«La crisi con cui ci scontriamo è concettuale, addirittura di civiltà. Di fatto, è una crisi di approcci, di principi che determinano l’esistenza stessa dell’uomo sulla Terra...»Note
«...la rivoluzione non è la strada di uscita dalla crisi, ma la via per approfondire questa crisi. Nessuna rivoluzione valeva il danno da essa causato al potenziale umano …
Dopo la rivoluzione del 1917, i bolscevichi, basandosi sui dogmi del marxismo, dichiararono che avrebbero cambiato l’intero normale modello, non solo politico ed economico, ma anche il concetto stesso di cosa sia la morale umana, le basi di una sana struttura della società …
Distruzione di valori secolari, della fede, dei rapporti tra le persone, fino al completo rifiuto della famiglia – sì, ci fu anche questo … tutto questo venne definito come un passo verso il progresso e, tra l’altro, fu ampiamente appoggiato nel mondo e diventò di moda, proprio come oggi …
Questa nuova società di individui sovietici acquisì una tinta ideologica, e in questo non c’è niente di buono … l’uomo sovietico venne privato della proprietà in quanto tale, la proprietà individuale, quella per l’economia domestica … da qui l’atteggiamento verso il lavoro, la uravnilovka*, ecc…»
«… a Hollywood sfornano direttive su come girare un film e di cosa debba trattare, quanti personaggi, di che colore della pelle o di che genere. Ne vien fuori qualcosa di peggio che dal dipartimento agitazione e propaganda del Comitato centrale del Partito comunista dell’Unione Sovietica...
In una serie di paesi occidentali, la discussione sui diritti di uomini e donne si è trasformata in una perfetta fantasmagoria. Arriverete a quanto già proposto dai bolscevichi, cioè a socializzare non soltanto i polli, ma anche le donne. Ancora un passo e ci arriverete…»
«Nel momento in cui il mondo sta attraversando una rottura strutturale, l’importanza di un ragionevole conservatorismo quale fondamento dell’azione politica si è di molto accresciuta…»
Se non avete indovinato, ecco un piccolo suggerimento – una citazione, riportata ovunque, dagli interventi del medesimo personaggio: «Tutti dicono che il modello esistente di capitalismo, oggi alla base della struttura sociale nella stragrande maggioranza dei paesi, si è esaurito».
*In sintesi: la concezione contadina piccolo-borghese di dividere tutto e del non riconoscimento del lavoro qualificato. Stalin la inserì tra le “vecchie concezioni” e condizioni da eliminare, in vista della seconda pjatiletka e ne scrisse nel 1931 in “Nuova situazione – nuovi compiti dell’edificazione economica”.
** Secondo aiutino: l’autore di questo florilegio ultraconservatore siede ora al Cremlino...
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