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25/11/2020

A quattro anni dalla sua morte, Fidel è più vivo che mai


Appello per un presidio a Piazza Montecitorio perché l’Italia prenda posizione all’ONU contro il blocco a Cuba e a favore del Nobel ai medici cubani.

A quattro anni dalla scomparsa fisica del comandante Fidel Castro, la sua eredità è più viva che mai. La crisi sistemica del modo di produzione capitalista, che sta evidenziando ancora di più le sue contraddizioni sociali nella crisi sanitaria innescata dal COVID-19, mostra le barbarie di una società basata sul profitto. Di fronte alla tragedia che sta vivendo anche l’occidente a capitalismo avanzato, Cuba si distingue nuovamente come modello di una società diversa incentrata sugli interessi collettivi.

Fedele al motto di Fidel “Medicos y no bombas“, Cuba ha mandato e continua a mandare nel mondo la sua risorsa più preziosa, i talenti umani formati dalla Rivoluzione: insegnanti e, oggi più che mai, le sue brigate mediche rivoluzionarie, in sostegno dei territori più colpiti dalla pandemia. È di questi giorni la richiesta della regione Sicilia, tra altre, di personale sanitario per affrontare la crisi in atto, dopo che la brigata medica internazionale Henry Reeve aveva già prestato servizio durante la prima ondata pandemica in Piemonte e Lombardia.

Nonostante l’aiuto che Cuba presta generosamente al mondo, l’isola socialista rimane tutt’oggi strozzata dal blocco criminale imposto dalle forze imperialiste.

Per questa ragione chiamiamo un presidio per lunedì 30 novembre ore 15 a Roma, in Piazza Montecitorio davanti al Parlamento per richiedere:

– che il Parlamento e la Conferenza delle regioni e delle provincie autonome prendano pubblicamente posizione contro il blocco a Cuba, e che il governo si faccia portavoce di una richiesta ufficiale all’ONU per il termine dello stesso;

– il sostegno delle istituzioni Italiane alla candidatura al premio Nobel per la pace 2021 alla Brigata Medica Internazionale Henry Reeve.

Lanciamo un appello a tutte le forze politiche, sindacali, e sociali, nonché agli intellettuali e alle organizzazioni di solidarietà internazionale affinché aderiscano a questo presidio.

Come ci ha insegnato il grande rivoluzionario cubano Josè Martì “Amor con amor se paga”.

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