Il portavoce del ministro Lollobrigida, Paolo Signorelli si è autosospeso dall’incarico.
Il motivo è che nelle chat del telefonino di Fabrizio Piscitelli – detto Diabolik – un noto neofascista della Capitale, ma anche noto narcotrafficante e ultras della Lazio ucciso cinque anni fa a Roma, ci sono anche conversazioni “pesanti” con il portavoce del ministro.
Nulla di pesante sul piano penale ma sul piano politico e morale decisamente si.
“Con riferimento a quanto pubblicato su alcuni organi di stampa, tengo a precisare di non ricordare la conversazione in oggetto, che sarebbe avvenuta molti anni anni fa, e che oggi mi ha colto del tutto di sorpresa” ha affermato ieri Signorelli.
Il portavoce del ministro è uno del giro dei “cuori neri” della Capitale, molti dei quali oggi assunti a posizioni di potere nel governo e nel sottogoverno.
Sui legami tra neofascisti e criminalità a Roma, alcuni anni fa abbiamo pubblicato diverse inchieste.
Nipote d’arte (il nonno Paolo Signorelli è stato tra i massimi esponenti di Ordine Nuovo), il portavoce del ministro, aveva in comune con Fabrizio Piscitelli la passione per la Lazio. Signorelli era uno speaker in una radio sportiva romana, mentre Piscitelli era – anche ma non solo – il capo ultrà degli Irriducibili.
Ma a tenerli stretti non era solo la passione sportiva. Anzi. Tutto il gotha del neofascismo pesante era visto e trattato con onore e rispetto nelle loro conversazioni.
“Onore a nonno (Paolo,ndr), Tuti, Concutelli, Giusva, Ciavardini, ecc”, così il portavoce del ministro si riferiva ai killer fascisti come Valerio Fioravanti, Pierluigi Concutelli, Luigi Ciavardini e Mario Tuti.
Non solo. Nelle conversazioni Signorelli si felicita con Piscitelli anche per l’assoluzione di Elvis Demce, albanese, uno dei narcotrafficanti più in vista della criminalità emergente a Roma, recentemente condannato a 18 anni di carcere.
E poi ci sono le parole contro gli ebrei, inevitabili tra i cuori neri: “Mica è colpa nostra se i romanisti sono ebrei”, dice Piscitelli in un vocale. “Tutti ebrei”, risponde Signorelli. “Mortacci loro e degli ebrei”.
Se a Tel Aviv o a Roma qualcuno pensava che i neofascisti italiani avessero cominciato a rispettare gli ebrei ne sarà rimasto deluso. Magari oggi rispettano Israele perché è uno stato suprematista, militarista e anti-islamico, ma non certo gli ebrei.
Quelle nella chat tra Signorelli e Piscitelli sono parole che certi ambienti della comunità ebraica romana farebbero bene ad ascoltare e riascoltare, visto che da anni se la intendono proprio con i settori della destra, inclusi quelli intercettati nella chat. Dal palco di una manifestazione a sostegno di Israele è stato detto che i fascisti e i nazisti non erano più un problema ma che il problema adesso era la sinistra, un cuoco e alcuni professori indicati per nome e cognome. Molti dei commenti sui siti sionisti ospitano spesso personaggi della destra che vomitano odio contro le “zecche” e la sinistra prendendo a pretesto la questione palestinese.
Alcuni personaggi di questo mondo di “cuori neri” delle curve è stato visto insieme a loro in piazza il 25 aprile scorso a Porta San Paolo nella “parata” contro “le zecche e i pro-palestina”, pronti a menare le mani, a tirare bombe carta e oggetti contundenti contro i manifestanti solidali con i palestinesi.
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