Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha respinto l’ultima proposta di tregua e scambio di prigionieri da parte del Movimento di resistenza palestinese Hamas e, invece, ha approvato un piano militare israeliano per lanciare un’operazione nella città di Rafah, a sud di Gaza, secondo quanto riferito venerdì dai media israeliani.
“L’IDF (esercito israeliano) è pronto per l’operazione e per evacuare la popolazione (civile)”, ha detto l’ufficio di Netanyahu in una dichiarazione, che è stata citata dal Times of Israel.
Nella giornata di ieri, Hamas ha annunciato sui social media di aver presentato la sua visione di uno scambio di prigionieri con Israele ai mediatori del Qatar e dell’Egitto e stava cercando un accordo di cessate il fuoco che comporterebbe il ritiro delle forze d’invasione israeliane da Gaza.
Nella sua proposta per una tregua a Gaza, Hamas avrebbe chiesto il rilascio di un migliaio di prigionieri politici palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. In cambio sarebbero rilasciate 40 ostaggi tra donne, anziani e feriti israeliani.
Questa, secondo il sito internet d’informazione israeliano “Walla!” (collegato al Times of Israel) e ripreso da agenzia Nova – la risposta dell’organizzazione palestinese all’ultima proposta di accordo in tre fasi.
Il rapporto tra detenuti palestinesi e ostaggi israeliani è più basso rispetto alla precedente richiesta avanzata da Hamas, ma comunque oltre il doppio di quanto concordato da Israele durante un vertice a Parigi il mese scorso. Nell’incontro di Parigi, al quale hanno partecipato i capi dell’intelligence di Israele, degli Stati Uniti e dell’Egitto insieme al primo ministro del Qatar, era stato stabilito il rilascio da parte di Israele di 400 prigionieri. In cambio del rilascio di ciascuna delle cinque donne militari israeliane prese in ostaggio – che dovrebbero essere tra le prime a essere rilasciate durante le sei settimane della prima fase dell’accordo – Hamas aveva chiesto 50 prigionieri.
Secondo “Walla!”, le richieste più difficili da digerire per Israele, riguardano però la seconda fase dell’accordo, dove Hamas chiede il ritiro dei militari israeliani dal corridoio creato a sud di Gaza City, un cessate il fuoco permanente e il rilascio di un numero considerevole di prigionieri politici palestinesi in cambio del rilascio dei restanti ostaggi di sesso maschile.
Nella terza fase dell’accordo, Hamas dovrebbe consegnare i corpi dei deceduti, chiedendo in cambio garanzie riguardanti la ricostruzione di Gaza e la rimozione dell’embargo israeliano.
Secondo “Walla!”, le divergenze tra le parti in seguito alla risposta di Hamas rimangono ampie, ma la risposta fornita dal gruppo palestinese ha spinto Israele ad inviare per domani, domenica 17 marzo, una delegazione guidata dal capo del Mossad, David Barnea, per un altro round di colloqui a Doha, in Qatar. Alla riunione parteciperà anche una delegazione di Hamas.
Intanto è salito a 31.490 morti e 73.439 feriti il bilancio delle vittime palestinesi dall’inizio delle operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza a ottobre.
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