I militari statunitensi sono presenti a Taiwan da almeno un anno per addestrare le forze armate taiwanesi e supervisionarne le difese nel quadro delle crescenti tensioni con la Cina.
A renderlo noto è il Wall Street Journal, secondo cui la presenza Usa si compone di due dozzine di membri delle forze speciali e di un piccolo contingente di Marines.
Fonti militari anonime citate dal quotidiano statunitense riferiscono che gli agenti speciali hanno lavorato a fianco delle forze di terra taiwanesi, mentre i marines hanno affiancato le forze marittime dell’Isola nelle operazioni su imbarcazioni di piccole dimensioni.
Il dipartimento della Difesa Usa non ha confermato o smentito le indiscrezioni, mentre un portavoce del Pentagono ha ribadito che il sostegno degli Stati Uniti a Taiwan punta a garantire “la pace, la sicurezza e la stabilità dell’Indo-Pacifico, incluso lo Stretto di Taiwan”.
Di fronte alla rivelazione del WSJ, la presidente di Taiwan, Tsai Ing Wen, ha confermato che un contingente di militari statunitensi si trova sull’Isola per addestrare i militari taiwanesi. Intervistata dall’emittente televisiva CNN, Tsai ha affermato che Taiwan “ha in essere un’ampia gamma di attività di cooperazione con gli Stati Uniti tese ad aumentare le nostre capacità difensive”.
La presidente non ha fornito indicazioni precise in merito all’entità della presenza militare statunitense, limitandosi ad affermare che tale presenza “non è consistente quanto alcuni sembrano pensare”.
Il ministro della Difesa di Taiwan, Chiu Kuo-cheng, ha commentato le parole della presidente aggiungendo che gli scambi militari con gli Stati Uniti sono “piuttosto numerosi e frequenti”, e “interessano ogni tipo di argomento”. Il ministro ha precisato che dalla presidente non è giunta alcuna conferma di una presenza fissa o stanziale delle forze Usa a Taiwan.
Già ad agosto il problema della presenza militare Usa a Taiwan era venuto fuori a causa di un maldestro tweet del senatore statunitense John Cornyn, ma le cifre indicate nel tweet (30.000 militari) non corrispondono alla realtà odierna quanto alla situazione precedente all’accordo raggiunto da Cina e Usa negli anni Settanta.
Ciononostante il giornale cinese Global Times già ad agosto commentava che le truppe di stazionamento statunitensi nell’isola di Taiwan “violano gravemente gli accordi firmati quando Cina e Stati Uniti hanno stabilito le loro relazioni diplomatiche, nonché tutti i documenti politici tra i due paesi”.
Non solo, secondo il giornale cinese la presenza militare Usa a Taiwan “è equivalente a un’invasione militare e all’occupazione della provincia cinese di Taiwan. È un atto di dichiarazione di guerra alla Repubblica popolare cinese”.
Relativamente alla conferma di queste ore sulla presenza di militari statunitensi a Taiwan, sempre il Global Times scrive in un editoriale che: “il fatto che le truppe statunitensi siano di stanza a Taiwan ha superato il traguardo. È uno dei fattori più pericolosi che potrebbe scatenare una guerra nello Stretto”, e poi in un altro passaggio dedicato alle autorità politiche di Taiwan annuncia che “più queste persone colludono con le forze esterne, più velocemente arriverà la punizione”.
Insomma non proprio un messaggio rassicurante sulle possibili tensioni e conflitti nella regione.
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