È uscito ieri il nuovo dossier sull’apartheid israeliana in Palestina, a cura di BDS Italia. Un dossier che con il sostegno di Peacelink e la collaborazione del Collettivo AForas, descrive e documenta le continue violazioni di diritti umani e politici di migliaia di Palestinesi nel completo silenzio internazionale, la consistenza della forza militare di Israele e lo stretto legame che intercorre fra la politica, gli armamenti e le complicità che permettono a Israele di godere di totale impunità.
Il popolo palestinese da anni chiede l’embargo militare nei confronti di Israele, e il sostegno della comunità internazionale alla campagna di Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni per mettere fine alle ingerenze militari e allo stato di apartheid portato avanti da Israele.
Israele, è bene ricordarlo, è l’ottavo maggiore esportatore militare al mondo. Tra il 2015 e il 2019 le esportazioni del governo e delle società private israeliani si sono attestate a livelli record, pari al 3% del totale delle esportazioni globali di armi.
Ma è anche notoriamente uno dei maggiori investitori nell’ambito delle tecnologie informatiche in campo militare, e per le aziende private avere un rapporto con l’apparato militare e della sicurezza di Israele è un punto di forza. Solo nel 2019, le società tecnologiche israeliane hanno raggiunto un record di 8,3 miliardi di dollari di finanziamenti in conto capitale.
La maggior parte degli investimenti è andata alle società di intelligenza artificiale che hanno raccolto 3,7 miliardi di dollari e alle società di sicurezza informatica che hanno raccolto 1,88 miliardi di dollari.
E uno stato che basa la sua ricchezza sulla capacità di costruire ed esportare strumenti di guerra, sull’occupazione illegittima di interi territori e sull’oppressione di un popolo, è uno stato che deve essere condannato e fermato dalla comunità internazionale.
Oltre a spiegare e dettagliare i vari aspetti dell’ingerenza israeliana, dalle operazioni di pulizia etnica ai “test di pratiche e strategie militari” sui palestinesi, nel dossier si fanno nomi e cognomi delle istituzioni, dei governi, degli enti di ricerca e delle aziende private che collaborano ai progetti criminali di Israele.
Si fa il nome anche dell’italiana Alenia Aermacchi (oggi Leonardo) che proprio mentre erano in corso i bombardamenti su Gaza nel 2014 ha fornito due dei trenta cacciabombardieri commissionati dallo stato ebraico.
Ma si ricorda anche la Pizzarotti di Parma, che collabora alla costruzione della rete stradale israeliana, i progetti di collaborazione nell’ambito dei sistemi di sorveglianza sociale e cybersicurezza, e l’Accordo che il nostro MIUR ha firmato con Israele nel 2000, per la collaborazione in ambito scientifico con università e imprese in diversi settori scientifici.
Al volume hanno collaborato diversi accademici, analisti ed attivisti pro Palestina come Angelo Baracca, Filippo Bianchetti, Rossana De Simone, Olivia Ferguglia, Ester Garau, Ugo Giannangeli, Flavia Lepre, Antonio Mazzeo, Loretta Mussi, Charlotte Napoli, Raffaele Spiga, Angelo Stefanini
È urgente attuare l’embargo militare totale fino a quando Israele non riconoscerà uguali diritti a tutti i cittadini che abitano la Palestina storica, si ritirerà da tutti i territori arabi occupati, consentirà il ritorno dei profughi e libererà i prigionieri politici.
A noi il compito di diffondere questo dossier, e di sostenere la campagna BDS e il popolo palestinese.
Il dossier è scaricabile in PDF direttamente qui.
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