Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

23/02/2025

Bulgaria - Manifestazioni contro l’ingresso nell’Eurozona, devastata la sede della Commissione europea

Tempi duri per la narrazione europeista. La polizia bulgara ha faticato parecchio a confrontarsi con i manifestanti che ieri hanno chiesto al governo di abbandonare i piani per l’ingresso della Bulgaria nell’eurozona.

Migliaia di manifestanti si sono concentrati davanti all’ufficio della Commissione Ue nella capitale Sofia e hanno iniziato a lanciare vernice rossa e petardi contro l’edificio, una porta è stata data alle fiamme.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e i rinforzi della polizia, che hanno caricato i manifestanti. La polizia ha comunicato che ci sono stati diversi arresti mentre alcuni agenti sono rimasti feriti durante gli scontri.

Scandalizzata la Von der Leyen: “Scene oltraggiose a Sofia, dove il nostro ufficio dell’Ue è stato vandalizzato. In Europa esercitiamo il diritto di manifestare in modo pacifico. La violenza e il vandalismo non sono mai la risposta”.

La protesta è stata organizzata dal partito Vazrazhdane, di destra, ed è iniziata davanti alla sede della Banca Nazionale Bulgara per chiedere le dimissioni del governo, sventolando bandiere nazionali e del partito e scandendo ‘No all’euro’ e ‘Sì al lev bulgaro’, la valuta del Paese.

Il leader di Vazrazhdane Kostadin Kostadinov ha dichiarato che il suo partito intende chiedere un referendum per decidere l’ingresso o meno nell’eurozona. “Se non ci sarà un referendum, bloccheremo i lavori dell’Assemblea nazionale”, ha promesso Kostadinov, il cui partito è il terzo per peso in parlamento.

La Bulgaria ha aderito all’Ue nel 2007. Il nuovo governo, formato il mese scorso, ha fatto dell’adesione all’eurozona una priorità fondamentale.

Non molti, però, sono convinti che adottare l’euro sia la scelta migliore per la Bulgaria, forse ne hanno parlato con i croati che dal 1 gennaio 2023 sono entrati nell’Eurozona pagandone, come avvenuto anche in Italia nel 2002, costi sociali pesantissimi, soprattutto sul piano dei prezzi e del welfare.

Alcuni economisti sostengono che la Bulgaria non abbia una condizione economica accettabile per poter entrare nell’eurozona e che non sia ancora pronto ad adottare la moneta unica.

Prima la Slovacchia, poi la Romania, ora la Bulgaria, la sbornia europeista nei paesi dell’Europa dell’Est si va seriamente affievolendo.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento