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23/07/2023

Guerra in Ucraina - Gli USA armano il "secondo tempo" della confroffensiva ucraina

di Francesco Dall'Aglio

Dopo un paio di settimane in cui la stampa inglese e statunitense pareva piuttosto scoraggiata e ipotizzava scenari foschi per il futuro, nuovo cambio di registro: Zelensky prima e Blinken poi hanno assicurato che la seconda fase dell'offensiva ucraina è sul punto di partire e che stavolta i risultati ci saranno. Particolarmente chiacchierone Blinken, che ha parlato ancora dei reparti addestrati in Occidente e degli equipaggiamenti forniti loro da "noi e circa 50 stati" che quando si metteranno in movimento faranno la differenza e "porteranno a cambiamenti", immagino della linea del fronte. Staremo a vedere, considerando che le esigenze ucraine di ottenere qualcosa sono sempre più forti, dopo ormai 50 giorni di controffensiva (la prima fase, evidentemente) e il mezzo fiasco del vertice di Vilnius.

Per ora l'Ucraina deve accontentarsi di successi d'immagine, come sempre: stamattina due Storm Shadow hanno colpito un deposito di munizioni e un deposito di carburante a Oktobrysky, in Crimea. I danni ovviamente ci sono e meglio sarebbe per i russi che non ci fossero, ma paragonati al trattamento riservato a Odessa nelle ultime notti si tratta di poca cosa.

La questione è sempre la stessa: le possibilità di escalation sono sempre a favore della Russia. Ora si discute se mandare gli MGM-140 ATACMS, missili balistici tattici con una gittata di 300 km che possono essere lanciati dagli HIMARS e dagli MLRS e sono disponibili sia con munizionamento a grappolo che con testata a frammentazione. Ne hanno parlato Biden e Zelensky e la Casa Bianca, tramite Sullivan, ha fatto sapere che la decisione spetta a Biden e che gli USA "sono disposti a correre dei rischi" per ciò che riguarda i futuri invii di materiale bellico in Ucraina, ma che terranno anche conto delle reazioni russe.

Se sulla stampa è riportato che se ne discute, significa molto probabilmente che la spedizione è già stata approvata: basteranno gli ATACMS per cambiare il corso del conflitto? Domanda retorica, risposta scontata.

Riguardo Odessa, visto che ne abbiamo accennato. Le quattro notti di attacchi missilistici al porto (alle quali dobbiamo aggiungere anche questa notte, visto che proprio mentre scrivo si segnalano lanci di missili ed esplosioni - almeno 12 finora) e alle infrastrutture non sono la rappresaglia per l'attacco ucraino al ponte di Crimea. Lo ha detto in televisione Evgeny Bužinsky, generale in pensione e tecnico piuttosto competente, ma non c'era bisogno del suo parere, per quanto autorevole.

Una campagna missilistica di quattro notti su una trentina di bersagli non si improvvisa in poche ore ed è chiaro che era stata preparata in anticipo e programmata per il giorno successivo alla scadenza degli accordi sul grano, così come l'attacco ucraino al ponte di Crimea era stato anch'esso programmato per quella data. Se la Russia si deciderà a una rappresaglia non è questa.

Al momento la minaccia di considerare ogni nave che entri nel Mar Nero diretta verso un porto ucraino come un potenziale bersaglio sta dando i suoi frutti: i siti che seguono la navigazione in tempo reale mostrano come, in quel quadrante, non si muova nulla e le poche navi presenti nei porti siano ferme - allego una schermata da marinetraffic presa proprio adesso.


C'è invece il solito traffico nel resto del Mar Nero, con in più una concentrazione di navi nella zona del delta del Danubio, davanti al porto romeno di Sulina. Alcune delle navi sono dirette in Ucraina, ma risultano ferme da giorni (per la cronaca: i puntini rosa che si vedono vicino alle coste ucraine non sono navi, sono segnalazioni di ostacoli, scogli, secche, boe eccetera). In risposta, anche l'Ucraina ha dichiarato che considererà tutte le navi che si muovono verso i porti russi come potenziali bersagli, ma è piuttosto improbabile che darà seguito alla minaccia e per ora non si segnala nessun problema.

Sulla questione del grano: secondo Erdoğan la Russia sarebbe disposta a rinnovare gli accordi se l'Occidente prendesse in considerazione le sue richieste, che sono sempre le stesse e sono state ripetute il 21 alle Nazioni Unite dal rappresentante permanente russo Dmitry Polyansky: rimozione delle sanzioni sui prodotti agricoli e sui fertilizzanti russi, ritorno di alcune banche russe nello SWIFT, possibilità di acquistare pezzi di ricambio e componenti meccanici per le macchine agricole e l'industria dei fertilizzanti, risoluzione dei problemi assicurativi per le navi russe, rimessa in funzione della condotta che trasporta nitrato d'ammonio. Rispettate queste condizioni, dice Polyansky, la Russia estenderà immediatamente gli accordi sul grano, ma stavolta non si accontenterà di promesse come un anno fa e vuole vedere passi concreti prima di impegnarsi.

Sempre a proposito di navi: esercitazioni navali congiunte tra Cina e Russia, con la partecipazione di 10 navi e 30 aerei. Lo scopo delle esercitazioni è principalmente quello di testare il sistema di comando congiunto tra le due flotte. Intanto, gli USA inviano nello stretto di Hormuz due nuovi gruppi navali, quello della USS Bataan e della USS Carter Hall, entrambe navi da assalto anfibio. Secondo il Telegraph, "La marina USA si prepara per la guerra nel Golfo persico". La colpa, ovviamente, è degli iraniani "che proprio non imparano mai". Un tempo almeno gli inglesi mandavano le loro cannoniere in giro per il mondo, ora si accontentano di tifare per quelle statunitensi.

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