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19/11/2020

Fallita la missione spaziale europea. Sui satelliti è competizione globale


Martedì notte il lancio del razzo “Vega” dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) che trasportava il satellite spagnolo “Ingenio” e il francese “Taranis” è fallito. Appena otto minuti dopo il lancio, il vettore ha deviato dalla traiettoria prevista. A renderlo noto è stata la stessa l’ESA che ha dunque dichiarato fallita la missione.

Il razzo era stato lanciato dal poligono di di Kourou in Guyana francese. La missione VV17 doveva portare in orbita due satelliti, il Seosat-Ingenio per l’Agenzia spaziale europea (ESA) e la Spagna, e il Taranis per l’agenzia spaziale francese CNES.

La perdita del razzo Vega con due satelliti a bordo, è dovuta a “un’anomalia durante l’assemblaggio del lanciatore europeo” ha dichiarato l’operatore Arianespace in una conferenza stampa. È stato individuato un problema di “inversione di cavi”, ha affermato Stephane Israel, Ceo di Arianespace, che ha sottolineato che “non si è trattato di un problema di progettazione” come avvenuto durante il precedente fallimento di Vega, nel luglio 2019.

“Tutto è andato come previsto durante la prima parte del volo, ed è stato quando è stato acceso il quarto stadio che abbiamo perso il controllo“, ha spiegato Roland Lagier, direttore tecnico di Arianespace. Il lanciatore è caduto nel Mare Artico. L’anomalia è avvenuta sul quarto stadio del lanciatore leggero, la cui traiettoria ha deviato otto minuti dopo il decollo dal centro spaziale di Kourou, nella Guyana francese, alle 22.52 ora locale (03:52 ora italiana) di martedì.

Arianespace e l’Agenzia spaziale europea (ESA) costituiranno una commissione di inchiesta indipendente, incaricata di “confermare definitivamente lo scenario identificato e di evidenziare i motivi per cui l’errore di integrazione non sia stato rilevato e quindi corretto”.

L’amministratore delegato di Arianespace ha assicurato però che il programma dei prossimi lanci è stato confermato.

Sulla corsa allo spazio ed in particolare sul lancio e l’uso dei satelliti, da anni è ormai in corso una competizione a tutto campo tra le maggiori potenze mondiali, alla quale l’Unione Europea intende essere presente con ogni mezzo necessario.

A giugno, il commissario europeo Thierry Breton in un’intervista alla Reuters aveva annunciato che l’UE era intenzionata ad accelerare i piani per lo sviluppo dei satelliti per il sistema di navigazione Galileo, per dare una risposta celere ai recenti successi di SpaceX (statunitense) e della Cina.

Breton ha affermato che il lancio della nuova generazione di satelliti per il sistema Galileo è stato anticipato a fine 2024 piuttosto che al 2027. Non solo, la UE ha annunciato anche che utilizzerà per la prima volta parte del budget stanziato per le missioni spaziali per supportare lo sviluppo di missili riutilizzabili e di nuove tecnologie di lancio.

L’Unione Europea, che ha già ha stipulato un accordo da 1 miliardi di Euro con la francese Arianespace, proporrà l’istruzione di un fondo spaziale europeo da 1 miliardo di Euro da destinare alle startup del settore.

Il Commissario europeo ha anche lasciato intendere l'ipotesi di sviluppare un sistema di connessione internet a banda larga satellitare come quello di Starlink, ma anche una piattaforma per evitare collisioni con satelliti ed altri oggetti in orbita.

Nell’intervista ha anche affermato di sperare che la Commissione Europea decida di destinare altri 16 miliardi di Euro per le missioni spaziali.

Uno dei progetti europei più strategici che viene portato avanti è il sistema di navigazione satellitare Galileo. Lo sviluppo dei satelliti durerà ancora tre anni, fino al 2024. Il suo obiettivo dichiarato è quello di sostituire completamente il GPS statunitense che per decenni ha agito praticamente in condizione di monopolio (nonostante alcuni esperti sostengano che il sistema Glonass russo sia ancora più efficente, ndr).

Nessuno fa più mistero del fatto che lo spazio sarà sicuramente il nuovo terreno di scontro nell’affermazione della potenza in campo militare, ma anche scientifico ed economico. Temi di interesse globale, come la guerra delle informazioni e i cambiamenti climatici, sono nell’agenda di tutte le maggiori potenze e trovano sempre più spazio nella politica internazionale.

Secondo il Sole 24 Ore ormai nella fascia orbitale si muovono satelliti di ogni tipo, da quelli di sorveglianza militare a quelli per la mappatura del pianeta e le telecomunicazioni.

In un’era caratterizzata, sulla superficie terrestre, da una continua accelerazione della rivoluzione tecnologica e della crescita del flusso di dati, secondo il Sole 24 Ore gli hub satellitari possono giocare un ruolo strategico nell’aumento dei volumi d’affari dei settori di riferimento.

Si pensi, ad esempio, al fatto che nel solo 2015 i servizi di telecomunicazione via satellite hanno generato un volume d’affari di 127 miliardi di dollari, per l’80% imputabile alla trasmissione televisiva e per il restante 20% ai servizi internet e telefonici, una quota pari al 7% del mercato planetario del settore. “E se già ora difficilmente calcolabili sono i benefici economici di sistemi come il Global Positioning System, legato a una costellazione di satelliti militari americani che vede potenziali sfidanti europei e cinesi” scrive il quotidiano economico, “è facile immaginare quanto ampie potranno essere le ricadute in un futuro caratterizzato dall’entrata in campo di tecnologie come l’Internet of Things e le macchine a guida autonoma”.

È la competizione globale bellezza! E una parte sempre crescente di essa si sta giocando sopra le nostre teste, e non solo in senso figurato.

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