Il 15 gennaio 2024, il leader supremo della Repubblica Popolare Democratica di Corea (RPDC), Kim Jong-un, ha tenuto un durissimo discorso alla 10° sessione dell’Assemblea Suprema Popolare (APS) nord coreana. Nel suo discorso, Kim Jong-un, stante le politiche ostili e le provocazioni avvenute negli ultimi mesi, da parte della Corea del sud, su direttive statunitensi, ha ribadito che eventuali aggressioni troveranno una risposta durissima e che le forze popolari militari del Paese sono già pronte alla mobilitazione.
A causa delle ultime mosse politiche e militari considerate ostili e provocatorie da Pyongyang, la situazione della penisola coreana sta rischiando di andare sull’orlo della guerra e la dirigenza della RPDC accusa gli Stati Uniti di cercare di cancellare la Repubblica popolare con la forza delle armi.
L’ultima provocazione, che ha fatto impennare la tensione, è stata l’annuncio della nascita di una cosiddetta “alleanza cibernetica” con esercitazioni avvenute dal 15 al 26 gennaio.
Questa coalizione, dichiarata per la prima volta, con il pretesto di “rafforzare il sistema della cooperazione informatica”, sarebbe in realtà diretta a prendere dimestichezza con la cyber guerra. Secondo Pyongyang questo è un ennesimo tassello di una estensione degli atti di provocazione bellica degli USA e delle sue forze subalterne di Seul e non solo, che hanno intensificato le manovre militari, propagandando pubblicamente sui media una ipotizzata “fine del regime” nella RPDC.
Nel mese di gennaio gli Stati Uniti e i loro sottoposti hanno messo in atto una serie di esercitazioni militari congiunte che hanno interessato la RPDC in aria, terra e mare intorno alla penisola coreana, mobilitando anche tipi di risorse strategiche nucleari in meno di un mese.
Il 4 gennaio, gli USA e Sud Corea hanno messo in scena la prima esercitazione congiunta di combattimento a Phochon nella provincia di Kyonggi, pubblicizzando la “rafforzata capacità operativa dell’alleanza”.
Poi c’è stata un’esercitazione navale congiunta con le navi da guerra del Giappone e di Seul definita “Autodifensiva”, per tre giorni dal 15 gennaio, annunciando “il rafforzamento della capacità di far fronte alle minacce nucleari e missilistiche della Corea del Nord”. Coinvolti nell’esercitazione c’erano la portaerei nucleare statunitense Carl Vinson e l’incrociatore Aegis Princeton.
Il 18 gennaio è avvenuta un’esercitazione aerea congiunta nel cielo sopra il Mar d’Oriente della Corea sotto la denominazione di “difesa rinforzata e forze reattive”. In questa azione c’erano due bombardieri strategici nucleari B-1B della forza aerea USA e aerei da combattimento F-15 delle “Forze di Autodifesa” giapponesi.
Parallelamente a tutto questo, sono state effettuate diverse missioni di ricognizione con attività di spionaggio contro la RPDC.
Il 22 gennaio, un aereo da ricognizione RC-135 dell’aviazione statunitense ha effettuato un volo di intelligence provocatorio nel cielo sopra il mare orientale e occidentale della Corea, in modo sfrontato per molte ore, a cui si sono aggiunti voli di ricognizione e spionaggio di E-737 AWACS di Seul. Come ironizzato da Pyongyang “Quando un corvo vola, la sua coda lo segue”.
In questa situazione il governo della RPDC, di fronte a queste provocazioni arroganti con ingiustificate esercitazioni nucleari messe in atto dall’inizio dell’anno, ritiene che il Paese debba essere assolutamente preparato per una guerra e ha ammonito duramente gli Stati Uniti, che:
“...nel caso di una invasione dei suoi subalterni di Seul, troveranno una reazione con una forza schiacciante. Abbiamo dimostrato in varie occasioni che il nostro hardware militare di avanguardia non è per “dimostrazione” e ha regolarizzato la nostra dottrina nucleare in stile coreano sull’uso delle forze nucleari molto tempo fa. Ancora una volta avvertiamo gli Stati Uniti e i suoi burattini che se scoppia una guerra, diventeranno gli obiettivi della nostra spietata punizione...”.Nel discorso del 15 gennaio all’Assemblea Suprema Popolare il presidente della RPDC, Kim Jong Un, ha affrontato queste problematiche ribadendo la posizione ferma e inequivocabile di Pyongyang, arrivando a mettere sul tavolo anche l’azzeramento dell’intero processo di riunificazione pacifica della Corea nei rapporti con la Repubblica di Corea (Corea del Sud) che vorrebbe dire, nei fatti annullare, gli accordi e le risoluzioni prese con il “Rapporto congiunto Nord-Sud” del 4 giugno 1972 , “l’Accordo Fondamentale Intercoreano” del 13 dicembre 1991, la “ Dichiarazione Congiunta Nord-Sud” del 15 giugno 2000 e la “Dichiarazione concorde” del 4 ottobre 2007. Questo significa l’abbandono dei principi della politica intercoreana definiti e seguiti dal 1972 ad oggi.
Ora si tratterà di capire se queste affermazioni siano solo una manovra tattica più che una nuova direzione strategica, ma le dichiarazioni del “leader supremo” della RPDC meritano comunque un esame approfondito in termini di portata.
Nel discorso della 10° sessione del 15 gennaio dell’Assemblea Popolare Suprema, la Corea del Sud viene citata dieci volte. Facendo innanzitutto riferimento al quadro giuridico, secondo il quale ora è l’APS a mettere in discussione i principi delle relazioni intercoreane da “quasi 80 anni”:
“Oggi, l’Assemblea Popolare Suprema ha legalizzato nuovamente la politica della nostra Repubblica nei confronti del Sud, ponendo fine a quasi 80 anni di storia di relazioni intercoreane e al riconoscimento dei due stati che esistono entrambi nella penisola coreana…Nel suo discorso Kim Jong Un ha ribadito che la “Northern Limit Line”, confine marittimo di fatto tra i due stati coreani, non è più riconosciuta dalla RPDC, che intende così difendere l’intero suo territorio, il che, per alcuni osservatori stranieri, fa pensare nuovi scontri in questa zona.
I rapporti Nord-Sud sono stati completamente congelati e trasformati in rapporti tra due Stati tra loro ostili e tra due Stati belligeranti, e non più in rapporti consanguinei o omogenei. Questa è l’attuale situazione delle relazioni Nord-Sud, causata dalle atroci e autodistruttive manovre di scontro della Repubblica di Corea, un gruppo di importanti tirapiedi stranieri, che hanno fornito al mondo intero la loro vera immagine della penisola coreana: una Corea del Sud asservita agli interessi stranieri...”.
“...Poiché il confine meridionale del nostro paese è stato chiaramente delimitato, l’illegale “linea di confine settentrionale” e qualsiasi altro confine non potranno più essere tollerati, e se la Repubblica di Corea viola anche solo 0,001 mm del nostro territorio, della nostra aria e delle nostre acque, ciò sarà considerato come una provocazione di guerra...In questa situazione, come dimostrazione di forza e risolutezza, il 28 gennaio è stato condotto un test di una nuova arma strategica, come prova del rafforzamento della forza navale della Repubblica Democratica Popolare di Corea.
Per ora, dobbiamo adottare misure rigorose e progressive per bloccare completamente tutti i canali di comunicazione Nord-Sud lungo il confine, compreso il taglio fisico e completo delle linee ferroviarie sul nostro lato, che costituivano un simbolo del rapporto Nord-Sud, scambio e cooperazione, a livello irreversibile...”.
Si è trattato del lancio di prova del missile da crociera strategico “Pulhwasal-3-31” lanciato da un sottomarino di nuova concezione. I missili da crociera hanno volato nel cielo sopra il Mare orientale per 7.421 secondi e 7.445 secondi, prima di colpire l’obiettivo dell’isola. Il fuoco di prova non ha avuto alcun impatto sulla sicurezza del paese vicino.
Questo delinea la progettualità di una forza strategica diretta ad espandere e rafforzare l’ambito operativo della deterrenza nucleare di Pyongyang in modo diversificato, aumentando l’armamento nucleare della propria marina militare per ribadire la sovranità nazionale marittima. È anche stato annunciato con dettagli il programma per la costruzione di un sottomarino a propulsione nucleare e di altre navi da guerra di nuovo tipo.
Fonti: KCNA – Naenara – VoK – Cilreco
A cura di Enrico Vigna, CPRCorea Torino e IniziativaMondoMultipolare/CIVG
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