Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

02/03/2022

Ucraina-Russia. Negoziati sospesi. Principali città ucraine sotto attacco. L’Italia entra “nell’economia di guerra”

I negoziati tra Russia e Ucraina non sono stati annullati ma soltanto rinviati e presto ci saranno annunci ufficiali in merito. Lo annuncia l’agenzia di stampa russa Tass. Secondo alcune fonti i colloqui potrebbero riprendere questa sera o più tardi, mentre la Tass sostiene che la nuova tornata di consultazioni tra le delegazioni di Russia e Ucraina si terrà nel territorio della Bielorussia, a Belovezhskaya Pushcha, nel corso del fine settimana. Secondo una fonte interpellata dall’agenzia di stampa Interfax è invece “improbabile” che un secondo round di colloqui tra una delegazione russa e una ucraina si svolga oggi. “Molto probabilmente, ciò accadrà alla fine della settimana”. Al momento non sono reperibili commenti o valutazioni da parte delle autorità ucraine.

La delegazione russa è pronta a riprendere i colloqui con l’Ucraina questa sera, ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. La delegazione russa attenderà oggi pomeriggio, quella ucraina per proseguire i colloqui, ha detto il portavoce del Cremlino. “Questo pomeriggio, nel tardo pomeriggio, la nostra delegazione sarà sul posto in attesa dei negoziatori ucraini. La nostra delegazione sarà pronta a continuare i colloqui questa sera”, ha detto Peskov, senza specificare il luogo dei negoziati.

La Reuters riporta che il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy ha affermato ieri che la Russia deve smettere di bombardare le città ucraine prima che i colloqui significativi su un cessate il fuoco possano iniziare, dato che un primo round di negoziati questa settimana ha prodotto scarsi progressi. Parlando in un’intervista in un complesso governativo pesantemente sorvegliato, Zelenskiy ha esortato i membri della NATO a imporre una no fly zone per fermare l’aviazione russa, dicendo che questa sarebbe una misura preventiva e non destinata a trascinare l’alleanza nella guerra con la Russia.

Il fronte militare

La città ucraina di Kharkiv continua a essere sotto attacco delle truppe russe: secondo i media locali, è stato colpito da un attacco missilistico l’edificio dove ha sede il dipartimento degli Interni regionale, che risulta quasi completamente distrutto. Almeno 21 persone sono state uccise e 112 ferite nei bombardamenti sulla città ucraina di Kharkiv, nelle ultime 24 ore. Non viene specificato quanti di questi siano civili o militari.

La città di Kherson, invece, sembra destinata a capitolare stando alle parole del sindaco della città, Igor Kolykhayev, secondo cui è “in corso” l’occupazione della città da parte delle forze russe e circa 200 persone sono rimaste uccise durante gli scontri per tentare di difenderla.

Secondo diverse fonti già nella giornata di ieri, la città portuale di Mariupol è stata circondata. La conferma viene anche dal rappresentante della milizia dell’autoproclamata repubblica popolare di Donetsk, Eduard Basurin. La presa di Mariupol è strategicamente importante per le forze russe, in primis per assumere il controllo dello scalo marittimo, ma anche per proteggere il ponte che collega Rostov sul Don alla Crimea e creare un corridoio sino a Kherson.

Le vittime civili

Secondo l’ufficio dell’Onu per i diritti umani, le vittime civili di questi cinque giorni di combattimenti e bombardamenti sono “almeno 136” di cui 13 bambini. I feriti, secondo questa stima, sono invece almeno 400.

Bombardata la torre della televisione ucraina. Le tv ancora una volta bersaglio di guerra

Sono almeno cinque le vittime del bombardamento della torre televisiva di Kiev mentre altre cinque persone sarebbero rimaste ferite. È il primo bilancio riportato dall’agenzia ucraina Rbk. Secondo le fonti dell’agenzia, l’esplosione è avvenuta dopo che la torre è stata colpita due volte. I soccorritori hanno già evacuato cinque persone che si trovavano nell’edificio.

Ancora una volta le televisioni diventano quindi target della guerra. Sembra ripetersi lo scenario visto a Belgrado nel 1999 con la sede della televisione serba bombardata dalla Nato (16 i morti) o Gaza nel 2021 con la torre della televisione Al Jazeera e di altri network bombardata dagli aerei israeliani (senza morti). Alcuni canali televisivi ucraini, intanto, hanno ripreso le trasmissioni.

La Cina continuerà la cooperazione economica con la Russia, no alle sanzioni

La Cina ribadisce che continuerà a svolgere una “normale cooperazione commerciale” con la Russia, nonostante le sanzioni a Mosca dei Paesi occidentali. Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, in risposta a una domanda diretta e specifica sulla possibilità che Pechino continui a comprare il gas russo. Il portavoce ha ribadito l’opposizione di Pechino al ricorso alle sanzioni “unilaterali illegali” e ha sottolineato che Cina e Russia “continueranno a svolgere la normale cooperazione commerciale nello spirito del rispetto reciproco, dell’uguaglianza e del reciproco vantaggio”.

L’Italia è il paese europeo che rischia di più dalle sanzioni alla Russia

Secondo un articolo pubblicato dal New York Times, l’Italia è il paese europeo che rischia di più dalle sanzioni adottate contro la Russia. Il quotidiano statunitense sottolinea come gli approvvigionamenti di gas del nostro Paese dipendano per oltre il 40 per cento dalla Russia. “Dopo un’iniziale cautela legata all’effetto boomerang che le sanzioni avrebbero avuto sulle importazioni energetiche dell’Italia, sulle imprese del lusso e sul settore bancario, uno dei Paesi che in Europa vanta i più stretti legami con la Russia si è fatto avanti assieme ai suoi alleati occidentali per imporre sanzioni muscolari contro Putin, anche a costo di danneggiare ancor più gli italiani”, si legge nel pezzo firmato dal corrispondente Jason Horowitz. “L’Italia, che una volta era considerata dalla Russia e dai nervosi alleati Nato come il ventre molle d’Europa, ha blindato l’unità del blocco europeo e ha accettato il rischio che il Cremlino possa chiudere i rubinetti del gas come ritorsione”, evidenzia ancora il New York Times.

La guerra in Ucraina arriva anche nel carrello della spesa degli italiani. Il rincaro dei beni energetici si trasferisce sulla filiera agroalimentare e colpisce gli agricoltori, costretti ad affrontare rincari nei costi di produzione, ed i consumatori con il rischio della perdita del lavoro, della stabilità economica, ma anche delle forniture alimentari con l’inflazione che spinge i prezzi al consumo e aumenta povertà e fame in Italia e nel mondo. È quanto afferma la Coldiretti in occasione della diffusione dei dati Istat sull’inflazione a febbraio che evidenziano un balzo del 45,9 per cento per l’energia e del 4,9 per cento per gli alimentari.

La Turchia non adotta le sanzioni contro la Russia, l’Ungheria non consentirà il passaggio di armi per l’Ucraina

Il fronte delle sanzioni contro la Russia mostra qualche crepa. La Turchia non ha intenzione di adottare sanzioni contro la Russia per la guerra con l’Ucraina ha detto il ministro degli Esteri, Mevlut Cavusoglu, all’emittente turca Haberturk. “In linea di principio, non abbiamo partecipato alle sanzioni in senso generale e non abbiamo nemmeno intenzione di unirci a queste sanzioni”, ha detto il ministro, precisando come la posizione della Turchia, membro Nato, sia quella di “non schierarsi”.

“Al contrario – ha rimarcato – siamo un Paese che può stabilire un dialogo paritario con entrambe le parti per porre fine al conflitto. Non possiamo permetterci di schierarci”.

Riguardo alla Convenzione di Montreux che regola la navigazione nello Stretto dei Dardanelli, nel Mar di Marmara e nel Bosforo, il ministro ha dichiarato che Ankara ha inviato notifiche ufficiali riguardo alla propria posizione ai Paesi coinvolti nella guerra, alla luce del fatto che la convenzione riconosce alla Turchia l’autorità di vietare il passaggio alle navi da guerra durante un conflitto.

L’Ungheria ha ribadito che non vuole ulteriori soldati NATO sul suo territorio e soprattutto non è disponibile ad offrire armi all’Ucraina. La differente posizione tra l’Ungheria e gli altri paesi dell’Unione Europea porta a non poche fratture anche nel gruppo dei paesi di Visegrad (Polonia, Ungheria, Rep.Ceca e Slovacchia) all’interno della UE.

Fonti: Agi, Nova, Ansa, Tass, Reuters

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento