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20/11/2020

Brigate false e brigate vere, nel 2020

Le Brigate Rosse “vecchie”, nate nel 1970, morirono nel 1988 e le cosiddette “nuove”, emerse nel 1999, cessarono di esistere nel 2003.

Oggi invece, ben 17 anni dopo i loro ultimi fuochi di guerriglia, qualcuno afferma che lo spettro delle Br sarebbe ancora pronto a colpire.

Secondo Il Corriere della Sera, ad esempio, nell’Italia della prima metà di novembre del 2020 ci sarebbe stato un comunicato delle “nuove Brigate Rosse” contenente delle precise minacce nei confronti del PD e di svariati rappresentanti delle istituzioni emiliano-romagnole.

Verifichiamo questa notizia. Siamo sicuri che sia vera?

Per dare una risposta è necessario analizzare quel comunicato dall’inizio alla fine.

L’intestazione, fatta a mano libera e senza alcun criterio estetico, presenta una stella a cinque punte sgangherata dentro un cerchio deforme e la scritta “BRIGATE ROSSE” come se tutto questo insieme fosse uscito dalla penna di un bambino della prima elementare.

Nell’incipit inoltre c’è uno strano sapore risorgimentale: “Il Popolo italiano si è RISVEGLIATO e condanna la dittatura imposta da una classe politica incapace e impreparata in materia economico-finanziaria e sanitaria.”

Vi si narra di un generico, interclassista e mitico Popolo italiano, con la p maiuscola, che oggi si sarebbe risvegliato; di una “classe politica” ignorante, fatto per la verità ben acclarato su scala mondiale da diverso tempo, e di misure governative per prevenire la diffusione del Covid-19 che, a partire da quelle indispensabili come il distanziamento fisico di un metro fra le persone e l’uso della mascherina sulla bocca e sul naso, costituirebbero gli elementi fondamentali di una dittatura che somiglia fin troppo alla “dittatura sanitaria” di cui hanno parlato i dirigenti più populisti e reazionari del centro-destra italiota.

Nella seconda frase si annuncia che giovedì 19 novembre 2020 sarebbe la data di avvio di una rivoluzione, cioè di una lotta fatta in modo più simile alle italiche stragi di Stato scandite dalle bombe nelle stazioni ferroviarie, nelle banche e in altri luoghi pubblici che alle dinamiche degli attentati realizzati dai discepoli del repubblicano Giuseppe Mazzini, l’uomo considerato più pericoloso e “terrorista” nell’Occidente degli ultimi secoli!

Nella terza frase si chiede “a tutti i politici di emanare un nuovo DPCM” per togliere di mezzo la “dittatura” di cui sopra. In altre parole, vi si parla come se tutti i politici del Parlamento italiano avessero il potere di emanare un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri! Roba da veri e propri analfabeti funzionali!

In seguito ci sono diversi punti con i quali, in sintesi, si chiede alla classe politica di riaprire tutto (luoghi di ristoro, di svago e di studio) “senza limiti di orario, distanziamento e uso di mascherine”; di abolire lo smart working e le norme di sicurezza sanitaria contro il Covid-19; di comunicare a tutti gli italiani che un fenomeno globale come la “Pandemia da Covid-19” sarebbe terminato; di “liberare le forze dell’ordine dall’umiliante compito di controllare e multare i cittadini che violano le norme anti-covid” e, infine, di eliminare il “terrorismo mediatico che sta distruggendo la salute mentale degli italiani”.

Ebbene, “le nuove Brigate Rosse” chiederebbero in maniera del tutto illogica che una classe politica incapace e impreparata liberi il popolo italiano!

A dire il vero, questo messaggio non solo non ha nulla in comune con i significanti, ma nemmeno con i significati dei testi scritti dalle Br realmente esistite.

Qui le Br appaiono talmente “nuove” da esprimere idee molto diverse da quelle veicolate dalle vere Br.

A questo punto, possiamo fare una sola riflessione: chi ha scritto quel falso comunicato o è un burlone in vena di scherzi di cattivo gusto, oppure è qualche provocatore negazionista dell’esistenza del Covid-19.

In ogni caso, l’autore di tale balla fa cose ben diverse rispetto alle uniche e vere nuove brigate intervenute nel contesto sociale e politico italiano del 2020: le brigate mediche cubane, proprio quelle che meriterebbero il premio Nobel per la Pace!

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