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16/11/2020

Lombardia: perché Gallera resta in giunta

La mala gestione della sanità lombarda è sempre più palese e gli ospedali cominciano a non reggere l’afflusso in crescita di pazienti Covid. Il problema sono il numero limitato di posti letto, ma soprattutto la carenza di personale medico e infermieristico, tra l’altro falcidiato dai contagi contratti sul posto di lavoro.

Tale situazione è paradossalmente aggravata dalla riapertura dell’Ospedale alla Fiera di Milano, poiché – per la totale mancanza di programmazione delle assunzioni da parte della Regione – il personale di questo nosocomio temporano viene raccolto dagli altri istituti di cura, con il risultato di sguarnirli ulteriormente.

Un esempio clamoroso di questo tragico pasticcio è dato da quanto successo all’Ospedale San Gerardo di Monza, il più importante della Brianza, dove 340 operatori sanitari sono in quarantena perché positivi. Tuttavia, la Regione ha spostato ugualmente 14 medici e 40 infermieri – i dati sono approssimativi perché dalla Regione Lombardia è impossibile averne di precisi – dal San Gerardo alla Fiera.

Si conferma così la cecità dell’operazione ideata da Bertolaso in primavera su mandato del presidente Fontana, che è consistita nel realizzare un ospedale senza prevedere il reclutamento del personale.

Inoltre, non ci si stancherà mai di ripetere che un ospedale che ha solo il reparto di terapia intensiva, non affiancato da altre specialità, è poco efficiente dal punto di vista sanitario.

La mancanza di programmazione e il voler fronteggiare i problemi con provvedimenti d’emergenza, anziché strutturali, è confermato anche dal caso già citato di Monza dove, in una situazione gravissima, si sta procedendo ad assunzioni con contratto interinale, nonostante sia aperta una graduatoria per l’immissione di personale a tempo indeterminato.

Detto degli ospedali, resta da constatare la totale mancanza di interventi territoriali, poiché le USCA (le unità di pronto intervento sul territorio) sono sempre pochissime e isolate.

Nel frattempo, in Lombardia, la campagna vaccinale contro l’influenza stagionale continua a rilento, a causa dell’incapacità della Regione a procurarsi dosi sufficienti.

Sulla questione si è diffusa pochi giorni fa uno notizia tragicomica. La Regione avrebbe infatti tentato di acquistare 150.000 dosi di vaccino in India, passando attraverso un intermediario non iscritto nel registro del Ministero della Salute per tali operazioni, essendo una società di Bolzano che gestisce uno studio dentistico.

Proprio per la mancanza di questa autorizzazione, la Guardia di Finanza ha sanzionato tale società con una multa di 6000 euro. La società bolzanina, che avrebbe realizzato l’acquisto in India attraverso ulteriori mediatori turchi, peraltro, difficilmente avrebbe potuto avere l’iscrizione all’albo degli intermediari farmaceutici, poiché costituita solo trenta giorni fa, proprio in concomitanza con il bando d’acquisto di Aria, la centrale per gli acquisti della Regione.

La stessa – per intenderci – dell’ordine dei camici e calzari alla ditta del cognato del presidente Fontana, su cui è aperta un’inchiesta della Magistratura che riguarda anche il conto di svizzero di oltre 5.000.000 di euro del presidente.

Continua anche l’inchiesta della Magistratura sui quasi 450 decessi avvenuti al Pio Albergo Trivulzio di Milano, la più grande struttura geriatrica del paese. Purtroppo la strage della scorsa primavera sembra avere insegnato poco alla direzione dell’istituto, poiché anche in questa seconda ondata si sono verificati dei casi di degenti ammalati, anche se, per il momento, in numero inferiore a quanto avvenuto in marzo e aprile.

In questo totale marasma in cui si trova la Lombardia, ci si chiede come l’assessore Gallera possa restare al suo posto. In effetti la posizione di Gallera si è fatta delicata, da tempo ogni sua decisione deve passare al vaglio dell’intera giunta regionale.

Più volte si è anche discusso di affiancare a Gallera degli “esperti” – era circolato anche il nome del dott. Zangrillo, che forse è meglio sia caduto – mettendolo quindi sotto tutela. Tuttavia, per ora, decisioni non se ne sono prese, poiché esistono – almeno per il presidente Fontana – buone ragioni per non revocare la delega a Gallera.

La prima è che rimuovere l’assessore al welfare significherebbe comunque ammettere che qualcosa in Lombardia non va bene – mentre Fontana vuol far credere che tutto procede al meglio – e potrebbe di conseguenza innescare un effetto domino sulla credibilità della giunta arrivando a coinvolgerla nel suo complesso.

La seconda ragione, meno evidente ma non meno importante, è la salvezza della legge regionale 23/2015, firmata dalla giunta Maroni, che è in fase di sperimentazione e dovrà essere verificata in dicembre. Tale verifica avrebbe dovuto avvenire in agosto, ma la giunta è riuscita a posticiparla con uno stratagemma politico – il ritiro provvisorio del piano sanitario – per non arrivarci sull’onda della strage di primavera.

La legge 23/2015 è quella che regge la sanità lombarda ed evidentemente non è tatticamente opportuno arrivare a una sua verifica con dei malumori nella maggioranza (Fontana è della Lega, ma Gallera è di Forza Italia). Peraltro, se la legge 23/2015, un regalo alla sanità privata, fu firmata dalla giunta del leghista Maroni (entrato recentemente nel CdA del gruppo San Donato, vero gigante della sanità privata), essa accoglieva le basi del sistema ideato da Formigoni, ancora oggi detenuto per scandali relativi proprio al sistema sanitario.

La stretta continuità tra la gestione leghista e la precedente a guida Formigoni si sta dimostrando nei fatti, anche attraverso il richiamo in servizio attivo di diversi tecnici di formazione formigoniana.

Così è stato per Marco Trivelli, chiamato a sostituire l’ex poliziotto Cajazzo al posto di direttore generale della sanità, mentre sembra che presto ricomparirà, forse proprio come “stretto marcatore” di Gallera un altro artefice del sistema Formigoni: Carlo Lucchina.

Da parte nostra, possiamo solo dire che il siluramento del solo assessore Gallera non c’interessa. Sarebbe infatti una soluzione adatta a far credere che tutto quanto avvenuto in questi mesi in Lombardia sia esito degli errori di un singolo, seppure dimostratosi incompetente sino a coprirsi di ridicolo.

È di Gallera infatti la famosa gag televisiva sulla necessità di “incontrare contemporaneamente due positivi” per essere contagiati. Ma più seriamente, per citare un caso per tutti, è folle aver promesso – l’estate scorsa – incentivi ai manager che avessero ridotto i posti Covid negli ospedali.

Se la sanità lombarda è a pezzi e la salute dei cittadini ad alto rischio è colpa del sistema di aziendalizzazione, di sussidiarietà e di privilegio alla sanità privata inaugurato da Formigoni e continuato dalle giunte a trazione leghista.

Per questo, al di là degli errori dei singoli, è necessario che a tutta la giunta lombarda siano revocati i poteri e che si commissari la Regione.

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