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22/11/2020

La Gran Bretagna aumenta le spese militari nel mezzo della crisi Covid-19

In epoca di emergenza Covid-19, il governo britannico di Boris Jonhson ha pensato bene di rilanciare, emblematicamente, le spese militari con un mega stanziamento da 16,5 miliardi di sterline.

Si tratta dell’incremento piu’ sostanzioso dalla fine della Guerra Fredda, con un programma spalmato su 4 anni che prevede il riarmo e la modernizzazione delle forze armate britanniche. Il riarmo britannico punta sia sulla deterrenza tradizionale sia sul nuovo fronte della cyber-sicurezza con “tecnologie all’avanguardia”, nella difesa spaziale e nell’intelligenza artificiale applicata agli apparati bellici.

Malcolm Chalmers, del Royal United Services Institute, ha affermato che il risultato finale è stato “un aumento molto superiore per la difesa di quanto la maggior parte degli analisti, me compreso, avesse previsto. È il più grande aumento in termini reali del bilancio della difesa dai primi anni del premier Thatcher, un aumento compreso tra il 10 e il 15% in termini reali“.

Secondo il National Audit Office, il Ministero della Difesa ha già un deficit di 13 miliardi di sterline nel suo budget per le apparecchiature e sarebbe stato costretto a ridurre gli aerei e a smantellare una nave ospedale a meno che il divario non fosse stato colmato.

L’accordo di finanziamento per le spese militari doveva essere collegato a una revisione integrata della Difesa britannica e della politica estera dopo la Brexit, ma il ritardo nel concordare l’accordo finanziario significa che la decisione su questo è stata rinviata a fine gennaio o inizio febbraio.

La revisione finale dovrebbe vedere tagli alle dimensioni dell’esercito britannico e una riduzione del suo uso di carri armati raramente dispiegati, oltre all’impegno ad investire ulteriormente in droni armati e migliorare il sistema di armi nucleari Trident.

Il nuovo Labour del dopo-Corbyn, ha rilasciata una dichiarazione decisamente scandalosa valutando che l’annuncio dell’aumento delle spese militari segnala “un gradito e atteso miglioramento della difesa britannica dopo un decennio di declino”. Il segretario alla difesa ombra, John Healey, ha aggiunto che dal 2010 “la dimensione delle forze armate è stata ridotta di un quarto, la spesa per la difesa è stata tagliata di oltre 7 miliardi di sterline”.

La pensa diversamente Lloyd Russell-Moyle, parlamentare laburista di Brighton Kemptown, il quale ha affermato che mentre “finanziare le nostre forze armate è un dovere ... la gente si chiederà se giustamente dove la nostra sicurezza nazionale può ottenere denaro, perché il governo sta lasciando andare a fondo la protezione dei bambini e l’assistenza sociale”.

Anna Feuchtwang, amministratore delegato del National Children’s Bureau, ha dichiarato: “Se il governo riesce a trovare significativi fondi extra per la difesa, sicuramente può trovare denaro per i bambini in crisi. È spaventoso che le famiglie in difficoltà debbano fare affidamento sui banchi alimentari per cavarsela e che i servizi che potrebbero impedire loro di entrare in una spirale di crisi vengano tagliati di anno in anno con le autorità locali che rischiano la bancarotta”.

La decisione del governo britannico a nostro avviso è significativa della fase storica che stiamo vivendo. Mentre tutte le strutture del welfare (a cominciare dalla sanità) vanno in crisi durante l’emergenza pandemica rivelando i disastri provocati dai tagli inferti nei decenni scorsi, i governi liberisti ritengono di dover mettere mano al portafoglio per aumentare le spese militari. E non si disprezzi per questo il solo Johnson, anche in Italia verranno rispettate tutte le scadenze previste, come quella sui costosissimi e inutili F-35.

Il problema è che su questo capitolo malsano del keynesismo militare, non si rilevano divergenze quanto convergenze tra le forze politiche di ispirazione liberale, siano esse di destra o di sinistra. In una fase storica tumultuosa e investita da una crisi di sistema e di civilizzazione – quella capitalista – il ricorso alle spese militari e al potere coercitivo che ne deriva sta nel DNA stesso del sistema dominante e delle forze che vi si riconoscono.

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