Questo in un momento di grande dolore e angoscia, per il fremito umano che provoca la terribile pandemia del Covid-19, e di una profonda recessione dell’economia mondiale, che si acutizza ogni giorno di più, come espressione della continuata e severa crisi del sistema capitalista su scala globale, con le sue sequele di disoccupazione e di contrazione della produzione di beni e servizi, tra le altre cose.
Questa congiuntura, richiede un’enorme sfida a noi, venezuelane e venezuelani, che stiamo dando una battaglia senza precedenti, alla pari di quella del contenimento della pandemia, per risollevare la nostra economia, colpita dalla crisi alla quale abbiamo fatto riferimento prima e dal criminale blocco che ci impongono i centri di potere imperialisti, facendo fronte, al contempo, alle aggressioni economico-finanziarie-commerciali, politico-diplomatiche e militari del governo suprematista degli Stati Uniti.
Pur in mezzo a un panorama tanto complesso, il Governo Bolivariano, guidato dal compagno Presidente Nicolás Maduro Moros, non ha lesinato sforzi per preservare la salute del Popolo, mettendo a punto tutta la capacità del sistema di salute venezuelano, al fine di garantire in maniera totalmente gratuita l’assistenza medica, le cure e le analisi necessarie, come pure le condizioni per la partecipazione del paese alla fase 3 di sviluppo del vaccino Sputnik V, alternativa che danno all’umanità le scienziate e gli scienziati della Federazione Russa, grazie a un accordo tra i due governi.
In questa battaglia, abbiamo appreso che nell’assistenza alle pazienti e ai pazienti è essenziale l’amore, l’affetto e la dedizione che ci mettono le eroine e gli eroi che fanno parte del personale sanitario, che nel nostro caso conta sull’appoggio incrollabile delle sorelle e dei fratelli delle brigate mediche cubane, che da due decenni sono nel paese insieme alle professioniste e professionisti venezuelani, protagonisti di un’esperienza di solidarietà che si è estesa ad altre nazioni di Nuestra America Latina e Caraibi, e che riafferma i principi umanisti e internazionalisti che orientano l’agire delle Rivoluzioni Cubana e Bolivariana.
Niente di questo sarebbe possibile senza la coscienza e la capacità di organizzazione dell’eroico Popolo di Simón Bolívar e di Hugo Chávez, senza la decisione e la conduzione adeguata del nostro Governo e Partito, e senza la solidarietà di nazioni sorelle, come la Repubblica Popolare Cinese, la Federazione Russa, la Repubblica di Turchia, la Repubblica Socialista del Vietnam, la Repubblica Islamica dell’Iran e, come abbiamo detto prima, la sempre combattiva Cuba Socialista, tra gli altri Popoli del mondo.
Voi tutte e tutti vi chiederete: come hanno potuto resistere le venezuelane e i venezuelani, nel mezzo della più brutale aggressione imperiale che si conosca contro un Popolo?
La spiegazione, di nuovo, è nella coscienza rivoluzionaria del Popolo venezuelano, nel ruolo da protagonista che svolge nel processo di ampie trasformazioni iniziato nell’anno 1999 dal Comandante Hugo Chávez.
Cioè nello sviluppo dei principi della Democrazia Bolivariana, come pure nell’avviare una politica economica, disegnata dal Governo Nazionale per tempi di resistenza, che affronta le criminali misure che, in maniera unilaterale e in violazione dei più elementari principi del Diritto Internazionale, l’attuale amministrazione degli Stati Uniti ha imposto al fine di impedire che la nostra Nazione possa realizzare transazioni per accedere ad alimenti e medicine, e al finanziamento internazionale.
La proibizione imperiale include: buoni, prestiti, estensioni di prestiti, garanzie di prestiti, carte di credito, fatture o note di credito e documenti commerciali. Come pure ha imposto di bloccare le attività finanziarie del Banco Central de Venezuela (BCV) e di proibire la realizzazione delle operazioni di Petróleos de Venezuela (PDVSA), dalle quali dipende buona parte delle entrate del paese, impedendo inoltre che arrivino alla Patria le forniture richieste per produrre combustibile.
Ci è stato anche impedito di poter effettuare qualsiasi transazione in oro e cripto-monete e contemporaneamente sono state confiscate in maniera delinquenziale imprese petrolifere che sono di proprietà del Venezuela e risorse in oro e in divisa, che avevamo depositate in banche d’Europa e Stati Uniti.
Tutto questo, come parte di un piano permanente e deliberato di distruzione della nostra economia, intrapreso dal governo guerrafondaio di Donald Trump, con la complicità e la partecipazione diretta della fazione anti patriottica dell’estrema destra venezuelana, e alcuni governi lacchè della regione, che reggono il gioco dell’imperialismo.
Un piano che addirittura precede l’attuale inquilino della Casa Bianca, e che ha come antecedente l’infame decreto dell’ex presidente Barack Obama, con il quale il Venezuela nel 2015 è stato dichiarato una “minaccia inusuale e straordinaria” alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
È imprescindibile che voi sappiate che, malgrado le condizioni che affronta il paese, la politica di distribuzione progressiva delle risorse della Rivoluzione Bolivariana è mantenuta; che abbiamo messo tutto l’impegno nello sviluppo del mercato interno, con buoni risultati in alcune aree; che abbiamo preso misure molto profonde per assistere la piccola e media produzione industriale e agraria; che la classe operaia conduce una battaglia intensa per recuperare l’industria petrolifera venezuelana, colpita dal tradimento di alcuni e dal brutale blocco del quale abbiamo fatto menzione prima, che limita significativamente la capacità di disporre delle forniture che richiede per il suo pieno funzionamento.
La politica di Recupero, Crescita e Prosperità disegnata dal Governo Bolivariano guidato dal compagno Presidente Nicolás Maduro Moros, ha reso possibile il riordino del mercato interno degli idrocarburi, la consegna di assegni economici ai settori più bisognosi, la protezione della nostra produzione agroalimentare e la creazione e il sostegno del Consiglio Scientifico Nazionale, asse fondamentale nell’assistenza della pandemia e nel recupero economico.
Care compagne e cari compagni, dovete anche sapere che il prossimo 6 di dicembre ci saranno nel paese le elezioni per eleggere le rappresentanti e i rappresentanti del Popolo venezuelano nell’Assemblea Nazionale, com’è dovuto secondo quanto stabilito nella Costituzione della Repubblica; una competizione alla quale bolivariane e bolivariani ci presentiamo uniti, con la fiducia che ci dà il fatto di aver sconfitto, sul terreno politico e militare, coloro che vogliono far diventare la Patria di Bolívar e di Chávez una colonia degli Stati Uniti ed appropriarsi delle nostre risorse naturali.
Avvenimenti come la risposta popolare al piano d’invasione del paese iniziato il 23 gennaio del 2019; la vittoria delle forze rivoluzionarie sulla pretesa di violare la sovranità nazionale, dalla sorella Repubblica di Colombia, il 23 di febbraio; e il tentativo golpista del 30 di aprile di quello stesso anno; come pure i fatti del 3 e 4 di maggio del 2020, quando una forza d’invasione è stata fermata dalla rapida e contundente azione del Popolo di Bolívar e di Chávez, e dalla Forza Armata Nazionale Bolivariana (FANB), in unione civico militare. Sono chiari esempi della ferrea volontà delle venezuelane e dei venezuelani di difendere la dignità, la sovranità e l’indipendenza nazionale.
Queste sono le elezioni numero 25 da quando nel 1999 il Comandante Hugo Chávez iniziava il processo di ampie trasformazioni che ci ha permesso di ottenere la liberazione della nostra Patria; un evento nel quale siamo sicuri che le forze rivoluzionarie riconquisteranno l’Assemblea Nazionale, mettendola di nuovo al servizio del Popolo venezuelano, dopo anni di fallita avventura golpista da parte di coloro che, con ogni certezza, ormai non rappresentano nessuno.
Le minacce da parte del governo suprematista di Donald Trump non si sono fatte attendere. È stato infatti annunciato un nuovo piano orientato a boicottare il processo elettorale del prossimo mese di dicembre. E allo stesso tempo ha rinnovato la sua minaccia di intervenire militarmente in Venezuela.
Detto piano è stato assunto dalla fazione neofascista e anti-patriottica, che, seguendo gli ordini dell’imperialismo nordamericano, ha annunciato che non parteciperà alle elezioni parlamentari, proprio come ha fatto nel 2005. Un errore che rappresentanti della stessa opposizione hanno riconosciuto posteriormente.
È incredibile come partiti e leader politici, che frequentemente partecipano nei processi elettorali, e pertanto ottengono vittorie e sconfitte, com’è naturale in una democrazia, riconoscano le elezioni solo quando i risultati sono a loro favorevoli. Questa è l’opposizione fascista che abbiamo in Venezuela.
Fortunatamente, l’immensa maggioranza delle venezuelane e dei venezuelani, inclusi coloro che democraticamente avversano la Rivoluzione Bolivariana, sono risolute e risoluti a partecipare alle elezioni del prossimo mese di dicembre, che saranno decisive per la pace e la stabilità politica del paese.
Questo è il risultato di un ampio processo di dialogo e riconciliazione nazionale sviluppato dal compagno Presidente Nicolás Maduro Moros, che ha reiterato l’appello ai settori dell’opposizione venezuelana per trovare vie pacifiche e democratiche che permettano di risolvere le differenze politiche.
Un processo per il cui impulso, supportato dalla facoltà che gli conferisce l’Articolo 236 della Costituzione Bolivariana, il Capo di Stato venezuelano ha conferito una misura d’indulto presidenziale a centodieci cittadine e cittadini, alcune ed alcuni di loro recidivi nel commettere diversi delitti contro l’ordine e la stabilità della Repubblica, incluso il tentato omicidio contro lo stesso Primo Governante, delitti di cospirazione contro la sicurezza della Nazione e la pace pubblica, appropriazione di beni pubblici, violenza politica e crimini d’odio, tra gli altri.
In ogni caso, i partiti dell’opposizione democratica stanno partecipando a un processo elettorale che conta su tutte le garanzie che dà il Sistema Elettorale Venezuelano, uno dei più affidabili del mondo; sotto la direzione di un rinnovato Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) e con l’ampliamento della rappresentanza proporzionale; un fatto politico di somma importanza.
In modo che, le grandi e i grandi sconfitti nelle prossime elezioni saranno quelle e quelli che hanno voluto far diventare l’Assemblea Nazionale uno strumento del piano predatorio del governo neofascista di Donald Trump.
Da parte nostra, noi forze patriottiche partecipiamo unite a queste elezioni, con la stessa forza con la quale affrontiamo le grandi sfide che abbiamo davanti, con l’insegnamento che ci ha lasciato il Comandante Hugo Chávez di mantenerci sempre insieme al Popolo. Unione civico militare per continuare a costruire il nostro Socialismo Bolivariano.
La sfida è enorme, pero noi, bolivariane e bolivariani, ci sentiamo ispirati dall’epopea delle nostre gesta indipendentiste guidate da Simón Bolívar, costruttore di Repubbliche e paradigma della libertà, e dall’eredità del Comandante Hugo Chávez, assumendo allo stesso tempo, e in tutta la loro dimensione, quelle belle parole del poeta nazionale, Aquiles Nazoa, che disse nel suo Credo:
“Credo nell’amicizia come l’invenzione più bella dell’uomo,
Credo nei poteri creatori del Popolo”.
Ricevete, sorelle e fratelli del mondo, il nostro affettuoso saluto e la piena solidarietà con le battaglie che conducono i Popoli in difesa della sovranità e dell’indipendenza, che, a dire del Comandante Hugo Chávez nel Plan de la Patria, è il bene più prezioso che abbiamo riconquistato dopo 200 anni. Contate su di noi, le figlie e i figli di Bolívar e di Chávez, contate, per sempre, su questa Rivoluzione Bolivariana e Chavista.
Noi Vinceremo!
Bolivarianamente,
ADÁN CHÁVEZ FRÍAS
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