“I funzionari americani affermano in privato che i jet occidentali (F-16, ma anche altri) saranno poco utili nello scontro in atto, a motivo delle forti difese aeree della Russia”. Questo un cenno dal sen fuggito che si può leggere in un articolo del Washington Post (1).
Quando l’abbiamo letto non credevamo ai nostri occhi. Per mesi i media hanno esaltato gli F-16, interpellato maghi e analisti che in maniera dotta hanno spiegato l’impatto dirompente che avrebbero avuto sul campo di battaglia ucraino. Un’arma in grado di ribaltare le sorti della guerra, si diceva. Ora, in privato, dicono che non servono praticamente a niente.
In effetti, tante sono le criticità riguardo l’uso degli F-16 nel teatro di guerra ucraino, non solo la temibile contraerea russa (gli S-400). Ne abbiamo scritto in altra nota, ma un articolo di Dmitry Orlov, pubblicato sul sito del Ron Paul Institute (2), ne accenna una invero singolare.
F-16: i jet aspirapolvere
Velivoli concepiti oltre 50 anni fa, gli F-16 hanno la peculiarità di “avere una presa d’aria molto prossima al suolo, così che al decollo aspirano tutto ciò che si trova sulla pista. Non possono operare dalle basi sporche e rovinate tipiche dell’Ucraina perché i detriti verrebbero risucchiati nel motore e lo metterebbero fuori uso”.
“Se gli ucraini tentassero di costruire nuove piste, i russi le individuerebbero immediatamente, grazie al satellite geosincrono puntato in modo permanente sul territorio ucraino”.
“Piuttosto che sparare missili su queste nuove basi, [i russi] potrebbero adoperare una strategia più sottile: usare uno dei loro Geranium 2 super economici per disseminare la pista di decollo di frammenti metallici, che verrebbero aspirati dai motori dell’F-16... così da farli bruciare in volo. Dal momento che si tratta di aerei monomotore, non hanno la possibilità di tornare indietro, seppur zoppicando, con il motore rimanente: il pilota dovrebbe abbandonare il velivolo, che andrebbe a schiantarsi al suolo”.
Tutto ciò forse spiega perché gli Usa sono così riluttanti a dare il loro placet ai Paesi europei perché istruiscano i piloti ucraini sull’utilizzo dei loro jet (una luce verde che ancora non arriva).
Tale titubanza potrebbe spiegarsi cioè col timore di vederli cadere come mosche nell’ambito del conflitto ucraino. Le industrie militari Usa vedrebbero così fuggire a gambe levate i possibili acquirenti futuri. Chissà, forse gli F-16 arriveranno a Kiev a guerra finita...
Note:
1) Link 1
2) Link 2
Fonte
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