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29/07/2023

Tolto a 169mila famiglie povere il RdC con un sms

Con un laconico sms ricevuto sul telefonino, il reddito di cittadinanza è stato sospeso a decine di migliaia di famiglie, si calcola che siano 169mila in tutta Italia ma soprattutto nel Meridione, 37mila nella sola Campania.

La doccia fredda era attesa da tempo, eppure nei mesi scorsi non c’era stata alcuna reazione popolare a questo provvedimento. Sembra che solo ora, con l’arrivo degli sms, si sia compresa tardivamente la pesantezza della realtà.

“In occasione del pagamento dell’ultima rata di Reddito di cittadinanza ai percettori che hanno già fruito di 7 mensilità nel 2023, l’Istituto, con un sms o e-mail, ha informato gli interessati della sospensione del beneficio come previsto dalla norma” si legge in una nota dell’Inps, sottolineando che, nell’eventualità della presa in carico da parte dei servizi sociali, la sospensione del reddito di cittadinanza sarà revocata. Si tratta però solo di casi eccezionali. “Persone che versano in un particolare stato di bisogni complessi e di difficoltà di inserimento sociale o lavorativo”. Non potrà quindi riguardare tutti i soggetti che “sono già stati o potranno essere indirizzati ai servizi per l’impiego per intraprendere percorsi lavorativi e per i quali è previsto l’accesso alla nuova misura del Supporto formazione e lavoro a partire da settembre”.

A Napoli centinaia di persone dopo aver ricevuto l’sms sullo stop all’erogazione del RdC hanno protestato e chiamato l’Inps per avere chiarimenti in merito ai nuovi requisiti. Alla sede Inps di via De Gasperi, a Napoli, due persone hanno avuto un alterco con i vigilantes all’ingresso. Sul posto è intervenuta una pattuglia della polizia.

A questo punto l’unica speranza per migliaia di famiglie in povertà rimane quella di essere prese in carico dai servizi sociali comunali. Sui cosiddetti “occupabili” che hanno perso il reddito di cittadinanza c’è l’incognita più totale, visto che da decenni (da quando nel 1993 sono stati aboliti gli uffici di collocamento) il lavoro vero non transita affatto nei centri per l’impiego.

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