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28/11/2020

USA - il segretario di stato dell'amministrazione Biden si è formato su una balla


Cominciano ad assumere fisionomia gli uomini della nuova amministrazione presidenziale di Biden. Uno di questi è Antony Blinken che sarà il nuovo Segretario di Stato e che, secondo alcuni “rappresenta una svolta netta nei confronti dell’amministrazione Trump non solo dal punto di vista politico, ma finanche da quello antropologico, culturale, psicologico”.

Un servizio dell’agenzia Agi ricostruisce la storia e la formazione di Blinken. Cresciuto a Parigi, parla fluentemente francese, ha studiato ad Harvard e alla Columbia University, è nato a New York nel 1962 in una famiglia ebraica, sostenitore del multilateralismo, favorevole all’accordo sul nucleare iraniano, è stato vice segretario di Stato negli ultimi due anni dell’amministrazione Obama, preceduti da quattro anni passati come consigliere per la sicurezza nazionale dello stesso Biden quando era vicepresidente.

Durante questi incarichi si è occupato di dossier pesanti: Afghanistan, Iran, Pakistan durante la prima amministrazione Obama, di Siria e conflitto ucraino come vice consigliere per la sicurezza nazionale. C’era anche lui nella “Situation room” scattata durante l’operazione che portò all’esecuzione sommaria di Osama Bin Laden, nel 2011. Insieme a Obama, Biden, Hillary Clinton e i vertici militari si intravede anche Antony Blinken.

In alcune uscite pubbliche, Blinken ha sottolineato quella che sarà la strategia della presidenza Biden e cioè che gli Stati Uniti riprenderanno il loro ruolo come potenza globale. “Perché, se non è Washington ad esprimere la sua leadership, o lo faranno altri, oppure si creano dei vuoti pericolosi. Tutte opzioni che certo non aiutano gli interessi americani”.

Nel background di Blinken colpisce però una frottola colossale. Un dettaglio che ipoteca tutti i peana che cominciano a circolare sui wondermen e wonderwoman sui quali il sistema mediatico – e il servilismo politico – stanno costruendo l’immagine della nuova amministrazione Usa.

Il futuro Segretario di Stato riafferma spesso la sua attenzione verso il Medio Oriente e viene descritto come “un amico fermo” nei confronti di Israele. Si racconta che questa relazione speciale nasca da un incontro d’infanzia con Samuel Pisar, un avvocato nato in Polonia e sopravvissuto ai campi di sterminio nazisti.

Pisar mostrava al piccolo Antony Blinken il numero da internato tatuato sull’avambraccio di quando era stato deportato ad Auschwitz e raccontava di essere riuscito a cavarsela scampando ad una “marcia della morte” fuori dal lager, nascondendosi per giorni in una foresta. E se questo è il passaggio decisivo nella formazione di Blinken arriviamo alla “frottola” colossale su cui si regge. Samuel Pisar, racconta al piccolo Antony che, nei dintorni di Auschwitz un giorno sentì un “suono profondo e rombante”: era un carrarmato statunitense. A quel punto disse le uniche tre parole che conosceva in inglese: “God bless America”.

E qui diventa inevitabile mettere i fatti della storia nel loro ordine. Abbiamo già visto il primo inciampo nel film “La vita è bella” di Benigni, ma adesso che anche l’uomo ispiratore del nuovo Segretario di Stato abbia visto un carro armato statunitense ad Auschwitz e quindi abbia dichiarato “Dio salvi l’America” è un falso storico clamoroso.


Quel carro armato non poteva che essere sovietico. Furono i tanks con la stella rossa ad arrivare in quella zona e a liberare i sopravvissuti nei campi di sterminio nazisti.

Il nuovo segretario di Stato Usa dovrà farsene una ragione.

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