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23/07/2023

Il riscaldamento globale in un grafico


di Sandro Calmanati

Ieri, che era il mio cinquantenario, ho detto che sarebbe stato il giorno più caldo mai vissuto a Roma e probabilmente fra i più freschi dei prossimi cinquant’anni.

Questo sembra certamente un po’ retorico, un modo di dire esagerato per fare scena.

E invece no.

Provo a raccontarvi questa figura estratta da uno studio di qualche anno fa a cui ho lavorato insieme a una serie di stimatissimi e qualificatissimi colleghi fra cui Vincenzo Gianmaria Alessio Paolo Sam che possono volendo venire qui ed aggiungere il loro punto di vista.

Seguitemi, è facile.

Per fare questa figura abbiamo preso 5 modelli climatici regionali per l’area del Mediterraneo e per ciascuno di questi abbiamo messo sul grafico l’evoluzione della temperatura media superficiale del mare (le lineette nere sottili). Lo zero corrisponde alla media del periodo 1961-1990.

Per rendere il grafico più leggibile (oh magari poi non ci siamo riusciti, dite voi) abbiamo aggiunto una linea nera più cicciotta per indicare la media fra questi 5 modelli.

Abbiamo aggiunto anche una fascia grigetta che rappresenta l’intervallo più probabile all’interno del quale crediamo che si possano effettivamente trovare questi valori di temperatura media.

E infine abbiamo aggiunto anche una linea rossa, cioè la temperatura media del Mediterraneo secondo i modelli di scala globale, che sul mare nostro ci andavano un po’ grossolani ma in realtà poi alla fine come vedete siamo lì.

Ma veniamo a ieri.

Quando abbiamo lavorato a questo studio ci trovavamo grosso modo nella zona cerchiata in verde. Faceva già caldino, ma tutto sommato, considerando la banda grigia dei valori più verosimili, eravamo ancora abbastanza vicini al Mediterraneo del secolo precedente. Perciò eravamo preoccupati certo, ma in fondo eravamo forse un po’ ottimisti a pensare che facendo vedere figure come questa ci saremmo decisi a fare qualcosa.

Ieri, che era – ripeto perché ci tengo – il mio cinquantenario, eravamo nella zona cerchiata di fucsia, notate la sagace scelta del colore. Anche oggi siamo nella zona fucsia. Ci stiamo inesorabilmente allontanando dal Mediterraneo del secolo scorso.

Intorno al 2050 saremo decisamente su un altro pianeta, e questo – mi dispiace un po’ dirvelo – è abbastanza indipendente da quello che sceglieremo di fare oggi con le emissioni di anidride carbonica, perché ormai abbiamo mandato talmente a puttane il sistema climatico che tornare indietro nel giro di 30 anni è impossibile.

Per questo, come dicevo ieri, sono ragionevolmente certo che la giornata di ieri, e soprattutto la nottata di merda appena trascorsa, non è stata poi così male rispetto a quello che ci attende. Per lo meno, sarà stata una notevole anticipazione.

Fra l’altro mi sto anche incartando con la consecutio temporum in questo saltare dal passato al passato prossimo, poi al presente, e poi al futuro. Ma insomma spero che ci siamo capiti.

Come continua la storia dopo il 2050 è ancora in parte nelle nostre mani, forse. Ma per oggi basta così.

In ogni caso vi sconsiglio fortemente – anzi vi prego non fatelo – di installare l’aria condizionata per stare più freschi d’estate a meno che non siate assolutamente certi che TUTTA l’energia necessaria per far funzionare l’impianto venga da una pala eolica o da un pannello fotovoltaico.

Questo è il link alla pubblicazione scientifica da cui è tratta la figura.

Fonte

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