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27/07/2023

Niger - Il colpo di stato svela la lotta pr il potere nel Paese

Condanna di “quello che appare un tentativo di colpo di Stato” in Niger, con la denuncia delle “velleità di alcuni militari” di “attentare alla sicurezza delle istituzioni democratiche”, è stata espressa dal presidente della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki Mahamat.

In un messaggio diffuso nel pomeriggio via Twitter l’ufficio del capo dello Stato Mohamed Bazoum ha riferito che il “presidente della Repubblica e la sua famiglia stanno bene”.

Nel testo si aggiunge: “L’esercito e la Guardia nazionale sono pronti ad affrontare gli elementi della Guardia presidenziale coinvolti in quest’azione affinché tornino sui propri passi”.

Eletto nel 2021, considerato un alleato di riferimento della Francia nella regione del Sahel, Bazoum è stato di recente ospite in Italia. Il presidente mantiene buoni rapporti con la diplomazia europea, a differenza dei governi di alcuni dei Paesi vicini, come il Mali o il Burkina Faso, dove tra il 2020 e il 2022 si sono verificati golpe militari che ne hanno spostato anche la collocazione internazionale.

Padre Armanino: è una lotta per il potere lontana dalla gente

“C’è una trattativa in corso, verosimilmente tra fazioni militari; e la lotta per il potere anche questa volta potrebbe rivelarsi lontanissima dai bisogni della gente”: padre Mauro Armanino, in Niger con la Società delle missioni africane (Sma), parla del “tentativo di colpo di Stato” denunciato a Niamey.

La sua voce arriva da una zona della capitale a ridosso di Plateau, un quartiere centrale presso il quale si trovano sedi di ambasciate come quella francese o quella americana. Non lontano, prima degli argini del fiume Niger che attraversa la capitale, c’è il Palais Presidentiel conteso.

Il palazzo presidenziale conteso

“In strada il traffico è normale e i taxi continuano a circolare”, riferisce padre Armanino. “È del primo pomeriggio invece una comunicazione dell’ambasciata francese, che invita alla massima vigilanza, a evitare spostamenti in città e a rispettare le consegne in materia di sicurezza in vista di sviluppi ulteriori”.

Secondo un messaggio dell’ufficio del capo dello Stato, Mohamed Bazoum, eletto nel 2021, il presidente della Repubblica e la sua famiglia “stanno bene”. Si preparerebbe però, sempre stando a questa comunicazione, un’operazione dell’esercito contro gli elementi della Guardia presidenziale coinvolti nella protesta.

Il missionario ipotizza che in realtà possa essere in corso una trattativa tra le parti. “In questo Paese tutto è sabbia”, continua: “È vero tutto e il contrario di tutto, tutto può essere cancellato ed è imprevedibile, diverso da ciò che appare”.

La democrazia e la sabbia

Secondo padre Armanino, diversa da ciò che appare all’estero è anche la realtà politica del Niger.

Bazoum è stato celebrato come campione di democrazia e amico dell’Europa mentre a Niamey la situazione non sarebbe affatto stabile o in linea con i principi cari alle liberal-democrazie.

“Solo la scorsa settimana c’è stata un’incursione armata ad appena 50 chilometri da Niamey”, dice il missionario. “Sul piano politico tanti deputati sono passati dalla parte del governo solo per interesse personale, mentre la società civile resta divisa”.

Padre Armanino rievoca la vicenda dell’ex primo ministro Hama Amadou, costretto all’esilio in Francia e condannato in absentia con l’accusa di tratta di bambini. “Era un dirigente preparato”, il commento, “ma non doveva disturbare il conducente”.

Il missionario conclude: “Di tentativo di golpe ne era stato denunciato uno subito prima dell’elezione di Bazoum; i problemi per la gente da allora sono rimasti gli stessi, dalle università allo sbando alla necessità di tirare avanti giorno dopo giorno, con le piccole cose”.

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