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07/10/2021

Ricordando Norman Bethune

È stata una buona idea quella della Red Star Press di ripubblicare quest’anno Il bisturi e la spada, testo di reperibilità ormai difficile in traduzione italiana. (pag. 341, €25).

Il libro è una dettagliata biografia del famoso medico canadese Norman Bethune (1890-1939), che mise il suo sapere di affermato chirurgo prima al servizio delle classi popolari del Canada e in seguito dei combattenti repubblicani in Spagna e comunisti in Cina. Dopo la sua morte, nel 1939, Mao Ze Dong gli dedicò l’ appassionato ricordo In memoria di Norman Bethune.

Il libro è opera del giornalista Ted Allan, che di Bethune fu compagno nel Partito Comunista Canadese e nella guerra di Spagna e del suo collega Sidney Gordon e, diciamolo chiaramente, anche se di lettura piacevole e interessante, ha dei toni narrativi a volte piuttosto agiografici.

Probabilmente ciò è dovuto al momento in cui fu scritto, all’inizio degli anni cinquanta, quando la rivoluzione cinese era da poco terminata e celebrava i suoi eroi che avevano contributo alla vittoria dopo una lotta durata decenni.

Il libro fu pubblicato la prima volta in traduzione italiana da Feltrinelli, nel 1955 e in seguito, durante le lotte studentesche della fine degli anni sessanta e dell’inizio dei settanta, divenne un testo di riferimento per molti studenti di medicina che cercavano di dare un senso politico ai loro studi.

La presa di coscienza politica di Norman Bethune maturò in buona parte attraverso la sua esperienza professionale. Avendo aperto il proprio studio medico ai limiti di un quartiere popolare, si rese ben presto conto di come i poveri non avessero mezzi per pagarsi le cure, a volte anche quelle più semplici.

Cominciò a visitare e curare gratuitamente molte persone del popolo, mentre il suo studio e persino la sua casa divennero un punto di riferimento, poiché proprio nel suo domicilio, essendo attento anche all’educazione, aprì con una collaboratrice un atelier artistico per i piccoli del quartiere. Ciò comportò, purtroppo, la devastazione della casa-atelier da parte dei fascisti.

Colpito dalla tubercolosi, che gli costò la perdita di un polmone, approfondì lo studio della cura chirurgica di tale malattia, divenendo in breve un chirurgo toracico di fama, inventore tra l’altro di nuove tecniche e di nuovi strumenti.

Forse proprio l’essersi specializzato nella cura della TBC, una malattia dalle note implicazioni sociali, lo convinse della necessità di rivoluzionare i servizi sanitari, immaginando un sistema sanitario pubblico che non attenda che l’ammalato si rivolga, spesso tardivamente, per ragioni economiche, al medico.

Deve essere la sanità – pensava Bethune – ad andare per prima incontro al cittadino, possibilmente prima ancora che si ammali, con la prevenzione, e se è già ammalato, curarlo prima che sia troppo tardi. Una convinzione che fu rafforzata in Bethune dalla partecipazione a un convegno medico in URSS, che egli trasformò in un’occasione di inchiesta politica sulla sanità sovietica.

Fu proprio il sovrapporsi del suo forte impegno sociale alla sua fama di chirurgo che portò il comitato canadese per gli aiuti alla Spagna democratica a chiedergli di dirigere una missione medica finanziata con fondi raccolti da una sottoscrizione svolta in tutto il Canada.

Bethune non esitò ad accettare e poco tempo dopo partì. In Spagna egli svolse un lavoro sanitario massacrante, ed ebbe un rapporto particolarmente intenso con il comandante Carlos Contreras, l’italiano Vittorio Vidali, mentre maturava perplessità sulle indecisioni e le incertezze politico-militari del governo spagnolo.

Dal punto di vista strettamente sanitario, la grande innovazione portata da Bethune fu quella di avvicinare i punti di soccorso alle prime linee, per offrire assistenza immediata ai feriti, ma ancor più fu l’invenzione delle unità trasfusionali mobili.

Bethune aveva notato che un gran numero di soldati periva per dissanguamento, anche se le ferite di per sé non sarebbero state mortali. Per questo, creò le unità mobili che consentivano trasfusioni tempestive ai feriti.

Fu proprio Carlos Contreras che chiese a Bethune di rientrare in Canada dopo la battaglia di Guadalajara. Tale battaglia aveva dimostrato, secondo Carlos, che la guerra si poteva vincere disponendo di armi adeguate. Purtroppo i rifornimenti ai repubblicani erano scarsi.

Gran Bretagna, Francia e USA avevano dichiarato l’embargo e i soli aiuti dell’URSS non potevano bastare perché le navi sovietiche dovevano compiere un viaggio troppo lungo e pericoloso.

Per contro, Germania e Italia non lesinavano aiuti ai franchisti. Secondo Carlos, era più utile che Bethune rientrasse in America per cercare di mobilitare l’opinione pubblica in favore della Spagna e far mutare atteggiamento ai governi di Canada e USA.

Bethune esitò, ma alla fine accettò di lasciare la Spagna e per sette mesi si dedicò al suo compito di conferenziere a favore della causa repubblicana. Fu proprio durante una di tali conferenze che annunciò la sua iscrizione al Partito Comunista Canadese.

Bethune sarebbe tornato volentieri in Spagna, ma quando prese la decisione, un gruppo di medici americani lo aveva preceduto. Inoltre, il fronte cinese reclamava urgente aiuto. Bethune prese contatto con l’Associazione per la difesa della Cina, diretta dalla moglie del primo presidente cinese Sun Yat Sen, chiedendo che si formasse una colonna medica a sostegno dei combattenti cinesi.

Il periodo cinese dell’attività di Bethune fu anch’esso molto intenso. Le condizioni del paese erano di estrema povertà e le strutture sanitarie pressoché inesistenti. Inoltre, Bethune dovette rendersi conto che la cultura dei cinesi era ben diversa dalla sua. Per esempio, quando propose agli abitanti di un villaggio di donare il sangue per salvare la vita di un soldato ferito, dovette confrontarsi con la paura che la pratica trasfusionale, praticamente sconosciuta in Cina, provocava nei contadini.

Tuttavia egli non si perse d’animo e con molta sensibilità riuscì non solo a istituire delle unità mobili trasfusionali simili a quelle realizzate in Spagna ma anche a costruire un ospedale modello che divenne un punto di riferimento per lo sviluppo della sanità in Cina.

In Cina Bethune si dedicò particolarmente alla formazione del personale sanitario, assolutamente necessaria in una situazione in cui medici e infermieri erano pochi e spesso improvvisati. Lo fece sia formando direttamente il personale, sia scrivendo opuscoli e manuali che, tradotti, in cinese, furono largamente distribuiti.

Non credo di sbagliare dicendo che molto probabilmente Bethune è colui che ha posto le basi ideali per la politica di formazione dei “medici scalzi” che ebbero un ruolo fondamentale nella costruzione della sanità pubblica della Cina post rivoluzionaria.

Tali medici erano contadini che ricevevano una formazione sanitaria accelerata e che in seguito istruivano la popolazione in materia di igiene, profilassi, pianificazione familiare e curavano le malattie più comuni nelle campagne.

Bethune morì nel 1939, a causa di una sepsi dovuta a una ferita che si era provocato durante un intervento. Le sue spoglie riposano in Cina, in un piccolo mausoleo sulle cui pareti sono affisse diverse lapidi commemorative firmate dai più importanti comandanti delle armate rivoluzionarie cinesi.

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