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14/10/2020

In Lombardia è aperta la caccia al vaccino

È noto che la Regione Lombardia è molto solerte nel favorire i cacciatori, molti dei quali fanno parte del tradizionale elettorato leghista, autorizzando anche pratiche barbare di sterminio degli uccelli, come i roccoli, e la caccia a specie protette come il fringuello e lo storno.

Forse anche per questo, la giunta dell’ineffabile duo Fontana e Gallera ha pensato di introdurre in Regione una nuova forma di caccia, quella al vaccino antinfluenzale, quest’anno particolarmente importante per la prevenzione delle infezioni da Covid.

Ma si tratta di una situazione per nulla divertente.

Come abbiamo già scritto, la Lombardia – unica regione italiana in queste condizioni – è partita in ritardo nell’ordinare le quantità di vaccino necessarie, che quest’anno sono maggiori degli altri anni, indicendo nove diverse gare d’asta la cui maggior parte, per varie ragioni, non ha sortito effetti.

L’ultima di queste gare, in una situazione ormai disperata, si è tenuta a metà settembre, con la Regione disposta a pagare anche 28 euro a dose, quando il normale prezzo di mercato si aggira intorno ai 5 euro.

In questa ultima gara, la società cinese “Life on” si è aggiudicata la fornitura di 100.000 dosi di vaccino che l’Aria, centrale unica per gli acquisti della Regione, si apprestava ad acquistare. Tuttavia, l’affare non è andato a buon fine perché bloccato dall’Associazione Italiana del Farmaco che ritiene la produzione di tale ditta non conforme agli standard di qualità.

Un’ulteriore difficoltà per la Regione, poiché si sa che la disponibilità, in Lombardia, è di solo 1.868.000 dosi a fronte di una necessità per i soli anziani di 2.200.000, a cui aggiungere i soggetti a rischio per patologie e molti altri cittadini che desiderano comunque vaccinarsi secondo i consigli di tutti gli esperti.

Normalmente, gli anziani si vaccinavano presso il proprio medico di base, ma quest’anno ciò sarà difficile e avverrà solo in ritardo. Il consigliere regionale del PD, Pietro Bussolati, ha pubblicato nella sua pagina Facebook la copia di una email arrivata ai medici di base in cui si danno scadenze assai dilazionate nel tempo per la consegna dei vaccini e si definiscono quantità di dosi molto basse.

Secondo tali dati, si può stimare che i medici di base avranno a disposizione per la metà di novembre circa 100 dosi a testa e in seguito dovranno attendere altri rifornimenti. Se si considera che ciascun medico di base segue in media 1400 pazienti, ci si rende conto dell’insufficienza della fornitura.

Molti cittadini si rivolgono alle farmacie, disposti a pagarsi il vaccino, ma i risultati sono sconfortanti. Molte farmacie non accettano nemmeno prenotazioni, altre lo fanno ma avvertono che se, non si sa quando, riceveranno il vaccino, si tratterà solo di 12 (dodici) dosi per esercizio.

In conclusione, siamo di fronte all’ennesimo disastro provocato dalla gestione Gallera della sanità lombarda.

Nel frattempo, sono finalmente iniziati i lavori della Commissione d’inchiesta formata in seno al Consiglio regionale per indagare sulla gestione dell’emergenza nei mesi della scorsa primavera, il cui insediamento è stato boicottato con ogni mezzo dalla maggioranza.

Purtroppo, le sedute di tale commissione si svolgeranno a porte chiuse e sarà quindi difficile avere un’adeguata informazione. Per questo, i consiglieri 5 Stelle che fanno parte della Commissione chiedono che almeno le sedute in cui si discute delle scelte politiche che hanno portato alla terribile strage in regione siano pubbliche.

Si vedrà, ma le lungaggini nell’avvio dei lavori e il costante ostruzionismo della maggioranza non fanno ben sperare.

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