Gli Stati Uniti e la NATO hanno formalmente respinto le principali richieste della Russia per avere la garanzia che l’Alleanza Atlantica non si espanderà più vicino ai suoi confini.
Le indiscrezioni sui documenti ufficiali sono state pubblicate questa mattina dal quotidiano spagnolo El Pais. Da quanto emerge le richieste di Mosca per una garanzia scritta che l’Ucraina non sarà ammessa come membro della NATO, dopo diversi giri di colloqui tra diplomatici russi e occidentali, sono state respinte.
La risposta è arrivata sotto forma di due testi: uno da Washington intitolato Confidential/Rel Russia (composto da un’introduzione, sette punti e brevi conclusioni); e un altro, sotto il titolo NATO-Russia Restricted (con 12 paragrafi), dall’Alleanza Atlantica. I testi riflettono in gran parte – anche se in modo molto più dettagliato – i messaggi che i leader occidentali hanno trasmesso in pubblico al Cremlino. Gli Stati Uniti e la NATO hanno coordinato le loro risposte, che sono complementari ma differiscono in alcuni aspetti.
I funzionari Usa e Nato affermano di rimanere aperti al dialogo e hanno offerto alcune aree di possibile cooperazione. La NATO ha accusato la Russia di un “sostanziale, non provocato, ingiustificato e continuo” accumulo di militari a ridosso dell’Ucraina e in Bielorussia. Il blocco atlantico ha ribadito il suo sostegno al “diritto degli altri stati di scegliere o cambiare gli accordi di sicurezza”, rimproverando la richiesta della Russia di non accettare né l’ingresso dell’Ucraina né di nuovi membri nella NATO.
Secondo quanto riportato nei documenti statunitensi, il blocco guidato dagli Stati Uniti ha negato di rappresentare una minaccia per la Russia e ha sostenuto di aver “teso la mano dell’amicizia”, offrendo a Mosca il dialogo dopo la fine della guerra fredda nei primi anni ’90.
“A nessun altro partner è stata offerta una relazione comparabile o un quadro istituzionale simile. Eppure la Russia ha rotto la fiducia al centro della nostra cooperazione e ha sfidato i principi fondamentali dell’architettura di sicurezza globale ed euro-atlantica” affermano gli USA.
Gli Stati Uniti hanno analogamente respinto la richiesta che la NATO non si espanda ancora più vicino ai confini della Russia. “Gli Stati Uniti continuano a sostenere fermamente la politica della porta aperta della NATO”, ha detto la risposta scritta.
Washington ha detto di essere pronta a discutere “impegni reciproci da parte degli Stati Uniti e della Russia di astenersi dallo schierare sistemi missilistici offensivi a terra e forze permanenti con una missione di combattimento sul territorio dell’Ucraina”.
“La revoca dell’accumulo di truppe della Russia in Ucraina e nei dintorni sarà essenziale per un progresso sostanziale”, ha scritto invece la NATO.
Da parte sua, la NATO ha offerto misure generali di trasparenza e di rafforzamento della fiducia, come lo scambio di briefing sulle esercitazioni militari dell’altro, le consultazioni, la creazione di una hotline civile, e il ripristino delle rispettive missioni a Mosca e Bruxelles.
Per quanto riguarda le forze degli Stati Uniti e della NATO in Europa orientale, il loro attuale dispiegamento era “limitato, proporzionato e nel pieno rispetto degli impegni previsti dall’Atto di fondazione della NATO-Russia”, il documento aggiunge che gli alleati “rafforzeranno la nostra posizione difensiva” se la Russia attacca l’Ucraina o aumenta la propria “posizione di forza”.
Rispecchiando la risposta della NATO, gli Stati Uniti hanno scritto che il progresso nel dialogo può essere raggiunto solo “in un ambiente di de-escalation rispetto alle azioni minacciose della Russia verso l’Ucraina”.
Gli Stati Uniti hanno detto di essere pronti a continuare le discussioni sul controllo delle armi strategiche con Mosca, compresi i limiti sul dispiegamento di missili balistici e bombardieri equipaggiati con materiale nucleare.
La Russia ha nuovamente negato piani per attaccare l’Ucraina ed ha ripetutamente dichiarato che vede le infrastrutture militari dell’Occidente lungo i suoi confini come una minaccia. A dicembre, Mosca ha proposto che gli Stati Uniti e la NATO firmino trattati legalmente vincolanti in materia.
Il presidente russo Vladimir Putin ha detto martedì che le risposte scritte inviate a Mosca hanno dimostrato il disprezzo di Washington per le preoccupazioni “fondamentali” della Russia in materia di sicurezza. Osservazioni simili riguardo alla posizione occidentale erano state avanzate dal ministro degli esteri russo Sergey Lavrov.
L’analista russo Ivan Timofeev scrive oggi su Russia Today che Mosca ha davanti tre scenari: la guerra, una situazione di tensione permanente, fare buon viso a cattivo gioco.
Secondo Timofeev il primo scenario è ovviamente irto di rischi significativi per la Russia. Tale scenario appare indesiderabile anche per l’Occidente, ma presenta anche alcuni vantaggi sotto forma di un consolidamento accelerato della NATO e dell’esaurimento di uno dei principali avversari globali.
Il secondo scenario è abbastanza accettabile per l’Occidente. Per la Russia, ha meno rischi, ma i vantaggi sono limitati. Il suo pericolo principale è l’accumulo graduale della pressione occidentale.
Lo stesso pericolo c’è anche nel terzo scenario. Anche l’Occidente si sente in questo scenario abbastanza a suo agio, ma il successo della Russia non è predeterminato e dipenderà dalla pazienza strategica, oltre che dalla capacità di gestire risorse limitate e di utilizzare l’energia dell’avversario nel proprio interesse.
Secondo Timofeev il compito principale per l’Occidente sarà quello di “calmare” la Russia e portare la competizione in una modalità fiacca e conveniente per sé. “Il compito principale per la Russia è quello di evitare un eccessivo sovraffaticamento e, allo stesso tempo, non impantanarsi in un confronto costoso, mantenendo e utilizzando le leve di pressione sull’Occidente laddove i propri interessi lo richiedono”.
L’ambasciatore della Russia all’Onu, Vassily Nebenzya ha accusato l’Ucraina di farsi del male da sola sabotando gli accordi di Minsk, due trattati di pace firmati nel 2014 e 2015 che miravano a porre fine alla guerra nel Donbass. “Il continuo rifiuto dell’Ucraina di attuare gli accordi di pace di Minsk significa che Kiev deve incolpare solo se stessa per la sua imminente distruzione”, ha affermato l’ambasciatore russo nella tubrolenta riunione del Consiglio di Sicurezza di lunedi scorso.
Secondo gli Stati Uniti, Mosca è accusata di non aver rispettato la sua parte dell’accordo di Minsk in quanto è responsabile del sostegno ai gruppi armati illegali nel Donbass, inoltre accusano la Russia di mettere le proprie truppe nella regione. Secondo i trattati, tutti i combattenti stranieri devono essere trasferiti dall’Ucraina. Il problema è sapere chiaramente se gli USA ritengono tali anche i “consiglieri militari” della Nato e i contractors inviati da diverse potenze occidentali in Ucraina sul fronte del Donbass.
L’accordo di Minsk è un terreno laterale ma che potrebbe rivelarsi interessante per la cosiddetta de-escalation. In esso infatti non figurano come negoziatori gli Usa ma Germania e Francia oltre a Russia e Ucraina. Praticamente tutti gli attori che, diversamente dagli Stati Uniti, hanno tutto l’interesse ad evitare una guerra.
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