Il segretario di stato USA, Marco Rubio è giunto in Israele per un incontro con il primo ministro Benjamin Netanyahu. Successivamente si recherà in Arabia Saudita per colloqui con una delegazione russa per preparare l’incontro sulla guerra in Ucraina. Rubio non è arrivato in Israele a mani vuote. Ad accompagnarlo c’è la spedizione di bombe pesanti inviata dagli Stati Uniti, dove era stata bloccata dalla precedente amministrazione, che è arrivata stanotte in Israele.
Durante la notte, una nave che trasportava numerose bombe MK-84 da 2.000 libbre è stata scaricata al porto di Ashdod. Le bombe sono state poi caricate su dozzine di camion e portate nelle basi aeree israeliane.
Il ministro della Difesa Israel Katz saluta l’arrivo delle bombe dicendo: “La spedizione di munizioni che è arrivata in Israele stasera, rilasciata dall’amministrazione Trump, rappresenta una risorsa significativa per l’aeronautica e l’IDF e serve come ulteriore prova della forte alleanza tra Israele e gli Stati Uniti”.
Secondo il ministero, dall’inizio della guerra nell’ottobre 2023, oltre 76.000 tonnellate di attrezzature militari sono arrivate in Israele tramite 678 aerei da trasporto e 129 navi, la stragrande maggioranza dagli Stati Uniti.
Dopo il sesto scambio di prigionieri tra palestinesi e israeliani avvenuto ieri a Gaza e in Cisgiordania rimangono ancora due due round finali di rilascio dei rispettivi detenuti fino alla fine della Fase I dell’attuale cessate il fuoco.
Il Club dei Prigionieri Palestinesi ha dichiarato che l’aver costretto i prigionieri rilasciati a indossare giubbotti con frasi minacciose rientra nel quadro del “terrorismo organizzato israeliano”.
L’organismo ha aggiunto che: “Come parte del terrorismo organizzato praticato dall’occupazione contro i prigionieri rilasciati e le loro famiglie, il sistema di occupazione non ha lasciato inutilizzato alcuno strumento di umiliazione, abuso e tortura”.
Sabato mattina, la televisione israeliana KAN ha pubblicato immagini che mostrano i prigionieri palestinesi in maglietta bianca con stampata la stella di David, il logo del servizio carcerario israeliano, e la frase “Non dimentichiamo e non perdoniamo” su entrambi i lati.
Il servizio penitenziario israeliano non solo ha costretto i prigionieri a indossare queste magliette, ma ha anche scattato loro delle fotografie in quello che è stato descritto come un modo umiliante.
I prigionieri sono stati costretti a inginocchiarsi con la testa bassa, mentre altre immagini li hanno catturati allineati all’interno di un cortile della prigione, circondati da filo spinato.
Le organizzazioni palestinesi – e non solo Hamas – detengono a Gaza ancora 73 ostaggi, tra cui 36 che sono stati dichiarati morti. E non è affatto chiaro se la Fase I sarà pienamente attuata, e certamente non si sa se la Fase II sarà attuata affatto.
C’è stato infatti l’ultimatum di Trump ai palestinesi per liberare ieri “tutti gli ostaggi” che non è stato però raccolto e, come previsto dagli accordi, ne sono stati rilasciati solo tre – Sasha Troufanov, Sagui Dekel-Chen e Iair Horn – e Israele si è adeguata. Ma il giornale israeliano Yedioth Ahronoth, citando un funzionario israeliano, ha detto che il governo di Netanyahu stava facendo tutto il possibile per impedire l'attuazione della seconda fase dell’accordo.
Le forze militari israeliane intanto hanno confermato un attacco aereo nel sud della Striscia di Gaza affermando di aver preso di mira un gruppo di uomini armati che si stavano avvicinando alle forze israeliane nell’area. I media palestinesi hanno riferito che l’attacco dei droni ha ucciso tre agenti di polizia palestinesi.
Il ministero dell’Interno di Gaza ha detto che “tre poliziotti sono stati uccisi domenica mattina a seguito del bombardamento di un drone israeliano che li ha presi di mira mentre erano schierati per garantire aiuti nell’area di Al-Shoka, a est di Rafah nel sud della Striscia”.
In Cisgiordania intanto le forze di occupazione israeliane hanno preso d’assalto un certo numero di villaggi, paesi e città palestinesi, all’alba di oggi, e fonti palestinesi hanno detto che i militari israeliani hanno preso d’assalto la città di Al-Yamun, a ovest di Jenin.
Secondo i report locali le forze di occupazione israeliane hanno fatto irruzione anche nella città di Tal, a ovest di Nablus, nella città di Qalqilya e nel campo profughi di Jalazun, a nord di Ramallah, in Cisgiordania. Sono scoppiati scontri tra i militanti palestinesi e le forze armate israeliane.
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