Una grande manifestazione, quella della Cgil e di Cisl e Uil a San Giovanni. Tanta gente che ancora si mobilita contro i fascisti è davvero una buona notizia.
Nulla da segnalare invece sul fronte delle idee, gli interventi dei leader sindacali hanno confermato tutto: la lotta di classe l’hanno vinta i padroni, al sindacato rimane solo da abbaiare alla Luna, ma piano per non disturbare.
Da Oltretevere arrivano invece bordate di ben altro calibro. Papa Francesco ha messo in fila con precisione tutti i temi sul tavolo, elencando le “misure necessarie ma non sufficienti” da adottare.
Chiede di cambiare i modelli socio-economici; chiede la liberalizzazione dei brevetti perché ogni essere umano possa essere vaccinato; chiede agli organismi internazionali e alle banche di condonare ai Paesi poveri i debiti fatti; chiede alle compagnie estrattive, forestali, agroalimentari di smettere di distruggere l’ambiente, di intossicare gli alimenti, di imporre strutture monopolistiche che gonfiano i prezzi; chiede ai fabbricanti di armi di cessare totalmente la loro attività; ai giganti della tecnologia di non sfruttare la fragilità umana guadagnando su odio, notizie false, teorie cospirative, manipolazione politica; ai mezzi di comunicazione chiede di porre fine alla logica della post-verità, alla disinformazione e all’attrazione malata per il torbido.
Chiede di porre fine alle aggressioni e alle sanzioni unilaterali contro qualsiasi Paese, dicendo no al neocolonialismo.
Questo sistema, dice Francesco, sta sfuggendo a ogni controllo umano e ci porta verso l’abisso: i Governi siano al servizio dei popoli che domandano terra, casa, lavoro e una vita buona.
Per cambiare modello economico occorre il salario universale, un reddito minimo affinché ognuno possa accedere ai beni più elementari, e la ricchezza di una parte deve essere condivisa con equità. Serve infine lavorare meno affinché più gente abbia accesso al lavoro.
Non siamo condannati a un futuro basato sulla disuguaglianza, sull’esclusione, sul privilegio, sullo sfruttamento e sull’abuso. Bisogna affrontare populisti e intolleranti e quanti ci portano all’indifferenza, alla meritocrazia, all’individualismo. Non si può tornare agli schemi pre-pandemia perché sarebbe suicida e, forzando, ecocida e genocida.
Conclude il Papa benedicendo Black Lives Matter, definendolo un samaritano collettivo che davanti alla morte di George Floyd non passò oltre.
Ecco, a San Giovanni queste parole non si sono sentite. Si è invece sentito tutto l’imbarazzo di chi sa perfettamente che già lunedì si ricomincerà a trovare la strada, con Draghi e von der Leyen, per continuare a veleggiare serenamente verso la catastrofe.
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