I casi IRBM e ReiThera, denunciati da USB già a giugno.
Il 29 giugno in tempi non sospetti chiedevamo al CNR e al Ministro dell’Università di fornirci dati sulla partecipazione dell’Ente agli investimenti all’IRBM. Nella lettera sottolineavamo che anche per ReiThera, l’azienda del vaccino ‘italiano’ ma di proprietà della svizzera Keiros AG, ritenevamo ci potessero essere chiarimenti da fare sulla società e sul brevetto.
Nessuno rispose. Il servizio di Report di lunedì 16 novembre, che prende spunto anche da queste osservazioni di USB, ha svelato quello che temevamo e che le istituzioni hanno taciuto. Ma alcuni punti non sono emersi:
- fondi della fiscalità (in particolare fondi ordinari del CNR, ossia necessari per le funzioni principali dell’ente) destinati a sviluppare completamente il vaccino privato;
- il coinvolgimento dello Spallanzani che dimenticando di dover restare imparziale per esprimere il ruolo pubblico viene coinvolto pesantemente in un vaccino (che succederà se dopo l’approvazione non funzionerà? Come lo Spallanzani potrà giudicare eventuali insuccessi se è divenuto un suo progetto?);
- il CNR che, invece di fare ricerca, si limita a passare 3 milioni del proprio bilancio alla società privata, come fosse un’agenzia.
E come giudicare il ministro Manfredi che senza istituire un bando che paragonasse vari candidati decide che il vaccino di proprietà svizzera diverrà il vaccino ‘italiano’? Tutto questo deciso in una riunione il 17 marzo dove sono presenti anche gli organismi regolatori, in particolare l’AIFA, e nei contratti approvati dallo Spallanzani appare senza troppi veli la richiesta di affrettare i controlli.
Insomma una brutta storia che riafferma quanto USB dice da vent’anni. La natura non si brevetta, i fondi pubblici devono essere usati dalla ricerca pubblica, i risultati devono essere protetti e non oggetto di profitto, perché proprietà di tutti e non di una singola società capitalistica.
Su questo torneremo a chiedere con forza una legge specifica per impedire che investimenti pubblici, che nel caso del vaccino Rheitera rappresentano il 95% della spesa, producano spesa per i cittadini e profitto per il privato, ma anche la protezione dei dati pubblicati dalla ricerca pubblica e l’incompatibilità tra pubblico (in questo caso lo Spallanzani) e sperimentazione del privato.
Ma soprattutto ci batteremo affinché ai cittadini questo vaccino non costi nulla, né in via diretta, né in via indiretta con esborso da parte dello Stato.
Il Covid-19 sta evidenziando tutte le contraddizioni del nostro sistema, a partire dalla drammatica alternativa tra lavoro e salute fino all’utilizzo della fiscalità generale per realizzare profitto privato.
Il trattamento riservato alla Ricerca Pubblica è in tal senso emblematico e la vicenda del vaccino contro la pandemia come mezzo per realizzare profitto, invece che come strumento per difendere la salute delle popolazioni, è la squallida rappresentazione di un teatrino che solo USB sta denunciando da anni e continuerà a farlo, statene certi, finché avremo fiato per gridare, gambe per manifestare e, soprattutto, teste per pensare. Sempre in splendida solitudine.
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