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15/02/2025

La propaganda israeliana e il festival di Sanremo

Quella che è andata in scena durante il festival di Sanremo in euro visione è una vera e propria falsificazione della realtà, per di più con la scusa della “pace”.

Durante la prima serata del festival, Noa e Mira Awad, entrambre cantanti israeliane (quest’ultima di etnia palestinese), hanno duettato interpretando Imagine di John Lennon.

È una scelta “obbligata” per la RAI, alla luce dell’escalation provocata da Israele in tutto il Medio Oriente e soprattutto del precedente dell’anno scorso, in cui Ghali, in maniera totalmente inaspettata per i vertici politici e televisivi, ha condannato in diretta il Genocidio contro il popolo palestinese, venendo successivamente osteggiato e censurato in ogni modo.

Naturalmente, essendo insostenibile una reale condanna verso Israele, la dirigenza RAI ha optato per una mistificazione della realtà omettendo di dire che entrambe le concorrenti hanno più volte rappresentato il proprio paese (che si fonda sulla Nakba e dunque sullo sfollamento dei palestinesi dalle proprie terre natie), in particolare Mira Awad che sebbene sia di origine arabo-palestinese ha rappresentato Israele all’Eurovision del 2009.

Il tentativo è quello non solo di equiparare vittima e carnefice ma anche quello di portare il dibattito verso una retorica che prova ad edulcorare un fatto molto semplice e che è stato esplicitato limpidamente da Trump e Netanyahu: Israele da sempre si fonda sulla negazione del riconoscimento di uno stato e persino del popolo palestinese.

Contrastare oggi il sionismo e la guerra generalizzata che sta tentando di portare avanti Israele significa anche smontare una falsa retorica che il nostro governo e le nostre TV contribuiscono a propagandare, combattendola dalle piazze ai luoghi della cultura, retorica che ha infettato anche la manifestazione canora più importante d’Europa facendo leva su un sentimento di Pace che chiunque di noi vorrebbe, ma non c’è Pace sotto occupazione.

Come abbiamo ribadito con un post precedente, proietteremo la finale del festival con in mente le parole di Ghali e Ricciolino per costruire insieme un momento di socialità e soprattutto per discutere e fischiare tutti insieme le eventuali altre menzogne che andranno in scena.

Ma la realtà trova sempre il modo per bucare la bolla della menzogna. Il maestro Fabio Barnaba, chiamato a dirigere l’orchestra per una delle cover nella serata di ieri, ha indossato una maglietta con la scritta Bds – acronimo della campagna internazionale di boicottaggio contro Israele – “sconvolgendo” i sionisti e i loro complici.

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