Solo sabato 2 ottobre, il Vice Presidente CE, a Milano, affermava che la prima emergenza di tutti i governi è quella della sicurezza della popolazione e oggi il pericolo più grave è il cambiamento climatico.
Nel mentre nei meandri del tunnel geognostico di Chiomonte, gli addetti ai controlli, notavano un rivolo di acqua che in pochi secondi è diventato un bel ruscello che velocissimo ha allagato i 7 km di lavori fin’ora svolti.
Così hanno chiamato i Pompieri che in tutta risposta gli hanno detto “siamo attrezzati per svuotare cantine e non montagne”.
Le imponenti pompe idrauliche, infatti, 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno “prelevano le acque dalle vasche di raccolta, e le rigurgitano all’esterno dello scavo verso la Val Clarea, spingendole per km come in una gigantesca siringa”, come si legge su La Stampa di ieri.
Quindi questi fenomeni di Telt hanno devastato una montagna, per un tunnel che serve proprio per vedere cosa c’è al suo interno, hanno trovato solo acqua, la stessa che ora gli ha occupato i loro 7 km di cratere mortifero.
La natura si ribella bloccando brutalmente i lavori nel tunnel Tav di Chiomonte. E da Telt minimizzano un problema molto grave con un “macché è tutto sotto controllo”.
Ma il Vice Presidente della Commissione Europea è a conoscenza degli impieghi di consumo energetico per il funzionamento delle pompe idrauliche? Dello spreco d’acqua, di questa importante portata? Gli stessi comuni della valle di Susa non hanno invece risorse per tutelare le popolazioni dalle cicliche e annunciate alluvioni.
Dentro Telt solo pericolosi incompetenti, una vera e propria minaccia per la salute di questo territorio e di chi lo vive, sprecando ingenti fondi pubblici che vengono sottratti ai servizi realmente necessari.
Vogliamo Telt fuori dalla Valsusa.
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