio ha incontrato il presidente del Parlemento europeo Sassoli e l’Alto rappresentante Ue Borrell.
Atteso nel pomeriggio in Italia, il premier di Tripoli Serraj è, invece, rientrato precipitosamente in Libia facendo saltare l’incontro previsto alle 18:30 a Roma con Conte. Intorno alle 23 sono però circolate le voci di un sequestro dello stesso Serraj da parte di uomini armati al suo arrivo all’aeroporto di Tripoli. Intorno alle 24 queste voci sono state smentite dal governo libico.
Dal canto suo Haftar ha annunciato l’avanzata delle sue milizie verso Misurata, dove ha base la potente milizia locale schierata al fianco di Fayez al-Sarraj.
Lunedì il portavoce di Haftar ha dichiarato la presa di Sirte dopo che una brigata salafita-madkhalita, la 604, avrebbe cambiato schieramento, passando dalla parte del generale. E nelle ultime ore il suo capo di Stato maggiore, Faraj Mahdawi, ha annunciato l’inizio dell’avanzata verso Misurata, la città 210 km a est di Tripoli detta ‘la Sparta di Libia’ per la forza delle sue milizie.
Sempre oggi a Bruxelles sulla guerra civile in Libia c’era stato l’incontro dei ministri degli Esteri di Francia, Germania, Italia e Regno Unito. “È stata una buona opportunità per esprimere un forte sostegno al processo di Berlino e sottolineare le nostre preoccupazioni sulla Libia. Chiediamo uno stop immediato a ulteriori escalation e alle interferenze esterne negli ultimi giorni” aveva dichiarato l’Alto rappresentante della politica estera della Ue Josep Borrell. “Abbiamo chiesto un cessate il fuoco ma anche di fermare l’escalation e le interferenze esterne che sono aumentate negli ultimi giorni ed è ovvio che si fa riferimento alla decisione turca di intervenire in Libia che noi rigettiamo e che fa aumentare le nostre preoccupazione”, ha detto ancora Borrell al termine del vertice a Bruxelles con i ministri degli Esteri di Italia, Francia, Germania e Regno Unito.
Ma ancora una volta i fatti sul campo sembrano spazzare via ogni illusione di soluzione negoziata della guerra civile libica. Parlano le armi e le difficoltà di Serraj, confermate dall’incontro a Roma misteriosamente saltato, che potrebbe delineare un definizione del conflitto a tutto vantaggio di Haftar.
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