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30/07/2023

Niger - I risvolti internazionali del colpo di stato

di Francesco Dall'Aglio

La situazione in Niger diventa sempre più complessa e, soprattutto, le ramificazioni internazionali del colpo di stato aumentano.

Il 26 luglio il generale Abdourahamane Tchiani, capo della Guardia Presidenziale, si è proclamato "capo del Consiglio Nazionale per la Difesa della patria" e il 29 è stato proclamato nuovo capo di stato, ma il presidente Mohamed Bazoum ha dichiarato che non ha intenzione di lasciare il suo posto e che continuano i negoziati con i ribelli, anche se non è chiaro chi le conduce e a che scopo.

Il 27, anche l'esercito si è schierato con i ribelli e nella capitale Niamey sono cominciate manifestazioni pro-esercito e sono comparse le prime bandiere russe, il cui numero è aumentato di parecchio nei giorni successivi. E mentre la Russia, tramite Prigožin, si è complimentata con i ribelli e ha promesso sostegno, le reazioni internazionali sono state ovviamente molto critiche, soprattutto quelle di Francia e USA che hanno dichiarato che non riconoscono il cambio di governo.

Oggi ad Abuja (Nigeria) si sta tenendo un vertice straordinario dei capi di stato dei paesi dell'ECOWAS, la Comunità Economica dei Paesi dell'Africa Occidentale, preoccupati delle potenzialità destabilizzanti del colpo di stato. Il vertice ha dato sette giorni di tempo ai rivoltosi per sgomberare il campo, altrimenti non esclude la possibilità di un intervento militare; anche l'Unione Economica e Monetaria dell'Africa Occidentale (UEMOA), che raggruppa i paesi che utilizzano come valuta il Franco CFA, ha minacciato sanzioni quali la sospensione del Niger dall'associazione, l'esclusione dalla Banca Centrale e dai mercati finanziari UEMOA, e la chiusura dello spazio aereo dell'Associazione agli aerei del Niger.

Anche il Ciad, che confina a est con il Niger ma non è membro di nessuna delle due organizzazioni, è stato invitato al summit ECOWAS. Inoltre, a parte la presenza militare statunitense e francese, con circa 15000 soldati, in Niger è attiva da febbraio una missione militare dell'Unione Europea guidata da un italiano, il colonnello guastatore paracadutista Antonio D’Agostino (questo il sito della missione), cosa che spiace ulteriormente ai ribelli – e siccome nessuna crisi internazionale può dirsi completa senza un elemento surreale, il 25 luglio il governo dell'Estonia ha chiesto al proprio parlamento di approvare la partecipazione di cinque (CINQUE) militari estoni alla missione, cosa che, senza dubbio, chiuderà la crisi.

La prospettiva (che in realtà non è chiaro quanto fondata) di un intervento militare dell'ECOWAS ha ulteriormente esacerbato la situazione: le manifestazioni si sono fatte più accese, la presenza di bandiere russe più diffusa, e la folla ha dato l'assalto all'ambasciata francese senza fare in realtà troppi danni – come al solito, i tricolori sventolati dagli insorti non sono quelli francesi ma quelli russi.

Se il colpo di stato dovesse avere successo, si tratterebbe del quarto paese dell'area che si libera della presenza francese e occidentale con un colpo di stato e la creazione di una giunta militare, dopo Mali, Guinea e Burkina Faso, e che ovviamente guarda con simpatia, ricambiata, alla Russia per garantire la propria sopravvivenza politica e militare.

Ma oltre a motivi di prestigio, ciò che preoccupa maggiormente la Francia è la questione dell'uranio, di cui il Niger è il settimo produttore al mondo e che in buona parte viene estratta in una miniera di proprietà del gruppo francese Orano. A fine giugno, però, la Cina si era già fatta avanti, proponendo al governo del Niger la riapertura di una miniera di uranio chiusa e la costruzione di un oleodotto e di un parco industriale.

Il governo precedente si era detto interessato ed è molto verosimile che lo sarà anche quello attuale, se riuscirà a reggere. Che ci sia una correlazione tra le offerte economiche cinesi, le offerte militari russe, e il colpo di stato?

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