Nel terzo anniversario dell’intervento militare russo, gli Stati Uniti hanno proposto una risoluzione alle Nazioni Unite sul conflitto in Ucraina che omette ogni menzione sull’integrità territoriale di Kiev. Al contrario la bozza di risoluzione preparata da Ucraina e paesi europei fa un preciso riferimento alla responsabilità della Russia per l’invasione e alla “integrità territoriale di Kiev”.
Nonostante la contrarietà di Kiev e degli alleati europei, gli Stati Uniti sono determinati a far mettere ai voti oggi al Consiglio di Sicurezza dell’Onu la risoluzione che chiede una “rapida fine” del conflitto in Ucraina senza alcun riferimento alla integrità territoriale del Paese.
Molti occhi sono puntati per capire quanto sarà compatto il fronte europeo di fronte alla posizione statunitense.
L’‘Ucraina ed altri Stati sottoporranno al voto dell’Assemblea Generale un progetto di risoluzione che riconosce che è “urgente” porre fine alla guerra “quest’anno”, e ribadisce le precedenti richieste dell’Assemblea: “immediato ritiro delle truppe russe dal territorio ucraino e cessazione delle ostilità condotte dalla Russia”.
Invece di limitarsi all’astensione su questo testo, gli Stati Uniti, a sorpresa, hanno presentato venerdì scorso un testo diverso e concorrente con quello presentato da Ucraina ed europei. Il testo è molto breve e “chiede con urgenza che il conflitto venga risolto il prima possibile e invoca una pace duratura tra Kiev e Mosca”, senza alcun riferimento alla integrità territoriale dell’Ucraina. Ovviamente positiva la reazione della Russia a questa risoluzione.
La Cina, che è il presidente di turno del Consiglio di sicurezza, ha confermato che gli Stati Uniti presenteranno il testo al Consiglio nel pomeriggio di oggi. E qui gli europei non potranno fare a meno di scegliere.
Per essere adottata, una risoluzione deve raccogliere i voti di almeno nove dei 15 membri del Consiglio di Sicurezza, ma senza il veto di uno dei cinque membri permanenti. La sola astensione dei membri europei del Consiglio (Francia, Gran Bretagna, Danimarca, Grecia, Slovenia) non sarebbe quindi sufficiente per respingerla. L’unica altra opzione è se Francia e Gran Bretagna usassero, per la prima volta, il loro diritto di veto. Una opzione rognosa visto che sia Macron che Starmer proprio questa settimana sono attesi a Washington.
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